• 39 - Chiudi il becco e baciami.

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"Io ancora non ci credo.", borbotta mia madre con la bocca piena.

"Mamma, ingoia prima di parlare.", le dico ma mi riserva una delle sue occhiate agghiaccianti prima di bere un sorso d'acqua e incrociare le mani.

Intanto io sposto il piatto di spaghetti un po' più in là e rimango in religioso silenzio osservando le mie bambine che cercano buffamente di maneggiare le posate.

"Stephanie.", mi volto verso di lei e indica il piatto di spaghetti.

"Mangia. Non te lo far ripetere due volte. Hai perso sei chili.",

"Almeno ho il fisico pronto per la prova costume.", ironizzo ma non funziona.
Impugna la forchetta e la punta verso di me per minacciarmi così afferro il piatto di spaghetti.

Questa donna mi fa paura.

"Comunque...", si abbandona allo schienale della sedia, quindi si sporge verso Chloe e le tappa le orecchie indicandomi di fare lo stesso.
Tappo le orecchie a Kylie con sguardo interrogativo.

"Te lo sei scopato? Insomma, è un bel manzo.",

"Mamma!", urlo togliendo le mani dalle orecchie di Kylie, la quale inizia a guardarmi con un'espressione interrogativa in volto.

"Ehi, non ti sei fatta problemi a-",

"Va bene! Ho capito, okay? No. Non abbiamo fatto niente e niente faremo.",

"Che cosa?", s'intromette Chloe.

"La giostra.", risponde prontamente mia madre.

E vorrei sotterrarmi.

"La giostra?", domanda Kylie, "Cos'è?", continua.

"Un gioco che dovrebbero fare tua madre e il tuo papà.", prendo un boccone di pasta in bocca cercando di evitare lo sguardo insistente di mia madre.

"E perché non lo fanno?",

Aiutatemi.
Ve lo chiedo, perfavore.

"Perché tua madre è una cretina.",

"Ehi!", urlo offesa lasciando cadere le posate nel piatto.
Lei mi fulmina con lo sguardo e sono costretta a riprendere a mangiare.

"Questo è abuso di potere.", borbotto.

Mia madre mi ignora, e continua a parlare con le bambine riguardo questa giostra.
E oddio, è impossibile non pensare male ad ogni domanda che fanno; fortuna che sono piccole e non capiscono.

"La prossima volta voglio giocare anch'io!", urla Kylie entusiasta battendo le mani.
Arrossisco di colpo alzandomi dalla tavola e prendo entrambe le bambine per mano portandole in salotto.

"Okay, basta. Vediamo un film?",

***

"Ho saputo solo adesso che sei svenuta. Stai bene?", domanda Ryan col fiatone piombando nel mio ufficio.

È inevitabile non sorridere quando una persona piomba nel tuo ufficio soltanto per chiederti come stai.
È dolce.

I suoi capelli neri sono più scombinati del solito, indossa una semplice maglietta nera che fascia le sue braccia muscolose.
Mi alzo dalla mia postazione strofinando le mani sul mio pantalone a vita alta e gli sorrido.

"Va tutto bene. Tranquillo.", lo rassicuro.

Sul suo volto prende forma un sorriso rilassato e si passa una mano tra i capelli.

Per un Manhattan di troppoWhere stories live. Discover now