• 7 - La festa per il ritorno di sto' coglione.

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"Ah."

Sento le guance imporporarsi per la vergogna: se mi dessero una pala probabilmente mi metterei a scavare, scavare e scavare fino a raggiungere il nucleo della terra.

Sono mesi che aspetto la dichiarazione del dipendente dell'anno ed adesso arriva questo qui e mi fa dimenticare anche come mi chiamo.

Recupero la poca dignità rimasta.
"Va bene. Grazie dell'informazione.",

"E sai anche che dovresti venire stasera a casa mia, verso le nove?", istantaneamente aggrotto la fronte e iniziano a tremare le gambe.

A casa sua? Alle nove? Per fare che, poi?
Non che mi dispiaccia l'idea di rimanerci da sola ma...-

"Per il gala per il mio ritorno, Stephanie.", sbuffa alzando gli occhi al cielo, spazientito.

Ah che imbecille, l'aveva pure detto. Ma questo non ti da' il diritto di fare il finto seccato. Ti stacco gli occhi e ci gioco a ping pong.

"Aaah...", metto su un sorriso imbarazzato.

Sotterratemi.

Richard mantiene sempre lo stesso sguardo serio, poi mi rivolge un cenno e si allontana mentre le mie colleghe racchie iniziano a parlottare tra loro.
Io intanto metto in moto il marchingegno che ho in testa, ovvero il cervello, per cercare di trovare una soluzione ad un problema: avevo organizzato una maratona di cartoni con le mie figlie, per stare un po' con loro, e purtroppo sarò costretta a rimandare.
Immagino già le loro faccine corrugate in espressioni dispiaciute.

Sospiro e inizio a dirigermi verso l'uscita del palazzo, con la borsa in mano e la giacca in spalla, per tornare a casa, spalancare l'armadio e tirare fuori qualche vestito.

***

"E perché non puoi fare la maratona con noi?", chiede Kylie con la voce velata di tristezza. Quest'ultima arrotola una ciocca dei miei capelli attorno al suo indice e inspira profondamente.

E sento il cuore stringermisi nel petto quando mi prende per mano e appoggia la testa sulla mia spalla.

"Amore mio...io-",

"Con chi devi andare?", domanda all'improvviso Chloe, senza neanche guardarmi, mentre pettina la sua Barbie.
Glaciale.

"Ahm...",

"Richard?", sobbalzo leggermente.

Ancora si ricorda il suo nome?
Ha più memoria di me.

Mi ha letteralmente colto alla sprovvista, non me l'aspettavo.

Mi passo una mano di fianco all'orecchio per mettere a posto una ciocca di capelli ribelli, e schiudo le labbra.

"Sì. Ci sarà anche lui.", sospiro.

Finalmente Chloe alza lo sguardo verso di me, quindi si ferma a guardare un punto fisso.
Riesco a vedere il motore della sua mente azionarsi per pensare a qualcosa, ed inizia a venirmi una certa ansia.

Questa bambina è un prodigio.

"Allora ti perdoniamo.", decreta. Sospiro dal sollievo ed apro una bottiglia d'acqua per iniziare a bere.

"Però devi portare anche noi due.",

L'acqua mi va di traverso e sputo tutto per terra mentre sento le lacrime salire agli occhi.

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now