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"Svolta a destra, poi a sinistra.",
Sono in macchina con Ryan.
Dopo esserci abbracciati ho preferito farmi accompagnare a casa dato che le mie condizioni non erano delle migliori. Avevo le piante dei piedi tutte sporche di asfalto, il volto conciato malissimo e per evitare sguardi indiscreti ho preferito tornare a casa, ma prima ho mandato un messaggio a Richard su WhatsApp.

-Potresti portare le mie cose a casa più tardi? Nelle condizioni in cui ero un barbone sarebbe stato meglio di me e ho preferito farmi accompagnare a casa da Ryan.

Ma ha visualizzato senza rispondere, per cui ho lasciato perdere.

"È qui?", domanda il ragazzo dai capelli corvini al mio fianco indicando una casa a due piani bianca.

"Sì. È qui...", il pensiero di Kylie e Chloe invade la mia mente.

È già stato abbastanza affrettato introdurre Richard così nelle loro vite, preferirei andarci piano con Ryan. Magari gliele farò conoscere ma non così.

"Ehm...Io preferirei che tu non entrassi.  So che è da maleducata dirti una cosa del genere ma le mie figlie-"

"Tranquilla.", m'interrompe dipingendo sul suo volto un sorriso luminoso,
"Non è un problema. So cosa vuol dire dover gestire dei bambini e introdurre persone nuove nella loro vita non sempre è buono e semplice.",

Wow.

"I-io, grazie. Davvero.", gli sorrido anch'io anche se so che avrò l'aspetto di un bradipo appena svegliato da un letargo durato secoli.

"Di nulla.",

"A domani, allora.",

"A domani.", prima di scendere si sporge stampandomi un bacio sulla guancia ed arrossisco mentre apro la portiera e scendo.

Che imbarazzo.

***

"Ragazze, è pronto!",

Urlo dalla cucina rimembrando i tempi in cui lo faceva mia madre. Con l'unica differenza che non era mai pronto e che lo faceva per farti apparecchiare la tavola mentre ti rodevi il fegato perché il tuo stomaco si era già preparato ad accogliere tanto cibo e non trovando niente rimanevi secco.

Passo più volte le mani sul mio pantalone della tuta, asciugandole, perché si, sono troppo pigra per prendere un panno ed utilizzarlo. Asciugare le mani sui pantaloni è più semplice.

Entrambe le gemelline si fiondano a tavola e, mentre mangiano le loro pietanze, mi preoccupo di sgrassare i fornelli ricordando la giornata di oggi.

Probabilmente è stata la più pesante di sempre.
È successo tutto insieme.
Dalla cosa più grave a quella più futile.

La fronte è ancora rossa e si è formato un leggero rigonfiamento ma non fa niente. L'importante è che io sia a casa, avvolta nella mia tuta pulita appena uscita dalla lavatrice con la pelle che profuma di bagnoschiuma e pronta per infilarmi sotto le coperte, anch'esse pulite.

Perché, si sa, quando riesci a fare la combo capelli, corpo, pigiama e coperte pulite stai da Dio.
E anche quando ti togli un peso dalle spalle.

Risciacquo la spugna e la passo più volte intorno ai fornelli, poi asciugo con il panno e quando sto per iniziare ad azionare la lavastoviglie il campanello di casa suona.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora