46•||It's Not Goodbye

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<Allora, dove vogliamo andare?>
<Gelato> urla Jasmine.
<Qua vicino c'è una gelateria> continua sempre lei.
<Bene allora gelato sia> risponde Jack guardando sua sorella dallo specchietto retrovisore, io sorrido alla scena.
Dopo qualche minuto arriviamo a questa gelateria molto carina, Jasmine prende un gelato al cioccolato, io alla vaniglia e Jack lo stesso di sua sorella.
<Bene, ora dove volete andare?> chiede Jack una volta che abbiamo finito tutti di mangiare.
<Facciamo una passeggiata> dico, Jasmine mi sorride e mi fa di si con la testa e Jack approva, allora cominciamo a camminare per le vie trafficate di Houston senza una meta precisa, semplicemente una passeggiata.
Dopo qualche minuto che camminiamo da lontano vedo una specie di parco con una fontana in mezzo decorata, non ci sono giochi e neanche bambini, solo delle panchine sparse.
<Ei vogliamo andare lì?> dico indicandolo.
<Va bene basta che non ci siano bambini della mia età> dice Jasmine è io gli sorrido.
Attraversiamo la strada è entriamo in questo parco, non ha niente di speciale ma è molto carino.
Ci sediamo su una panchina e Jasmine va vicino alla fontana poco distante da noi.
<Carina tua sorella> dico a Jack.
<È bellissima> risponde e gli sorrido, mi guarda e aggiunge:
<Anche tu lo sei> e mi da un bacio a stampo.
Sento il mio telefono squillare allora lo prendo e sulla schermata leggo il nome di mio fratello.
<Cazzo> dico
<Cosa c'è>
<Non chiamo mio fratello da venerdì sera, sarà arrabbiato, cavolo> dico.
Mi alzo e mi allontano.
<Pronto?> dico con voce di scuse.

Jack's P.O.V.

Vedo Sara gesticolare, lo fa sempre quando è nervosa e ora direi che lo è tanto.
Mi giro per guardare Jasmine che gioca con l'acqua della fontana e sorrido, non so perché ma quando guardo questa bambina sorrido sempre.
All'improvviso si gira e mi guarda e poi si avvicina alla panchina.
<Perché mi guardi?> mi chiede una volta seduta sulla panchina.
<Non posso?> chiedo e lei fa un mezzo sorriso.
<Dov'è Sara?>
<È andata un attimo in la, sta parlando con suo fratello>
<Sara ha un fratello?>
<Già> dico e cala il silenzio.
<Allora> comincia Jasmine, gli faccio segno di continuare e lei lo fa:
<Tu e Sara vi amate?> mi chiede e io mi sorprendo, mi aspettavo una qualsiasi domanda ma non questa sinceramente.
<Si, ci amiamo>
<Bene, perché mi sta molto simpatica>
<Sono felice, allora dimmi, come stai con la mamma> gli chiedo lei mi guarda in faccia e poi abbassa lo sguardo.
<Cosa c'è che non va?>
<Niente niente, con la mamma mi diverto è solo che...> lascia in sospeso.
<Cosa?>
<Mi posso fidare di te?> mi chiede.
<Certo, sono tuo fratello puoi parlarmi di qualsiasi cosa>
<Okay beh, non so come dirlo...mamma a volte mi lascia sola a casa, anche tutta la notte, mi sveglio la mattina che lei non c'è e mi lascia solo un bigliettino incomprensibile che non riesco a capire perché cavolo, ho sempre 6 anni, poi verso l'ora di pranzo viene la vicina, Rose, una signora abbastanza anziana che mi fa da mangiare e poi se ne va e mamma ritorna il pomeriggio, succede quasi tutte le domeniche mattine da quasi un anno, non voglio più vivere così> dice tutta di un fiato e poi si gira per non farsi vedere in volto, non pensavo che fosse una persona così irresponsabile mia madre, ora capisco perché è così matura questa bambina.
<Ei> la chiamo ma non si gira.
<Dai guardami un secondo> gli chiedo, subito è un po' esitante ma poi mi guarda e vedo che gli casca una lacrima sulla guancia, gliela asciugo e dico:
<Non mi immaginavo che tu vivessi in queste condizioni, pensavo fossi felice qui e che non avresti voluto neanche vedermi, mi dispiace di averti trascurato, non sono tuo padre ma sono comunque tuo fratello e avrei dovuto essere più presente nella tua vita> gli cade un'altra lacrima, la prendo e l'abbraccio.
<Perché non avrei voluto vederti?> mi dice sulla mia spalla.
<Facciamo così> dico rimettendola seduta per bene sulla panchina.
<Che ne dici se per Natale vieni a Los Angeles, ormai è fra qualche settimana, che ne dici?>
<Mi piace Los Angeles, so che qualche anno fa abitavo lì>
<Bene allora andata, ti verrò a prendere io e ritorneremo insieme, vedrai papà>
<So poco di lui, la mamma non mi parla mai di papà>
<C'è poco da sapere in realtà, comunque lo conoscerai, con il tempo> non mi va di dirgli che per me è un padre di merda, non sarebbe giusto perché questo è un mio pensiero personale.
Sono rimasto un po' "sconvolto" da quello che mi ha detto, non me lo sarei mai immaginato, però sono felice che potrò passare il Natale con lei.

