Capitolo 9 - Il ritorno di un fratello.

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Mentre Andrew percorreva i lunghi corridoi delle ale principali del castello, passò davanti ai ritratti di gente conosciuta e sconosciuta che sembrarono irriderlo dalle loro cornici. Sopracciglia inarcate, sorrisi arroganti, espressioni altezzose. Parevano seguirlo passo dopo passo.
Il pensiero di rivedere suo fratello dopo quasi un anno gli procurò uno strano brivido di eccitazione.
Il rapporto che aveva con Philip era altilenante tra indifferenza e affetto, ma, in quei dieci mesi, Andrew aveva sentito la sua mancanza fin dentro le ossa. Mancanza che, in parte, Maximilian era riuscito a colmare.
Fuori stava albeggiando.
E, mentre i primi e tenui raggi di un pallido sole nascente filtravano dalle vetrate laterali, Andrew imboccò una larga rampa di scale che conducevano ai piani superiori. Il suo vecchio studio - che immaginava doveva essere stato occupato da Philip - si trovava nell'ultimo angolo sulla destra.
Di solito, quando loro padre era ancora in vita e il mondo non sembrava tanto crudele quanto poi si era dimostrato essere, Andrew e Philip si destavano alle prime luci dell'alba e correvano a rintanarsi in quell'unico studio. Si gettavano a capofitto nella lettura di romanzi e giornali e vi rimanevano per un paio d'ore, fino a quando i domestici non servivano la colazione e i romanzi venivano riposti nei loro scaffali. I due fratelli avevano la lettura come unica cosa in comune; quanto al resto - aspetto fisico e carattere - erano totalmente differenti. Se Andrew era alto, col fisico asciutto, una chioma scura e un paio di occhi grigi, Philip era di media altezza, più robusto e con i capelli e gli occhi chiari. Se Andrew era paziente, gentile e autoritario quando serviva, Philip era spesso irrequieto, burbero e impaziente.
Nonostante questo, però, il legame che li teneva uniti era dei più forti che esistessero al mondo.

Andrew si ritrovò davanti alla porta senza rendersi conto di quanti passi aveva percorso. Prese un respiro profondo, appoggiò le dita sulla maniglia in ottone e la abbassò.
L'interno era freddo, esattamente come lo ricordava. Davanti alla grossa finestra che occupava l'intera parete, c'era lui.
Un moto di impazienza lo fece fremere.
Sei tornato a casa, Andrew, pensò entrando con le mani strette a pugno lungo i fianchi.
Va tutto bene.

-Chiudi la porta - sussurrò la voce ruvida di Philip all'improvviso. Andrew fissò la sua schiena rigida ed eretta e un sospiro lasciò le sue labbra: non era cambiato affatto.

-Chi ti ha avvertito del mio arrivo? -

La testa di Philip si abbassò un poco, poi si voltò verso di lui e i suoi occhi si allargarono.

-La vecchia, non meno di un'ora fa - rispose scrutandolo dalla testa ai piedi, come per sincerarsi che fosse davvero lui. Che fosse davvero suo fratello.

-Diceva che saresti tornato molto presto, forse anche entro la giornata di oggi. Ed eccoti qui, infatti. Fratello.-

Andrew si sentì assalire da una miriade di emozioni mentre ripensava a tutti i momenti condivisi con Philip, alle prime bisticciate e poi alle alleanze segrete contro i genitori, alla loro grande amicizia che andava al di là del semplice legame di sangue. Erano stati fratelli nel vero senso della parola.
Andrew sperava che avrebbero ancora potuto esserlo.

-Sei tu. Sei davvero tu. E sei qui. -

La voce di Philip fremette, come spezzata da un lieve singhiozzo. Si era già vestito di tutto punto, e Andrew pensò che doveva averlo fatto per presentarsi al meglio al suo cospetto. Particolare che gli colmò il cuore d'orgoglio.

-Sono qui - confermò, richiudendo la porta alle sue spalle. -Sono tornato. -

Mentre il pallido sole si innalzava alto nel cielo, cancellando le tracce del clima tetro della sera precedente, Philip avanzò verso il fratello e gli si arrestò davanti. Andrew scrutò i suoi occhi azzurri, di parecchie tonalità più chiare dei suoi, e notò un luccichio marcato, che l'altro non si preoccupò di nascondere.

- IN REVISIONE - Il tuo respiro sulla pelle Where stories live. Discover now