Capitolo 27 - Mi faresti l'onore?

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Quando il respiro le tornò alla normalità, Megan si scostò le mani dal viso. Infilò le dita tra i capelli di Andrew e gli accarezzò la testa. Lui si puntellò su un gomito.
-Come ti senti?-
-Bene- sorrise lei -mi sento benissimo.-
Il sorriso di lui non durò molto, ma fu abbastanza per farla innamorare un po' di più.
-Tu non eri... - si interruppe, scostandole gentilmente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Vergine.-
-No- confermò lei serrando le labbra. -Da molto tempo, ormai. Non è stata una mia scelta. -
Lo sguardo di Andrew si incupì. -Sono stati quegli uomini? Quelli che ti hanno quasi uccisa?- le domandò fissandola in viso con sguardo duro.
Megan scosse la testa, abbassando gli occhi sulle loro dita ancora intrecciate.
-No- disse tornando a guardarlo. -Il loro padrone. Victor Wilkins.-
Si accorse che Andrew stava inspirando a fondo, così gli portò la mano libera al viso e gli sfiorò la mascella.
-Va tutto bene, adesso- lo rassicurò tentando un sorriso, sebbene il ricordo della violenza perpetrata dal duca, nel corso degli anni, fosse ancora vivido nella sua memoria.

-Gliela farò pagare- asserì lui con decisione. -Gli farò patire le pene dell'inferno. Lo giuro su di te, su di noi.-
Megan scosse la testa, fissandolo con gentilezza.
-Non ci penso più, ormai. Adesso penso solo al presente e il mio presente sei tu.-
Andrew la osservò con dolcezza.
-Megan, il solo pensiero che qualcuno possa averti strappato la purezza mi manda fuori di testa.- Scosse la testa, portandosi la sua mano al centro del petto. -Non permetterò che nessun altro ti faccia del male. Te lo giuro.-
Megan si sentì il cuore colmarsi di gratitudine, gioia autentica. Si sporse lentamente verso di lui e lo baciò con dolcezza.

-Sono tua, adesso- mormorò staccandosi e accarezzandogli i capelli scuri. -Di nessun altro.-
-E io sono tuo- disse lui con autentica determinazione. -Anima e corpo.-
Si stesero fianco a fianco, abbracciati, riscaldandosi a vicenda.
-Ho intenzione di invitare a cena un mio caro amico, tra qualche giorno- annunciò Andrew dopo un po'.
-Di chi si tratta?- mormorò Megan.
-Maximilian. Max- rispose lui sfiorandole la spalla nuda con un bacio. -Mi è stato molto vicino nei mesi trascorsi prima del mio ritorno e beh, mi manca. In fondo.-
Lei sorrise stringendosi di più contro di lui.
-Sarà un piacere averlo a cena, allora.-
Non si era ancora abituata al fatto che le era permesso cenare in sua compagnia, alla tavola grande, o che potesse indossare abiti molto diversi da quelli che di regola indossava la servitù.
-Sono convinto che lo troverai simpatico- rise lui, solleticandole i capelli con il naso.
Megan non lo sentì, perché era già crollata in un sonno pacificatore.

Andrew rimase a guardarla dormire accarezzandole i capelli e ricordando quante volte, in passato, aveva provato il desiderio di farlo.
Adesso lei era lì, era sua, si erano fusi in un unico corpo e un'unica anima e nessuno avrebbe osato separarli. Quel Victor Wilkins avrebbe pagato per ciò che le aveva fatto. Era una delle poche certezze che avesse, oltre al fatto che era profondamente innamorato di Megan. Megan, senza un cognome.

Quando Hanna raggiunse la camera da letto, Andrew era già sceso per dare ordine che venisse servito il pranzo. Megan era in piedi, davanti alla finestra, con la testa appoggiata contro il vetro, intenta ad osservare il paesaggio al di fuori. La nebbia rendeva la vista difficoltosa, ma riusciva comunque a scorgere il cancello d'entrata in lontananza.

-Posso?- chiese Hanna bussando alla porta.
Megan si voltò, e le sorrise.
-Hanna!- la salutò avanzando verso di lei lentamente e abbracciandola.
-Sono così felice di vederti, bambina- sussurrò la donna, accarezzandole i capelli.
-Ho avuto tanta paura di perderti... Ma Gladys ci ha assicurato che ti saresti ripresa presto!-
-Gladys- ripeté Megan scostandosi e invitando Hanna a sedersi sul letto. Dapprima lei parve sbalordita. -Non posso, Meg- scosse la testa fissandola con dolcezza. -È il letto del padrone.-
Megan si alzò. -Allora starò io in piedi.-
Hanna sospirò arrendendosi. -Sei sempre la solita.-
L'altra sorrise, stringendosi il mantello di cotone attorno alle spalle. Le temperature erano calate bruscamente in pochi giorni.
-Vuoi che accenda il fuoco?- si propose Hanna. Lei scosse la testa.
-Tra poco scenderò a pranzo, non ti preoccupare.-
L'anziana donna sollevò l'abito che teneva tra le braccia. Era di un blu turchese che le ricordò il colore degli occhi di Andrew, con ornamenti di pizzo bianco in corrispondenza del corpetto e delle maniche a sbalzo.

