• 14 - Soluzioni acquose.

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Beccatevi questo capitolone🙈

Oggi.
Stephanie's pov.

"Non riesco a crederci.", mormoro.

La mia lingua sembra aver preso vita propria e al momento riesco a pronunciare solo questa frase mentre il mio cervello pulsa dal dolore.
Troppe informazioni tutte in una sola volta.
Richard che sapeva tutto, Sarah che era sua sorella...

Non riesco a elaborare.

"Stephanie, ti senti bene?", domanda e sento la sua voce incrinarsi per la preoccupazione.

La testa prende a vorticare in modo esagerato e sono costretta ad aggrapparmi al piano cucina per non cadere.

E lo stringo forte.
Con tutte le mie forze.
Fino a far sbiancare le nocche. Come se fosse la causa di tutto questo.

"No. Non sto bene. Anzi, credo di star per vomitare.", un conato risale velocemente lungo il mio esofago e mi precipito in bagno rischiando di spezzarmi le caviglie per via dei tacchi, successivamente riesco a raggiungere il bagno e mi accascio in ginocchio vomitando quel poco di cibo che ho assimilato oggi.

Mentre quasi sto per vomitare la mia stessa anima, un tocco caldo sfiora la mia nuca quindi raccoglie dolcemente i miei capelli.
Ma che cosa romantica, guardate. Una ragazza che vomita ed un coglione bugiardo che le mantiene i capelli.

Mi viene da vomitare ancora di più.

Un altro conato e riempio nuovamente la tazza del water di succhi gastrici e cibo ingurgitato prima; posso garantirvi che è più acqua che cibo.

Mi vengono in mente le giornate passate a studiare chimica.
Questa qui è una soluzione acquosa, perché è il solvente è costituito da acqua ed il soluto da pezzetti di cibo vari.

Rigurgito nuovamente quindi mi scappa un mugolio di dolore.

Ma che cazzo? Gli ultimi cinque anni della mia vita si rivelano essere una completa bugia ed io penso alla chimica?

E tra gli spasmi continui che scuotono il mio corpo odo un mugolio di disgusto da parte di Richard.

Coglione imbecille.
Non la smetto di vomitare fin quando non vomiti anche tu.
Perché meriti di vomitare anche la tua anima e di affogarci dentro, poi di ingurgitare di nuovo il tuo vomito e di vomitare ancora.

"Basta.", mormoro a me stessa in una preghiera silenziosa. Basta con questi pensieri vomitosi perché a momenti vomito di nuovo.
Basta anche con la parola vomito però, eh?

Mi alzo sulle ginocchia tremolanti e abbasso la tavoletta del water azionando lo scarico, poi mi ci siedo sopra prendendomi il capo tra le mani.
La testa mi fa così tanto male che vedo doppio, le mie gambe non sembrano in grado di reggere il mio peso e mi pare di avere un tizzone ardente al posto dell'esofago.

Sarah ha sempre saputo tutto.
Ha sempre saputo chi era il padre biologico delle mie figlie e per giunta costui è anche suo fratello; costui ha sempre finto di non sapere nulla.
Non mi stupirei se avesse preso un campione del mio sangue mentre dormivo. Lei era un'analista ed io avevo il sonno più profondo di un orso in letargo.

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now