13•||Alone

5.7K 114 14
                                    

Sara's P.O.V.

Dopo aver salutato Jack ed essere arrivata a casa mi chiama Jacopo.
<Ei, sei a casa?>
<Certo, dove dovrei essere?>
<Così per chiedere>
<Tu?>
<Appena arrivato>
Parliamo per 10 minuti al telefono e poi vado a mangiare, vedo mio fratello abbastanza cupo, merda mica è successo qualcosa a lavoro, speriamo di no gli piaceva tanto lavorare lì.
<Ei, tutto apposto?> mi guarda disorientato.
<Si si tutto bene> risponde e fa un sorriso palesemente finto.
<Oliver cosa succede?>
<Vuoi davvero saperlo?>
<Si> mi alzo e mi siedo nella sedia vicino alla sua.
<Dimmi> incoraggio.
<A chiamato> si blocca di scatto.
<Chi, chi a chiamato?>
<Una donna>
<Okay, non capisco> cosa dovrebbe importare a me se chiama una donna.
<Quella donna era->
<Oliver non fare il misterioso, arriva al punto>
<A detto di essere nostra madre> rimango impietrita a questa rivelazione.
Ero pronta a tutto davvero, ma non a questo.
Mi sale la rabbia, una rabbia gigantesca.
Mi alzo di scatto e mi allontano da mio fratello.
<Sara...> non lo lascio finire.
<Devo stare sola> mi giro e vado in camera mia.
Da rabbia diventa tristezza, una forte  tristezza, com'è possibile che una donna abbia chiamato  dicendo che sia nostra madre? Come a fatto ad avere il suo numero? Chi glielo ha dato? Come fa a dire che siamo suoi figli?
Non ci capisco più niente, mi gira la testa fortissimo poi mi sale una domanda.
E papà? Anche lui? Ma lui saprà della nostra esistenza? Saprà della mia esistenza? Ma io ho un papà?
Mi cola tutto il mascara e sporco la maglia grigia,prendo una felpa di quelle giganti bordeaux.
Mi metto le scarpe e non vedendo perfettamente le scale per colpa delle lacrime esco di casa.
Non so sinceramente dove andare  so solo che mi voglio allontanare per un po' da casa mia.
Alla fine mi ritrovo in un parco abbandonato abbastanza lontano da casa, voglio parlare con qualcuno, non mi importa chi.

Prendo il primo numero che ritrovo nei messaggi e gli mando la posizione, penso sia Jacopo ma continuo a piangere e non riconosco le lettere,solo una "O" finale.

Ancora non ci capisco niente e mi sento così sola, così terribilmente sola, non capisco perché debba rovinare tutto, mi rovina tutto da quando sono piccola, ho passato i tre anni più belli della mia vita qua a Los Angeles con mio fratello, lei arriva a caso un giorno e mi incasina tutto.
Mi sento toccare sulla spalla sobbalzo e mi giro  di colpo dallo spavento, quando mi giro mi ritrovo davanti Jacopo, mi alzo e lo abbraccio, continuo a piangere ma non mi importa, non mi importa che mi veda così fragile, ora non mi importa, anche io sono umana e posso piangere come tutti in questo mondo, che ora dal mio punto di vista è un mondo di merda.
Mi accarezza la testa con frasi del tipo "Va tutto bene","Tranquilla ci sono io" oppure "dai non piangere", io lo guardo e ancora tra i singhiozzi gli rispondo.
<Grazie di essere qui>
<E questo che fanno gli amici, ci sarò sempre> questa risposta mi fa piangere ancora di più.
Mi stacco dal suo abbraccio e mi siedo sulla panchina.
<Cosa succede?> mi chiede.
<È successo un casino, un grandissimo casino>
<Raccontami sono qui per te>
Io lo guardo, subito sono un po' esitante ma poi crollo è ancora piangendo gli racconto tutto, tutto.
Di quando i genitori miei e di Oliver ci hanno abbandonati dalle suore, dei miei incubi e del perché non volevo farlo andare via quella sera, gli ho detto che è lei la colpa dei miei incubi, che Oliver la perdonata ma io no, mi ha tolto tutto quello che generalmente una ragazzina ha bisogno e in primis l'affetto da parte di due genitori, gli ho detto che Oliver anche quando eravamo in orfanotrofio mi faceva sia da padre che da madre che lui mi ha sempre dato dell'affetto ma che comunque la perdita la senti, gli ho detto che Oliver lavora da quando a 17 anni e che ha 18 mi ha portato via da quel inferno e poi gli ho raccontato della chiamata, di quella chiamata.
Mentre gli racconto mi tiene per mano e mi ascolta con molta attenzione.
Capisce immediatamente, che io non voglio compassione e neanche dei consigli, voglio solo che qualcuno che mi ascolti veramente.

Mi guarda e ancora tenendomi per mano mi dice:
<Vuoi fare una cosa?>
<Se mi sarà utile per distrarmi, si> rispondo asciugandomi con la felpa le lacrime.
<Andiamo al Venice Beach, prenotiamo una stanza d'albergo e stiamo lì tutto il giorno e poi domani sera torniamo a casa>
<Lo faresti?>
<Lo farei per te>
<Ma io non ho un costume>
<Neanche io, lo prendiamo li, andiamo>
Saliamo in macchina e partiamo, qualcosa mi dice che domani sarà un giorno stupendo, perlomeno lo spero.

_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
Cosa aspetterà a Sara e Jacopo al Venice Beach?
Si divertiranno come hanno previsto?
Per sapere quando posto di nuovo seguitemi su Instagram sul profilo ufficiale di "HO SCELTO TE" per scoprirlo mi chiamo: _.marystories._

||•HO SCELTO TE•||Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang