Capitolo 1- Tornare a casa.

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- Se scappi penseranno che sei un traditore. Lo capiranno e ti daranno la caccia.-

Andrew Turner strinse i denti tentando di trattenere un gemito di frustrazione. Stava in sella rigido e dritto come una lancia. La bruma del crepuscolo rendeva quasi impossibile distinguere i contorni e le sagome degli alberi, in lontananza, e perfino il profilo dello stallone di Maximilian, suo fidato amico. Quel clima era perfettamente in sintonia con il suo stato d'animo.

Un traditore.
Lo avrebbero considerato un traditore. Ma come poteva restarsene lì e lasciare che l'omicidio di Elizabeth restasse impunito? Erano trascorsi solo dieci mesi, dieci lunghi mesi durante i quali aveva pianificato tutto, dal più misero e insignificante dettaglio, per attuare la sua vendetta. Elizabeth era stata assassinata e gettata in pasto ai vermi senza ricevere nemmeno una degna sepoltura. Nessuno si era curato del fatto che aspettasse un bambino. Il suo bambino.
No. Lui non sarebbe rimasto con le mani in mano. Non ne poteva più, fremeva dal desiderio di vendicarla, di placare il suo tormento.

- Non sto scappando, Max - replicò in tono neutro, stringendo tra le dita le redini del suo stallone.

- Sto tornando nella mia città d'origine. Non posso più procrastinare. Devo tornare, devo vendicarla. Sarà l'unica cosa che mi consentirà di ritrovare la pace con me stesso. Mi capisci, non è vero? -

Naturalmente, Maximilian lo capiva. Tre anni prima aveva perso sua sorella, nello stesso identico modo, e sapeva che la vendetta era l'unica soluzione.

-Sì, Andrew, so perfettamente che cosa provi. Ma perdere un amico leale e sincero come te sarà un brutto colpo, per me. -
Andrew volse lo sguardo verso di lui, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso.

- Non mi perderai, Max. Tornerò, una volta che avrò sistemato le cose. Lo prometto. -
Lo sguardo di Maximilian si addolcì. Lentamente, annuì, poi indicò l'orizzonte e le cime degli alberi in lontananza.

- Fa attenzione, durante il viaggio. Partire a quest'ora potrebbe rivelarsi uno svantaggio, sai che la notte offre asilo a ladri e contrabbandieri. Un uomo di un lignaggio come il tuo è un bottino allettante, per loro. -

Nella sua voce Andrew colse l'ombra della sofferenza, di un'amarezza leggera ma destinata ad espandersi entro poco tempo. L'affetto che lo legava a Maximilian era dei più rari e sinceri che esistessero al mondo, lui lo riconosceva senza tanti problemi. La sua preoccupazione nei propri confronti lo portò a commuoversi, ma in qualche modo riuscì a trattenere l'impulso di piangere.

- Terrò a mente il consiglio, Max - rispose piano, mentre il suo stallone emetteva uno sbuffo leggero.
- Devo andare, adesso. Spero di arrivare per le prime ore del mattino.-
- Abbi cura di te, amico mio. -
In un gesto del tutto inaspettato, Andrew vide Maximilian sporgersi verso di lui e dargli una pacca sulla spalla.
Gentilmente, lui chinò il capo, poi spronò il cavallo al galoppo verso la nebbia, lasciandosi alle spalle l'amico e diretto a Londra. Dove, solo pochi mesi prima, qualcuno aveva tolto la vita all'unica donna che avesse mai realmente amato.

***
La nebbia diventava sempre più fitta man mano che i chilometri venivano macinati. Un paio d'ore dopo esser partito, Andrew puntò la fioca luce di una locanda, in lontananza, oscurata dagli strati su strati di bruma. Chiedendo un ultimo sforzo al suo cavallo, lo spronò ancora, aumentando il passo; sapeva che, non essendo più molto giovane, l'animale aveva bisogno di un cauto riposo.
Quando raggiunse il locale, uno stalliere gli si presentò davanti e, con cortesia, dopo che lui fu smontato, condusse lo stallone al riparo dal freddo.

- Non preoccupatevi, milord - lo precedette con timidezza, quando l'uomo fece per aprire la bocca. - Lo rifocillerò a dovere, vedrete che starà bene. -
Andrew si passò le mani sui calzoni e incassò il capo nel bavero del mantello, poi annuì e si diresse rapidamente verso l'ingresso della locanda.

L'interno era quasi completamente vuoto eccetto per un giovane segaligno - e all'apparenza privo di alcuna propensione verso le buone maniere - e un uomo più anziano seduto in un angolo in disparte che sorseggiava meticolosamente del vino rosso.
Andrew si strinse nelle spalle e si diresse al bancone.
Il pasto che gli venne servito fu tra i più poveri che avesse mai consumato: una zuppa intrisa d'aglio, bocconcini di pane raffermo e un panetto di burro. Nonostante lo striminzito contenuto, Andrew divorò tutto nel giro di cinque minuti, poi si appoggiò allo schienale della sedia e si lasciò andare ad un sospiro sconsolato.
Prima fosse arrivato a Londra, prima avrebbe svolto la sua missione e prima sarebbe tornato a casa. Sapeva che non sarebbe stata un'impresa semplice, tutt'altro: lo spregevole Visconte era accerchiato da una schiera di imponenti gentiluomini, tutti del medesimo grado e carattere, che non avrebbero esitato a difendere il loro compare.
Avrebbe dovuto agire con calma e scrupolosa attenzione e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

- Milord - sentì una voce chiamarlo all'improvviso, facendolo riscuotere dai propri pensieri.
Sollevò lo sguardo e incontrò quello di un uomo basso e tozzo, dai tratti vagamente nordici, e gli occhi di un azzurro acquoso.

- Vorreste farmi il piacere e l'onore di assaggiare qualcuno dei miei liquori? Sono stati definiti i migliori dell'intera Whitechapel. -

Una risata di tracotanza accompagnò le sue parole; tuttavia, Andrew decise di accontentare il locandiere e, accavallando le gambe sotto al tavolino rettangolare, rispose un - certamente, buon uomo - seguito da uno dei sorrisi più falsi che gli fosse mai capitata occasione di sfoggiare.
L'uomo si allontanò a passo svelto e, quando tornò, Andrew notò che, sul vassoio che sorreggeva, erano disposte diverse varietà di liquori, dal più chiaro al più scuro. Il vassoio vacillava leggermente, segno evidente che il locandiere era piuttosto eccitato ed impaziente di servire le bevande di cui sbandierava così assiduamente la prelibatezza ai quattro venti.

- Come vedete, milord, vi trovate di fronte a un'ampia scelta! -

Andrew lo fissò per alcuni istanti, cercando di decifrare la sua espressione di malcelata spavalderia e arrivò a riflettere che, nonostante tutto, l'alcol gli sarebbe stato d'aiuto. Gli avrebbe scaldato lo stomaco e, forse, lo avrebbe aiutato a dimenticare l'orrore del passato almeno per una notte.
Allungò la mano e afferrò la prima bottiglia sulla sinistra, senza nemmeno perdere tempo a leggere o a chiedere informazioni su quale tipo di liquore fosse.
Prima che il paffuto locandiere avesse il tempo di dire qualcosa, Andrew sollevò un braccio e gli fece cenno di appoggiare l'intero vassoio sopra il tavolo.
Lui gli rivolse uno sguardo incerto e incredulo, tuttavia obbedì e poi, dopo essersi cimentato in un goffo inchino, se ne tornò dietro al bancone.

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