Sara's P.O.V.

<Sicura che vada tutto bene allora?> è la ventesima volta che me lo chiede, pensa che io non lo chiamato in questi giorni perché ero arrabbiato con lui o che comunque era successo qualcosa qui, nonostante gli abbia detto più volte che semplicemente sono state giornate piene.
<Va tutto benissimo, tu non preoccuparti, ci vediamo fra qualche ora eh>
<Che si muova il tempo che mi manchi scema>
<Anche tu scemo, ora fammi andare che sono almeno 30 minuti che sono qua in chiamata con te e ho lasciato Jack e Jasmine da soli, quando torno a casa ti racconterò tutto>
<Va bene, chiamami se qualcosa non va>
<Certo> dico e finalmente stacco, ero andata dall'altra parte della fontana, quando vado verso la panchina vedo Jack e Jasmine seduti vicini che ridono e scherzano.
<Eccomi, scusatemi>
<Tranquilla> mi dice Jack.
<Sara sai che passerò il Natale con voi, sono molto felice>
<Davvero?> chiedo sorridendogli e lei mi fa cenno di si, guardo Jack che mi fa segno con le mani che ne parleremo dopo.
Jasmine si alza e ci guarda.
<Dicci> gli dico.
<Sono le 17, andiamo a casa?>
<Vuoi ritornare> lei fa di si con la testa e si stropiccia gli occhi.
<Va bene andiamo> dice Jack, si alza e mi aspetta, una volta vicino a lui gli do la mano e ci incamminiamo verso la machina.

***

Siamo tornati a casa da mezz'ora, Jasmine è andata in camera sua e io sono andata in camera mia e di Jack che preparo le valige, tra un po' partiamo, mangeremo qualcosa una volta arrivati lì, abbiamo l'aereo per le 20.
<Ma ti rendi conto?>
<Ho 40 anni e non ho bisogno che un ragazzino mi rimproveri, sono grande e vaccinata>
<Ma lei ne ha 6 è una bambina> comincio a sentire queste urla dalla cucina, esco immediatamente dalla camera da letto e corro li.
<Cosa succede?> chiedo.
<Jasmine passerà Natale e capodanno a Los Angeles e non c'è niente che tu possa fare> dice alla fine Jack, mi prende per mano e andiamo in camera, pende tutti i suoi vestiti e li sbatte nella sua valigia completamente a caso.
<Ei Ei calmati, fermati un secondo>
<C'è ne dobbiamo andare, subito, non voglio più stare qui>
<Va bene però calmati per favore, lascia fare a me, vai a parlare con Jasmine okay?> gli tengo il viso con le mani, mi da un bacio a stampo e si alza, prima di farlo uscire dalla stanza lo abbraccio e gli dico che andrà tutto bene e alla fine esce.
Mentre metto apposto le ultime cose chiamo un taxi e il ragazzo d'altro capo del telefono mi dice che fra massimo 15 minuti arriverà sotto casa allora lo ringrazio e vado da Jack che è ancora in camera da Jasmine.
<Ei> dico entrando in camera, Jack è seduto sul letto di Jasmine e lei è a gambe incrociate sullo stesso letto, quando si gira gli cade un lacrima sulla guancia, si alza e mi viene ad abbracciare.
<Ci rivediamo presto, stai tranquilla> la prendo in braccio e la rimetto sul letto.
<Un mese, giusto giusto 30 giorni, tuo fratello sarà qui il 21 dicembre e starai insieme a noi tantissimo tempo, okay?> dico guardando tutti e due, Jack mi fa di si con la testa e la stessa cosa fa Jasmine.
<Bene e ora non piangere, sei bellissima quando ridi> dico e lei mi sorride.
<Mi mancherete> dice Jasmine.
<Non è assolutamente un addio> gli dice Jack e sorride a tutte e due.
Dopo qualche minuto e qualche lacrima io e Jack scendiamo e saliamo sul taxi, mi mancherà davvero quella bimba.

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Vi chiedo perfavore di dirmi con un commento se vi piace la storia, mi aiuterebbe molto a migliorarla☺️
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