Capitolo 30 - Solo una serva.

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Megan era al settimo cielo. Andrew le aveva portato un bracciale prezioso dal paese, una serie di perline concatenate alla cui estremità c'era un ciondolo a forma di farfalla, e un abito nuovo, color lillà, che sembrava ricamato dalla sarta migliore della città. L'entusiasmo che aveva provato di fronte a tanto altruismo da parte di Andrew aveva in parte soverchiato il malessere che ormai da giorni l'affliggeva. Nelle settimane precedenti, Megan aveva continuato a vomitare frequentemente.
La debolezza era diventata parte fondamentale di lei, ma nonostante tutto continuava a comportarsi come se fosse tutto nella norma.
Non era riuscita a dirlo a Andrew; ogni volta che ci aveva provato le parole le si erano bloccate in gola e niente era uscito dalle sue labbra.

Decise che avrebbe aspettato il momento giusto, sperando che lui non si accorgesse prima che il suo grembo si stava ingrossando. Era anche profondamente amareggiata per non riuscire a sostenere il peso di un amplesso, ma sperava che Andrew avesse capito che lei non lo faceva con cattive intenzioni.

Quel pomeriggio, dopo pranzo e un bagno caldo, Megan osservava le fiamme del fuoco che era stato acceso nella camera da letto. Il calore sprigionato le avvolse le membra dolcemente, e lei si lasciò cullare come se si fosse trovata tra le braccia di Andrew. Pensò a lui, che si era recato in città per svolgere delle commissioni, e che in quel momento le mancava più di qualunque altra cosa.

Aveva già deciso che quella sera, in ricordo del primo mese trascorso dalla loro prima notte d'amore, gli avrebbe detto tutta la verità, spiegandogli il motivo del suo cambio di umore e tutto il resto. Era sicura che Andrew avrebbe compreso, perché aveva detto di amarla e lei era sicura anche, più di ogni altra cosa, che quei sentimenti erano reali e sinceri.

All'improvviso udì il rumore di della porta che si apriva. Repentinamente voltò la testa per capire chi stesse entrando e rimase di sasso: il volto di Roxanne, perfetto come lo ricordava, spuntò dall'anta semiaperta. I capelli fulvi scivolarono di lato quando si sporse verso l'interno, puntandole addosso un paio di occhi sconvolti.
Megan si alzò in piedi, stringendosi il mantello di cotone attorno alle spalle. Sollevò il mento.

-Non restare lì- le disse con gentilezza. -Puoi entrare.-

La ragazza tacque per un lungo istante, poi si gettò un'occhiata alle spalle e chiuse la porta dietro di sé.
Sembrava agitata, sfinita, il cipiglio che Megan ricordava era sparito. Al suo posto, in quel momento, c'era un'espressione confusa e amareggiata che lei non riuscì a spiegarsi. Stava forse male?

-Che cosa ci fai qui?- le domandò Megan avvicinandosi con circospezione.
-Ti senti bene?-

-Roxanne?- insistette quando l'altra si limitò ad osservarla in silenzio.

-Sì- sussurrò tenendosi a debita distanza.
-No- scosse poi la testa, passandosi una mano sulla fronte. -Non credo di... di stare bene.-

Megan corrugò la fronte.

-È successo qualcosa?-

-Quel bracciale- la voce di Roxanne uscì in una specie di rantolo. -Te lo ha... Regalato Andrew?-
Megan sorrise, passando le dita sopra le perle del gioiello.
-Sì. È un dono meraviglioso.-

Lo sguardo di Roxanne si oscurò.

Accorgendosene, Megan la avvicinò ulteriormente.

-Roxanne?-

Allungò un braccio per sfiorarle la mano che tremava leggermente lungo il fianco della ragazza.

-Sai dove lo ha preso?-

Lei si strinse nelle spalle.

-In paese, così mi ha detto.-

Megan vide Roxanne serrare le labbra e chinare il capo.

- IN REVISIONE - Il tuo respiro sulla pelle Where stories live. Discover now