EXTRA: • 51 - Ti prendo a calci in culo.

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Tre mesi e mezzo dopo...

Ancora non riesco a credere che dentro di me stiano crescendo altre due creature.

"È predisposta ad avere gemelli. Oh, ovviamente ciò dipende anche dall'uomo."

Mi aveva detto la dottoressa sorridente, mentre mia madre si preoccupava di tenere una borsa di ghiaccio sul bernoccolo formatosi sulla fronte di Richard in seguito alla botta causata dallo svenimento.

Nel frattempo Chloe era scoppiata a ridere puntandogli il dito contro ed accusandolo di essere una femminuccia.
In effetti non mi sarei aspettata neanch'io una cosa del genere.
Tanto quanto non mi sarei mai aspettata che circa il mese successivo mi avrebbe fatto la proposta di matrimonio in seguito ad un litigio abbastanza violento, terminato con lui che stampava prepotentemente un bacio sulle mie labbra e che diceva "fanculo, voglio litigare sempre con te se serve ad averti nella mia vita e a baciarti così".

Poi si è inginocchiato, di fronte a me e a mia madre, che stava guardando un film sul divano mentre le gemelline erano ormai sprofondate in un sonno profondo.
E a quest'ultima ha causato un soffocamento con un pop-corn, dunque abbiamo dovuto attendere che stesse bene e ha continuato la proposta.

Giuro, sarei voluta scoppiare a ridere, ma ero troppo impegnata a piangere sia per la commozione che per la frustrazione data dal litigio da poco terminato.

Ormoni della gravidanza...

Ora sono qui.

Nel camerino.

Avvolta in una vestaglia di seta grigia, ad attendere che la gentile commessa faccia il suo ingresso per mostrarmi alcuni abiti mentre la mia famiglia mi attende fuori.
E sono così felice che sono sicura che tra qualche secondo la mia mascella cadrà a terra.

Sono incinta, aspetto altri due bambini dell'uomo che amo e sto per sposarmi con lui, ma sapete una cosa? Non sarebbe potuta andare meglio di così.
In meno di un anno la mia vita è stata totalmente sconvolta dal suo arrivo,  e non me ne pento per niente.

"Ecco qui!", fa il suo ingresso la commessa dai capelli rossi, appendendo le grucce, sulle quali sono appesi gli abiti, vicino ad un attaccapanni.

Mi alzo in piedi, barcollando leggermente per la pancia che già si vede, e mi avvicino agli abiti parzialmente nascosti dalle buste.
L'idea di sposarmi col pancione è stata sicuramente la migliore di tutta la mia vita.

"Abiti a sirena, come mi avevi detto tu. Sono quelli che mettono in risalto di più la tua pancia.", dice passandomene uno tra le mani.

È bianco, costellato di piccoli diamantini sia sul corpetto che sulla gonna ma quando osservo meglio quest'ultima, arriccio il naso.
Ha la gonna che sembra il piumone che ho nell'armadio.

"Decisamente no.", dico porgendole l'abito e lo prende tra le mani.

"Fuori uno.", constata.

Ne prendo un altro tra le mani, ma anche quest'ultimo viene scartato subito dopo: ha la scollatura troppo profonda ed è decisamente stretto. Il mio seno duro schizzerebbe fuori da quel corpetto.

Purtroppo neanche l'ultimo mi convince, ma provo ad indossarlo.

Forse addosso ha un altro effetto.

Quindi, dopo circa sette minuti passati a saltellare nel vestito per farmelo chiudere bene e stendere le pieghe, alla fine mi guardo allo specchio ma zero.
Non mi sta come piacerebbe a me, e l'idea di accontentarmi per non passare un'altra ora qui dentro mi sfiora.

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now