• 42 - Come fosse niente.

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Resto immobile.
Non riesco a muovermi o a fiatare.

Gli occhi di Richard sono inettati di sangue, ira allo stato puro. Respira a fatica allargando le narici e riesco a vedere una vena ingrossata sul suo collo.

Ma non dice nulla.
Scuote il capo prima di rivolgermi l'espressione di sdegno più malevola di sempre ed esce dal negozio.

"Richard!", urlo scattando in avanti. Afferro la maniglia della porta e gli corro dietro quasi rischiando di spezzarmi una caviglia, ma non m'importa.
Afferro il suo polso e si volta di scatto strattonandolo dalla mia presa.

"Non toccarmi.", ringhia.

"Ascoltami. Quello che è succ-",

"È fottutamente chiaro, cazzo. Non negare l'evidenza! Ti piace e io non posso farci proprio niente.",

"Io non...non mi piace, Rich-",

"Spiegami il tuo cazzo di comportamento, allora. Spiegami perché in questo periodo gli vai dietro in questo modo, Stephanie.", ringhia sbracciandosi e pronunciando il mio nome con disprezzo.
Non ho mai visto i suoi occhi così pieni di ira come ora.

"Io...Perché è...È mio am-",

"No. Te lo dico io visto che sei così testarda da non voler nemmeno ammettere i tuoi sentimenti.", mi blocca facendo un passo in avanti.
Respira pesantemente prima di chiudere per un secondo gli occhi, per poi riaprirli rivelando i suoi occhi sempre azzurri ora tinti di un colore più scuro.

"Lui ti piace.", scandisce ogni parola.

"Mi piaci più tu! Sei più importante tu!", urlo ormai in preda ad una crisi isterica, "E mi aspettavo che tu provassi un minimo di fiducia in me. Mi hai seguita qui come se fosse nulla quando sai benissimo che il rapporto per me si basa sulla fiducia.", aggiungo con una nota di delusione. Ed è vero, non mi sarei aspettata ciò.

"La mia fiducia l'hai tradita baciandolo.",

"Lui mi ha baciata!",

"Non provare a dire che non l'hai voluto anche tu.", mi punta il dito contro.
Schiudo le labbra, ma mi rendo conto di non aver nulla da dire.
Vorrei negare ciò che ha appena detto ma non posso. Non ci riesco perché anch'io l'ho voluto, infondo.

Richard mi rivolge un'occhiata di disprezzo prima di voltarsi, e lo afferro di nuovo per il polso.

"Richard aspetta.", lo prego con voce tremante.
Non andartene, ti prego.
Quest'ultimo si volta verso di me, privato di rabbia ma solo con la delusione negli occhi.
E sapere che questo sentimento è per me, mi spezza.

"Io non sono mai stata innamorata come lo sono di te, Richard. Da quando sei arrivato tu, tutto è cambiato in meglio.", confesso ormai sul punto di piangere, "Io...", una fitta raggiunge il mio stomaco e sollevo i miei occhi verso i suoi, "Io ti amo.",

Non appena questa frase esce dalla mia bocca una scossa mi avvolge dalla testa fino ai piedi facendo vacillare leggermente le mie gambe.
Richard rimane impassibile.
Sospira spostando lentamente la mia mano dal suo polso e si passa una mano tra i capelli, come se fosse combattuto.

"Vorrei che ciò bastasse, Stephanie. Lo vorrei tanto. Stai dicendo tutto questo solo perché non vuoi che me ne vada, una frase dettata dal dolore. E vorrei crederti, ma tu non puoi stare con me se vuoi lui.",

"Io ti sto dicendo la verità, non è una stupida frase dettata dal dolore come l'hai definita tu!",.

Tu non sai quanto ci ho messo per capirlo.
Ora arrivi e dici che non vale niente.

Il petto mi fa male, è quasi come se fosse ristretto in una morsa e non riesco a reagire. Le parole che vorrei urlargli contro, in questo momento, mi muoiono in gola ogniqualvolta mi guardi con quel fare sprezzante.

"Menti. Stephanie, lascia stare. È meglio così, per entrambi. Siamo troppo diversi.", questa frase raggiunge il mio petto quasi come fosse un proiettile.
"Per diversi cosa intendi?", chiedo incredula scoppiando in una risata isterica, di quelle che fai per mascherare le lacrime, "Che tu sei miliardario, che possiedi un azienda rinomata in tutto il mondo e che io lavoro per te?! Tu non puoi etichettarmi così! Io sono la madre delle tue bambine, cazzo. Ragiona.", ringhio mentre una lacrima scende dai miei occhi iniettati di rabbia e delusione.

"Infatti resterai come tale. Nulla di più.",

Boccheggio spazzando via una lacrima dal mio viso.

"Tu non puoi scaricarmi così. Come se nulla fosse!",

"Non credo che per te sia contata tanto la nostra relazione visto che non hai perso tempo a farti baciare da lui.", e stavolta fa male.
Fa più male di tutte le cose che ha sputato su di me fino ad adesso.
Più male della scorsa volta, perché gli ho dato un'altra opportunità, l'ho reintrodotto nella mia vita nonostante la ferita facesse ancora male.

Ho introdotto io il coltello nella piaga, baciandolo, ma tu lo stai rigirando senza ritegno.

Stavolta non riesco più a trovare qualche frase di senso compiuto, così gli rivolgo un'occhiata di sprezzo prima di voltarmi ed andar via dalla parte opposta, sebbene casa mia sia nella sua direzione, ma non m'importa.

Gli ho confessato i miei sentimenti e li ha buttati all'aria come fossero niente.

Senza rendermene conto passo di nuovo di fronte al negozio di Ryan e quest'ultimo puntualmente ne esce e mi si piazza davanti sbarrandomi la strada.

Il sole batte forte sui nostri capi, è l'ora di punta, fa così caldo che sento potrei scoppiare sia a causa del subbuglio che regna dentro di me e sia per la rabbia.

"Stephanie non immagini quanto mi dispiaccia...", fa qualche passo verso di me ma mi scanso e lo supero di qualche passo costringendolo a voltarsi.

"Non dirlo. Va bene? Non dirlo.", detto ciò alzo i tacchi e sparisco tra le strade cercando di mettere a posto i pezzi del mio cuore.
Ma non sembrano combaciare.
Non tutti.






🍹• Spazio autrice • 🍹

No comment.
Fate voi.

A giovedì prossimo❤

Cheers🍹

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now