47•||Top Floor

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Sono arrivata a casa da poco, una volta arrivati all'aeroporto fino ad arrivare a Los Angeles io e Jack non ci siamo detti grachè, gli ho tenuto la mano per tanto tempo per cercare di farlo tranquillizzare, per un po' è stato tranquillo poi però, una volta scesi dall'aereo è entrati in macchina, sembrava più incazzato di prima, mi ha lasciato a casa mia e poi se n'è andato dicendomi solo ciao.
Quando sono entrata in casa mio fratello mi prese in braccio e mi abbracciò come se non ci vedessimo da anni mi chiese di raccontargli tutto, lo feci, un po' in modo veloce e tralasciando qualche dettaglio ma lo feci.
Ora sono in camera ad aspettare Jaco che arrivi, gli avevo promesso che se fossi arrivata presto gli avrei raccontato tutto a casa mia.
Dopo pochi minuti mi bussa alla porta.
<Ei bellissima>
<Ciao scemo, entra su> gli dico ed entra e vedo che in mano ha una pizza.
<Hai detto di aver mangiato poco>
<Cosa farei senza di te> gli dico con gli occhi dolci.
<Ah non saprei> dice ridendo.
<Beh su, raccontami, cosa è successo?> mi chiede, una volta comodo sul mio letto, e subito gli racconto tutto ciò che è successo.

***

<Sua madre è una inresponsabile> mi dice, con un pezzo di pizza in bocca, dopo che ho finito di raccontargli tutto.
<Lo so, non me lo sarei mai aspettato> poi aggiungo:
<Anzi forse si>
<Jack la presa male vero?>
<Male? malissimo, in pratica non mi ha parlato per tutto il viaggio e una volta che mi ha portato a casa a malapena mi ha salutato>
<Cavolo, lo hai sentito poi?>
<No, ti ho chiamato e poi ho messo il telefono sotto carica, secondo me è meglio che stia un po' da solo adesso, se starà meglio sarà lui a chiamarmi domani è se così non sarà lo chiamerò io per assicurarmi che stia bene>
Ormai si è fatta mezzanotte passata e non mi va di fare andare via jaco da solo allora gli chiedo se vuole stare qui da me, lui accetta e poi mi racconta che ha conosciuto i genitori di Ian e che è stato tutto perfetto.
Poco più tardi ci addormentiamo tutti e due, sul mio letto.

Jack's P.O.V.

Arrivo a casa e non saluto nessuno nonostante sia passato davanti ad Alexa e lei mi abbia salutato con il suo solito sorriso a 36 denti, immagino che sia abituata a questo comportamento da me, è una cosa un po' triste effettivamente ma non so che farci.
Salgo in camera mia e chiudo la porta, sbatto a terra la valigia che mi ero portato e mi butto sul letto.
Non voglio crederci che mia madre sia veramente una persona del genere, come si fa a lasciare a casa da sola una bambina di 6 anni vorrei tanto sapere se mio padre ne sa qualcosa ma ovviamente non c'è a casa.
Ringrazio nella mia mente Sara di non avermi chiamato, probabilmente non gli avrei neanche risposto, anche se mi rendo conto di averla davvero trattata di merda una volta usciti dalla casa di quella che dovrebbe essere mia madre, spero me la perdonerà.
Quella ragazza è una santa, no, forse è solo una ingenua, se io fossi in lei mi sarei lasciato già da tanto tempo, ma la amo per questo, sa aspettarmi anche se non dovrebbe.
A questo ultimo pensiero mi addormento.

Stamattina mi sono svegliato presto perché c'è scuola, non che mi importi ma mi devo distrarre e spero di trovare mio padre in cucina quando scenderò.
Mi vesto con pantaloni della tuta e felpa della scuola blu e hai piedi delle converse nere, mi lavo e scendo con lo zaino in spalla, lascio lo zaino nel corridoio e non credo di aver mai sperato così tanto che ci fosse mio padre in casa, forse solo quando ero piccolo.
<Papà> lo chiamo ma non mi risponde nessuno.
<Papà sei a casa?> continua a non rispondermi nessuno, ovviamente quando ho bisogno di lui, lui non c'è allora decido di non andare a scuola per oggi ma andare al lavoro da lui.
Esco di casa, salgo in macchina e vado verso l'azienda.
Mio padre è a capo dell'azienda di famiglia, lui vuole che quando non ci sarà più che ci vada io a capo ma a me sinceramente non interessa.
Dopo 10 minuti arrivo davanti a quest'edificio in cui sono praticamente cresciuto, ha sempre avuto un non so che di bello.
Entro e vedo che dietro la scrivania dove prima c'era Alexa adesso c'è un'altra ragazza, avrà si è no 26 anni, forse neanche.
<Buongiorno, devo parlare con Black, il capo>
<Ha un appuntamento?>
<Lui non ne ha bisogno> dice una voce dietro di me che riconoscerei tra mille.
<Ciao Alexa, c'è papà?> e quando dico papà mi giro verso la ragazza con cui ho parlato prima, che quando si rende conto che sono il figlio diventa rossa in viso.
<Si è nel suo ufficio, è successo qualcosa?>
<Si, cioè no, gli devo solo parlare>
<Va bene va bene, io stavo appunto andando lì se vuoi ci andiamo insieme>
<Okay> non che sia poi così felice di andarci insieme a lei però meglio di niente, ci incamminiamo verso l'ascensore, avremo almeno 30 piani prima di arrivare al suo, dal ufficio di mio padre si vede tutta Los Angeles, da piccolo adoravo stare lì.
<Cosa è successo> mi chiede Alexa una volta che si chiudono le porte.
<Niente davvero, devo solo parlare con lui>
<Jackson>
<Jack, non Jackson> dico prima che continui
<Jackson io non ti starò simpatica ma ti conosco e non vieni qui da molti anni e di sicuro non vieni qui per parlare con tuo padre quindi non dirmi che non è successo niente, qualcosa è successo, se non vuoi dirmelo va bene, in fondo non sono nessuno ma non dirmi che non è successo niente> dice tutta d'un fiato.
Wow non pensavo che gli importasse così tanto di me.
<Non è che non mi stai simpatica, è difficile>
<Vorrei solo sapere cosa pensi di me> mi dice in tono triste.
<Vuoi davvero saperlo? bene, sei la mamma che non ho avuto in tutti questi anni, mi hai sempre accettato anche se ti trattavo di merda, anche se a volte avrei voluto prendermi a schiaffi da solo per ciò che ti dicevo, perché, anche se non sembra, io mi rendo conto di ciò che stai facendo per me è per mio padre che non c'è mai a casa, ci sei sempre tu, penso che tu stia a casa per me perché tu sei sempre stata una lavoratrice, quindi si, penso di volerti bene, solo, sono troppo orgoglioso per dirtelo>
Penso che me ne pentirò. Mi giro per guardarla e le vedo scendere una lacrima. Si me ne pentirò sicuramente.
Dopo qualche secondo di silenzio in cui ho controllato almeno 5 volte a che piano eravamo sento il viso di Alexa che mi guarda, ma non riesco a girarmi allora non lo faccio, quando poi fa una cosa che non mi sarei mai immaginato.
Mi abbraccia.
Semplicemente, mi abbraccia, io ricambio e la sento sospirare come se in quella frazione di secondo in cui non ricambiavo stesse trattenendo il respiro.
<Quella ragazza ti fa bene> mi dice, non capisco, di chi sta parlando?
<Parlo di Sara, lei ti fa bene> aggiunge come se mi avesse letto il pensiero, si stacca dall'abbraccio e mi guarda in faccia.
<Tu non sei una brutta persona, io lo sempre saputo, avevi solo bisogno di tempo, so che ciò non vuol dire che sarai più simpatico con me da oggi in poi, lo so molto bene, però è un inizio> mi dice e io semplicemente faccio di si con la testa.
Dopo 1 minuti o poco meno finalmente l'ascensore arriva e si aprono le porte, usciamo tutte e due e andiamo verso l'ufficio di papà, uno volta davanti aspetto un secondo prima di arrivare davanti alla porta di quell'ufficio Alexa mi blocca dicendomi di entrare prima io e che lei sarebbe entrata dopo di me, io gli dico che va bene e poi prima di bussare senza girarmi gli dico:
<Comunque non sono anni che non vengo qui, ci vengo almeno una volta al mese ma lo faccio quando tu hai la giornata libera>
<A fare cosa, se posso sapere>
<Vado all'ultimo piano>
<Ah...va bene> dice senza aggiungere niente.
L'ultimo piano è il piano che preferisco, lo è sempre stato.
Guardo per un secondo la donna che mi ha praticamente cresciuto inconsapevolmente e poi mi giro di nuovo verso la porta.
Busso e aspetto che mio padre mi dia il permesso di entrare.

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Chissà cosa c'è all'ultimo piano...
Vi chiedo perfavore di dirmi con un commento se vi piace la storia, mi aiuterebbe molto a migliorarla☺️
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