• 4 - Marito sì, marito no.

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Oggi.
Stephanie.

"Buonasera, potrebbe dirmi in che stanza si trova Kylie Roberts?", domando giocherellando nervosamente con le mie mani e ostentando una finta calma.

Nell'ospedale c'è gente che va avanti ed indietro, gente con braccia rotte, gambe oppure il naso.
Addirittura davanti a me sfreccia un uomo con un palo ficcato nella gamba, e sento il calore fluire via dal mio viso.

Merda, mi gira la testa.

Gli ospedali non mi hanno mai fatto un bell'effetto, e di certo gli occhi del mio capo che fissano il mio capo non aiutano.
Ho notato, stranamente, che è leggermente agitato anche lui.
E sinceramente è un bel po' strano, forse anche a lui gli ospedali non fanno un effetto piacevole.

"Stanza numero 24 al primo piano. Per le scale deve arrivare alla fine di questo corridoio e poi deve svoltare.", dice l'infermiera,sorridendo amabilmente.

"Grazie mille.", e mi fiondo letteralmente via dal bancone.
Cerco di mantenere lo sguardo sulle mie décolleté verniciate per non incontrare qualche persona con qualche grave danno al viso o in qualsiasi altra parte del corpo per non vomitare.
Sono molto suscettibile e rischierei che l'immagine mi rimanesse in testa per giorni e anche di notte.

Arrivo alla fine del corridoio ed inizio a salire velocemente le scale, con il mio capo che mi segue indietro, e ciò sinceramente mi mette una certa ansia.

Guarda dove metti i piedi e vedi non cadere, guarda dove metti i piedi e vedi non cadere, guarda dove-

Per la fretta non metto tutto il piede sullo scalino perdo l'equilibrio all'indietro tirando un urletto e aspettandomi di capitombolare giù dalle scale, ma una presa ferrea sulle mie braccia mi tiene ferma, in piedi.

Non ho il coraggio di alzarmi, mio dio.
Vabbè in piedi ci sono già però non voglio voltarmi.

"Stai più attenta.", mormora dandomi una spinta per farmi stare in posizione eretta e proseguo a salire le scale, stavolta con più attenzione, fino ad arrivare al primo piano, dove controllo ogni porta per scorgerne il numero.

Venti, vent'uno, ventidue, ventitré, ventiquattro.
Eccola.

Mi prendo il tempo di fare un respiro profondo, poi spalanco la porta e la prima cosa che mi salta all'occhio e la mia piccola Kylie seduta sul letto con le braccia incrociate ed un enorme fasciatura sull'occhio.

"Mamma!", urla scendendo velocemente e correndo verso di me.
Mi affretto ad afferrarla e a stringerla a me mentre il mio cuore batte velocemente.

"Mi hai fatto prendere un colpo.", subito dopo sento la gonna venir tirata da una manina e mi abbasso per prendere in braccio anche Chloe ma mi indica con lo sguardo qualcosa dietro di me.

"Chi è lui?", mi volto e passo nervosamente una mano nei capelli.

"Ahm...Lui è-",

"Chiamami Richard.",

Eh?

Improvvisamente gli angoli delle sue labbra rosee si tirano verso l'altro, mostrando due meravigliose fossette ed una dentatura così bianca da fare invidia a quelli dei testimonial di AZ.

È bellissimo quando sorride, perché non lo fa più spesso?

Anche mia figlia gli sorride di rimando e gli si avvicina, cosa che non fa con chiunque. È molto timida e scorbutica, ma sembra che gli piaccia.

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now