• 40 - Non venire a cercarmi.

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"Ryan, posso parlarti?",

Mi fermo alle sue spalle mentre posiziono la mia O' Bag nera sulla mia spalla.
Il ragazzo in questione si volta, con in faccia un espressione leggermente infastidita, ma vedo i suoi occhi fare su e giù ripetutamente per tutto il mio corpo.

Lo sapevo che non avrei dovuto mettere questi pantaloni, diamine.

"Sono sporca?", mi allarmo immediatamente sporgendomi verso le mie gambe e guardando per intero il pantalone.
Perché ho il ciclo mestruale, ed il pantalone è grigio.
Qualche anno fa capitò la stessa cosa: ero tutta sporca.

"No, tranquilla.", ridacchia ma mi guardo lo stesso il pantalone, constatando alla fine, per mia fortuna, che non mi sono sporcata.

"Che devi domandarmi?", chiede incrociando le braccia al petto.

"Tu e Richard avete qualche inimicizia alle spalle?", domando a bruciapelo, come sono solita fare. Ryan rabbrividisce sul posto ed inizia ad agitarsi leggermente: lo capisco dal fatto che inizia a grattarsi la nuca

"No. Nessuna.", risponde.

Io sfoggio il mio sguardo inquisitore, quello ereditato da mia madre.
E so che effetto fa, perciò è una bellissima arma a mio favore per farmi dire la verità.

"E perché vi comportate così ogni volta che vi incontrate?",

"Non mi sta particolarmente simpatico.",

"Allora è reciproco.", sbuffo esasperata lasciando cadere le mie braccia lungo i fianchi.

Il perché sarà qualcosa di stupido, immagino.

"Ma ti ha fatto qualcosa?", chiedo mordendomi più volte il labbro.

"Non a me, Stephanie. A te."

Cosa?

"E cosa c'entrerei io?", rimane interdetto per qualche secondo. Fa qualche passo in avanti, fino a trovarsi a pochi centimetri da me.

"Ci tengo a te, Stephanie. Non voglio raccontarti bugie, perciò ti dirò la verità.", e mentirei se dicessi di essermelo aspettata. E anche se dicessi che non mi è indifferente il modo in cui mi guarda. Le sue mani sfiorano le mie e le prendono tra le loro.

Inspiegabilmente il mio battito è accelerato. Giusto un po', ma è percepibile, ed è...frustrante.

"Lui ti farà stare male.", dice lapidario.
M'infastidisco improvvisamente e sciolgo il contatto che ha creato con le sue mani.
Questo non spetta a te dirlo.

"E che cosa ne sai? Leggi nel futuro, Thompson?", sussulto all'udire la voce di Richard alle mie spalle.
E, no, questa non ci voleva.
Inizio a guardare Richard con fare implorante, ma ignora deliberatamente il mio sguardo fissando Ryan con fare famelico.
Tiene la mascella contratta ed i pugni stretti lungo i suoi fianchi.

Ryan passa al mio fianco e raggiunge Richard, fino ad essergli vicinissimo.
La tensione si fa così alta che potrei tagliarla a fette, sento che accadrà qualcosa di brutto, perciò mi avvicino ad entrambi e tento di mettere un po' di distanza ma è inutile.

"Non vedo nel futuro, ma nel presente. E so che tu sei un grandissimo pezzo di merda.", dice Ryan.

Ma allora le vuoi proprio prendere?

"Che c'è? Ti brucia il culo perché sta con me e non con te?", chiede sorridendo soddisfatto.
Sposto il mio sguardo su Ryan, confusa.

Dimmi che non dice sul serio, ti prego.

Per un Manhattan di troppoDär berättelser lever. Upptäck nu