• 8 - Ti va una tazza di latte e marshmallow?

30.3K 1.4K 488
                                    


Il giorno dopo il gala mi sono assentata di proposito, e come conseguenza ho almeno venti chiamate sul telefono da un numero sconosciuto, alla quale non ho assolutamente intenzione di rispondere perché sono certa di sapere di chi si tratti.
Kylie e Chloe dormono avvinghiate l'una all'altra, sul divano, con ancora i pop corn poggiati sul pavimento e la televisione che trasmette i cartoni.

Eh sì, è stata una bella maratona quella di ieri, ma il pensiero di Richard mi ha tormentata per tutto il tempo.

Quel suo modo infuriato di sbattere la cravatta a terra.
E poi perché una festa per il suo ritorno? Dove è stato tutto questo tempo, se prima non era qui?

Mi alzo dal divano sospirando e decido di andarmi a lavare.

***

Inizio ad affettare le cipolle, come chiesto dalla ricetta e poi le metto a rosolare in padella.

Stephanie passione chef.

Chi l'avrebbe mai detto? Da piccola ho dato fuoco all'intera cucina soltanto accendendo un tosta pane.

Improvvisamente suona il campanello e, siccome sono talmente pigra che mi scoccio di andare ad aprire, inizio a fissare la porta come se potessi riuscire nell'intento di vederci attraverso.

Vieni a me, vieni a me.
Mostrami chi è dietro di te.
Vieni a me, vieni a- awh non funziona.

Sbatto il panno sul piano cucina, spengo il fornello e mi dirigo verso la porta stando attenta a non svegliare le gemelline.

Peccato che questa porta non abbia lo spioncino...

Giro la chiave ed apro la porta con fare scocciato,ma la saliva mi va di traverso quando scopro che qui dietro c'è proprio Richard.

E il suo umore non è dei migliori,  non lo è per nulla.
Sembra che stia per uccidermi.
Aiut.

"Che ci fai qui?", maschero l'ansia mentre continua a fissarmi con la mascella contratta.

I capelli non sono più pettinati come ieri, bensì lasciati liberi e selvaggi e questo gli da un aria ancora più giovanile e fresca, specie se combinata alla semplice t-shirt nera.
Perché quando sono manzi anche una t-shirt è capace di farti saltare in aria gli ormoni.

"Che ci fai tu a casa e non a lavoro?", domanda a denti stretti.

Ma chi si crede di essere? Mio padre?

"Non sono cose che ti riguardano. Specie dopo ieri sera. E se stai tentando di aggiustare le cose sappi che stai soltanto peggiorando. Non voglio arrabbiarmi stamattina, perciò arrivederci.", afferro la maniglia della porta e faccio per chiudere ma a metà tragitto la porta viene bloccata da un piede.

Il suo.

Le sue mani fanno forza sulla porta riaprendola e vorrei incazzarmi ancora di più, ma non ci riesco quando vedo sul suo viso un espressione amareggiata e dispiaciuta.

Le uniche volte in cui lo avevo visto era sempre stato incazzato nero.

Alza gli occhi, che vanno subito in collisione con i miei, e mi accorgo immediatamente che sono rossi e lucidi.

Oh Dio. Non piangere. Non saprei come consolarti...
In vita mia non ho mai saputo consolare una persona, mai. Al massimo la facevo scoppiare a piangere più forte.
Ma cos'è che riesce a calmarti Stephanie?

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now