-Lo ha fatto arrivare Andrew per te- le spiegò Hanna con un sorriso.
Le si riempirono gli occhi di commozione.
-Non ho idea di quanto abbia speso, ma sono sicura che ti starà benissimo addosso per la cena che si terrà la settimana prossima con il Conte Maximilian. Si abbina ai tuoi capelli.-
Megan tracciò con le dita il percorso dei laccetti bianchi, facendosi passare tra di esse il pizzo bianco.
-È meraviglioso- sussurrò in preda a un attacco di gioia. Era senza fiato.
-Io lo amo, Hanna- aggiunse poi fissando la donna con una sincerità spropositata.
Hanna sorrise. -Lo so.-

Era trascorsa una settimana.
Quella sera, prima di entrare nella sala grande, Megan si fermò sulla soglia. Era agitata. Andrew le aveva detto di stare tranquilla, che il fatto di dover conoscere uno dei suoi più cari amici non avrebbe dovuto metterla in soggezione, eppure lei si sentiva così, all'improvviso consapevole che, dopotutto, era ancora una serva.
Strinse il pizzo dell'abito più bello che avesse mai indossato tra le dita, torturandosi il labbro con i denti.

Era stata accesa una decina di candelabri. Megan ne vedeva le fiammelle riflesse negli occhi di Andrew, in piedi davanti a un uomo che le dava le spalle. Doveva essere quel Max di cui le aveva parlato. Accanto a loro, con le braccia incrociate sul petto, c'era Philip. Quando distolse l'attenzione da loro e la scorse, sulla soglia della porta, le parve che stesse trattenendo il fiato. Le rivolse l'accenno di un sorriso, poi le fece un cenno del capo.
A quel punto Andrew la notò e il suo sguardo si illuminò. Era, senza ombra di dubbio, la creatura più splendente che avesse mai conosciuto. Ed era sua.
Diede una pacca sulla spalla di Max, che si voltò, e si diresse con un sorriso verso di lei.

-Sei bellissima- le sussurrò all'orecchio baciandola sulla fronte.
-Ho paura di non essere all'altezza- gli confidò lei guardandolo con sincera preoccupazione. -Lui, voi, siete nobili ma io... Io non lo sono. Credi davvero che mi accetteranno?-
Lo sguardo di Andrew si fece serio. Le strinse la mano.
-Dovranno farlo. Lo faranno perché sei tu, Megan, perché sarebbe impossibile non farlo con te.
Lo faranno perché sei la donna che io amo. E se non accetteranno te, non accetteranno nemmeno me.-

Lei lo osservò alcuni istanti in silenzio, poi un sorriso le incurvò le labbra. Ricambiò la stretta sulla sua mano e lo fissò con coraggio.
-Sono pronta.-
Guidata dalla mano salda di Andrew, Megan avanzò verso gli ospiti, a passi più sicuri di quanto avesse mai pensato.
Andrew la fece spostare davanti a sé, così che sia Max che Philip ne avessero una chiara visione. Era incantevole, assolutamente incantevole, con i capelli raccolti sulla sommità del capo da un nastro della stessa tonalità del vestito. Una ciocca sfuggiva di proposito all'acconciatura e ricadeva da un lato del viso.

-Signori, vi presento Megan- esordì il conte con un sorriso.
Philip parve divorarla con lo sguardo, ma il desiderio che era divampato nei suoi occhi fu debitamente spazzato via dalla razionalità.

Max, invece, la osservò con minuziosità per alcuni istanti durante i quali Megan si sentì sul punto di crollare. E se non fosse stata abbastanza per un conte? Che cosa avrebbe fatto se l'amico di Andrew l'avesse guardata con sufficienza?
Ma quello che Max fece fu esattamente l'opposto. Sorrise, prese gentilmente una mano di Megan e se la portò alle labbra.
-È un piacere fare la vostra conoscenza, Lady Megan. Sono appena arrivato da Brighton ed è stato magnifico ritrovare la felicità sul volto di Andrew. Siete voi la ragione della sua gioia. -
Lei non poté quantificare il sollievo di sentire quelle parole, né la gioia di vedere estendersi il sorriso sul volto di Andrew. Chinò il capo con un sorriso.
-Lord Maximilian.-
Quando sollevò lo sguardo su Philip lui la stava guardando con dolcezza. O forse fu solo un miraggio. Come l'altro nobile, anche lui le sfiorò il dorso della mano con le labbra forse indugiando un istante di troppo.
-Benvenuta in famiglia, Lady Megan.-
Lei tacque, rivolgendogli un sorriso. Tuttavia, non capiva per quale motivo tutti le stessero attribuendo l'appellativo di Lady. Si voltò verso Andrew, sorprendendolo a fissarla con un sorriso radioso. Lo fissò confusa, cercando di leggere nel suo sguardo qualcosa che le facesse comprendere quello strano comportamento.
Furono le parole che pronunciò in seguito a farglielo capire, e che la resero la donna più felice del mondo.

-Stavo giusto dicendo a Max e Philip- le annunciò Andrew con uno sguardo determinato e onesto,
-che voglio sposarti. Mi faresti l'onore, Megan, di diventare mia moglie?-

- IN REVISIONE - Il tuo respiro sulla pelle Where stories live. Discover now