47. Un buon kanelbulle non ha mai tolto di mezzo nessuno

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Sono in paradiso.

File scomposte e colorate di dolci ricoperti di zucchero e sciroppi di ogni gusto sfilano davanti ai miei occhi su passerelle di cartoncini color pastello abbelliti da disegni per bambini.

Non ho mai visto nulla del genere in vita mia.

Un caleidoscopio di sfumature che vanno dal rosa al marrone chiaro mi illumina il viso, provocandomi quasi un giramento di testa.
Guardo ogni singolo dolciume, sentendo la salivazione raggiungere le stelle.

Passano interi minuti di perdizione, poi annuisco decisa, puntando lo sguardo sull'anziana signora che è rimasta pazientemente ad aspettarmi con un sorriso sul volto e la spatola in mano.

«Un bombolone alla crema, una girella alla cannella, gli waffle al pistacchio e...» mi sporgo in avanti per leggere la scritta sulla targhetta, «La ciambella al caramello salato, per favore».

Direi che potrebbe essere abbastanza.

Scott, che è alle mie spalle, posa una mano sul mio fianco scoperto, spostando leggermente il nastro sottile del costume da bagno.
«Mangerai tutto quanto?» domanda ironico, ridendo al mio orecchio.

Non stacco gli occhi dal sacchetto che la gentile signora sta riempiendo con tanta cura.
«Fino all'ultimo boccone».

«Stasera non avrai fame» mi rimprovera, proprio come farebbe mia mamma.

«Sono solo le cinque, abbi fiducia nel mio stomaco» mi volto leggermente per guardarlo negli occhi.

Sorride sghembo, alzando il folto sopracciglio verso l'alto, «Mi stupisci ogni volta» ammette, «La mia ragazza che ha più appetito di me... chi lo avrebbe mai detto».

Mi stringo nelle spalle, «Faccio tanta attività fisica, io» mento, punzecchiandolo di proposito.

Schiocca la lingua sul palato, «Davvero? Devo essermi distratto. E pensare che credevo fossi una pigrona».

Scuoto l'indice davanti al suo viso, da destra verso sinistra e poi alla rovescia, «Oggi ho nuotato tutta la mattinata. Mi fanno malissimo le gambe».

Trattiene a stento una risata, «Nuotato?» domanda sarcastico, «A me sembra di averti vista sul materassino gonfiabile a prendere il sole».

«Sì, però-» vengo interrotta dalla signora, che mi porge il sacchetto.

«Sono dieci dollari» dichiara.
Delle rughe marcate le cospargono il viso increspato in un'espressione gentile, contornata da occhiali spessi quanto il muro di una casa.

«Oh... veramente quelli sono solo per me» ammetto, afferrandolo incerta, «Manca ancora il mio ragazzo».

Lei trasalisce, scusandosi immediatamente e per quelli che sembrano i successivi dieci minuti.

Quando anche Scott ha preso il suo gelato alla fragola, ci dirigiamo verso uno dei tavolini immersi nella sabbia, in un posto all'ombra tra le palme.

Scott mi lascia del tempo, dandomi tutto il silenzio necessario a permettermi di godermi ad occhi chiusi la bontà di ogni singolo boccone che entra nella mia bocca.

Sono al settimo cielo.

Li riapro quando sono giunta alla girella cremosissima, soltanto per accorgermi che gli occhi del riccio sono sempre rimasti puntati su di me.
Continua a guardarmi con l'intensità che caratterizza soltanto lui, mentre fa spuntare la lingua dalle labbra e la usa per leccare il gelato sciolto attorno al cono croccante.

Mi perdo in quel gesto, precipitando in un vortice di emozioni che va ben oltre alla realtà fisica dei nostri corpi in questo preciso momento.

Sbatto le ciglia lentamente, sentendo le palpebre incredibilmente pesanti. La punta rosa della sua lingua assume un colorito ancora più incarnato, mischia la saliva con il sapore dolce della fragola, mandando giù con un solo boccone veloce e schietto.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora