35•||Confession

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Mi sveglio alle 6:30, anche se è venerdì e non sono andata a scuola per tre giorni oggi mi sono decisa di andarci.
Mi alzo e mi vado a lavare, mi vesto con dei jeans a vita alta strappati sulle ginocchia e una maglia di mio fratello, lui ancora dorme e non ho intenzione di svegliarlo.
Una volta pronta prendo un foglietto da mettere sul comodino di mio fratello, sopra ci scrivo:

"Buongiorno dormiglione, non preoccuparti per me sto andando a scuola e ritorno a casa a piedi.
XoXo -Sara"

Esco di casa abbastanza assonnata, il sole è sorto da qualche minuto ormai è il cielo è ancora colorato di arancione e giallo.
Chissà se ci sarà Jack a scuola, magari mi parlerà e mi spiegherà il perché del suo comportamento, perché io non lo capisco proprio.
Dopo qualche minuto arrivo a scuola, fortunatamente per strada non incrocio nessuno e essendo presto neanche sulla scalinata c'è qualcuno.
Vado in classe e aspetto che arrivi la prof, Jacopo non si è fatto sentire e non so minimamente dove sia, ho deciso che gli dirò tutto, su jack.
Non mi giudicherà, al massimo solo una sgridata.
Glielo dirò durante gli allenamenti dì football visto che ormai i venerdì è da routine che sia così.
Suona la campanella è la cominciano ad entrare i ragazzi e le ragazze del mio anno, dopo poco vedo anche Jacopo che mi corre in contro con un sorriso smagliante.
<Tutto sto entusiasmo?> gli chiedo mentre si siede.
<Ci vieni agli allenamenti> sembra più un ordine che una domanda.
<Si>
<Bene perché ti devo raccontare una cosa>
<In verità anche io> confesso.
<Perfetto il giorno delle confessioni>
Quando Jacopo dice quelle parole entra Jack che mi guarda strana.
Inizia la lezione e la prof sta spiegando qualcosa ma non sto minimamente ascoltando sto solo pensando a cosa dire a Jacopo, più che cosa è come dirglielo, glielo praticamente nascosto.
<Pss> mi risveglia dai miei pensieri un ragazzo -di cui ora sfuggire il nome- seduto di fianco al banco mio e di Jacopo, mi giro e lo guardo pensando che mi debba dire qualcosa.
Mi fa vedere un bigliettino che a in mano e indica con il dito Jack che è seduto ad un banco di distanza dal suo.
Io alzo i pollici per fargli segno che ho capito è il ragazzo mi catapulta il bigliettino che atterra per terra vicino alla mia sedia.
Prendo il bigliettino e lo leggo, sopra c'è scritto:

"Dopo ti posso parlare? È importante.
-Jack"

-Sembra veramente il giorno delle confessioni.-
Mi giro dalla direzione di Jack che mi sta già fissando aspettando che io gli dia qualche segno di vita.
Gli faccio un sorriso e con la testa accenno un si.
Sembra quasi rilassato a questa cosa
Finisce la lezione e io e Jacopo andiamo direttamente al campo di football.
Perderò anche oggi le lezione ma non importa, ora mi importa che dica tutta la verità.
Ci sediamo sugli spalti e sul campo ci sono dei ragazzi che si allenano in tuta.
<Ti devo dire anche io una cosa però inizia tu>
<Sicura?>
<Si, parla> sembra terrorizzato e felice allo stesso momento.
<Ho conosciuto un ragazzo>
<Okay, ti sei fatto un amico quindi?> questa sarebbe la cosa importante?
<Una specie, è bellissimo e penso di piacergli, poi> non lo faccio finire.
<Aspetta, ma quindi tu sei gay?>
<Non è ovvio?> lo guardo con una faccia sbalordita, davvero pensa che sia ovvio il fatto che sia gay?
<chi è? Lo conosco?> cerco di cambiare discorso cercando di non far vedere che sono molto sorpresa.
<Si, hai presente il ragazzo che ti ha passato il bigliettino?>
<Si>
<Lui, si chiama Ian>
<E ti piace?>
<Beh un pochino, gli voglio chiedere di uscire> si vede che gli piace, a gli occhi a cuore.
Stiamo un po' in silenzio e poi Jacopo lo spezza.
<Allora cosa doveva dirmi>
<Beh, ti chiedo già scusa se non te lo detto subito, avrei dovuto ma non lo fatto>
<Tranquilla, spiegami>
Gli spiego tutto, e quando dico tutto intendo tutto.
Gli dico della prima volta in cui Jack è venuto a casa mia, di quello che è successo, del nostro patto è di quando è venuto in ospedale, della sua matrigna e di come si è comportato dopo avermi riportato in ospedale.
<Stai tranquilla> mi dice asciugandomi una lacrima che mi è scesa mentre parlavo della litigata.
<Ci sono io> aggiunge.
Mi abbraccia e non dice nient'altro, capisce che non ne voglio parlare più di tanto.
<Ne sei arrabbiato?>
<Per cosa?>
<Che non ti ho detto subito la verità>
<Tu sei arrabbiata perché non ti ho detto che sono gay?>
<No>
<Allora non lo sono neanche io> dice e mi abbraccia.
Sento che questa amicizia diventerà più forte e sicuramente saremo più attaccati ora.

Jack's P.O.V.

Vado a cercare Sara, lo vista uscire dalla classe mi io avevo una verifica quindi dovevo assolutamente andare in classe.
Vado al campo da football e la vedo che abbraccia il suo amico.
Gli vado vicino e con tutta la calma che posso avere gli chiedo parli.
<Sara puoi venire un attimo>
<Cosa vuoi Black?> mi attacca Jacopo.
<Solo parlare> dico guardandolo male.
Jacopo cerca di alzarsi ma Sara lo blocca prima.
<Tranquillo> gli dice.
Si alza e mi segue fino a dietro il muro.
<Cosa c'è?>
<Ti devo chiedere scusa, per tutto>
<Ci hai messo tanto>
<Hai ragione scusa>
Ho deciso che gli dirò tutto, su mio papà e Alexa.
Però non parlerò di mia sorella, nessuno lo sa e neanche lei deve saperlo.
<Mio padre a lasciato mia madre per stare con Alexa, io lo disprezzo, lo odio per come si è comportato, il fatto che si era comportato così con te, ma non perché sei te ma perché con me non si è mai comportato da padre>

Sara's P.O.V.

Lo ascolto attentamente, lo già perdonato, si è confessato con me, come potrei non perdonarlo.
Senza neanche farlo finire di parlare gli vado vicino e lo bacio.

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[Scusate l'assenza]
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