• 35 - Maledetto.

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Stephanie's pov.

"Dove sono le bambine?", domanda Ryan facendo il suo ingresso in casa mia.
"Al parco con Richard.", sospiro. Chiudo la porta alle mie spalle e vado in salotto.

"È successo qualcosa?", domanda raggiungendomi, poi si siede sul divano tenendo le braccia incrociate al petto e fa scorrere il suo sguardo inquisitorio su di me.

"Nulla.", rispondo.

E apparentemente non è nulla quello che è successo.
Ma la verità è che dentro quello sguardo io ho visto di tutto.

"Steph...", insiste e sento gli occhi bruciare leggermente.

"Mi ha chiesto di tornare a lavorare lì. Vuole risolvere la questione.", sputo il rospo rivangando a quando l'ho incontrato davanti alla sede.
Accendo il ventilatore e mi siedo di fianco a Ryan, che non esita a cingere le mie spalle col suo braccio.
Io poggio la testa sulla sua spalla e sospiro rumorosamente.

"Che vorresti fare?", domanda.

"Beh, la paga è buona. Se fossi da sola il lavoro da fioraia non mi avrebbe pesato più di tanto, ma ho due figlie e a stento posso permettermi qualcosa. Non ho più la babysitter, tu non potrai badare alle mie figlie per sempre.",

Poi come un flash mi attraversa l'immagine di Victoria nella mente.

"Ryan.", mi volto di scatto sedendomi e mi rivolge uno sguardo confuso che m'incita a parlare.

"Io devo scoprire chi è che mi ha messo nei guai, anche se credo di saper di chi si tratti, ma devo saperlo per certo e mettergli la merda in faccia.", stavolta la determinazione si impossessa del mio corpo e ritorno la Stephanie agguerrita di sempre più forte che mai.

"Non dirmi che-",

"Sì. Accetterò quel lavoro e spaccherò il culo a tutti quanti. Me lo devo.",

"Ma-", il rumore del campanello rimbomba nell'atrio all'improvviso facendomi sobbalzare e vado ad aprire la porta per vedere di chi si tratti.

E sinceramente non mi sarei mai aspettata di trovare già Kylie e Chloe già a casa che tengono tra le mani un gelato e Richard alle loro spalle.

"Ciao mamma!", salutano entrambe entrando dentro correndo e rimango sulla soglia indecisa sul da farsi.

Accettare la proposta lavorativa implicherebbe anche vederlo tutti i giorni.

"Ahm...Ciao Steph.", saluta.
Riesco a vedere un lieve rossore prendere vita sulle sue guance e schiudo leggermente la bocca.
Richard imbarazzato.
Wow.
Segnate questa data.

"Ciao.", ribatto monocorde.

E nessuno parla più.
Rimango appoggiata all'uscio della porta mentre il vento caldo di Luglio solletica il mio viso e sembra giocar con i miei capelli.

"Stephan- ah.", s'interrompe Ryan, apparendo alle mie spalle con una bambola senza testa in mano.

E vorrei ridere per la situazione, ma mi trattengo.

Richard sembra cambiare immediatamente umore.
Il suo colorito passa dal roseo al pallido e vedo le sue grandi mani stringersi in due pugni.

"Salve Thompson.", lo saluta con un tono di voce innaturale, che cela dietro tanta rabbia.
Ryan lo squadra con aria sufficiente, poi mormora un secco 'ciao' e ritorna in salotto lasciandomi sola con lui.

Altra cosa: devo scoprire perché si odiano così tanto.

Seguo Ryan con lo sguardo finché non sparisce dietro il muro del salotto,poi ritorno ad appoggiarmi all'uscio della porta e sospiro guardandolo.

Per un Manhattan di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora