22. Sadness is a blessing

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«Tu sei consapevole del fatto che io sia un poliziotto?» il sussurro di Scott colpisce in maniera diretta la mia schiena, facendomi ridacchiare leggermente.

Mi fermo davanti alla finestra più bassa, appoggiando le dita sul vetro freddo e umido, data la pioggia leggera che ancora cade sulle nostre teste.

Il riccio scatta in avanti, stringendo le dita lunghe e affusolate sul mio polso sottile, «Vero?» insiste, affondando gli occhi verdi nei miei.

Ridacchio alla sua reazione, scostandomi con gentilezza dalla sua morsa, «Tranquillo, non è poi così illegale» mi stringo nelle spalle, facendo scorrere verso l'alto il vetro.

Beh... in effetti lo è.

Mi piego sulle ginocchia, sentendo le ossa scricchiolare sotto al movimento repentino, «Ti prometto che sarà questione di minuti» lo rassicuro, vedendo la sua espressione poco convinta.

I lineamenti del viso sono contratti in una morsa dura, sul quale ombre profonde si infrangono con veemenza, coprendo il luccichio degli occhi chiari.

Stavo tornando da casa di Ginni e, essendo di passaggio, mi sono fermata alla centrale di polizia, nella speranza che ci fosse Scott di turno.
Con mia grande fortuna, aveva appena staccato, quindi ora eccoci qui.

Lo sto portando nel mio posto segreto, il mio piccolo pezzo di Santa Monica.

«Me ne pentirò» lo sento sussurrare, ma io mi spingo in avanti, atterrando con un tonfo sordo sul pavimento piastrellato, allontanandomi di alcuni passi per permettere a Scott di fare lo stesso.

Mi guardo attorno con un sorriso, sentendo uno strano calore irradiarsi fra le vene.
Mi sento a casa.

«Seguimi» sussurro, facendomi strada fra le file larghe e piene di CD e vinili, stando attenta a non sfiorare nulla.

La luce soffusa dei lampioni provenienti dalla strada, colpisce punti vuoti e bui attorno a noi, permettendomi di muovermi con più agilità, anche se oramai conosco questo posto a memoria.

Ne rimango catturata come ogni volta, attratta dal profumo della carta vecchia dei libri sulle mensole e delle copertine oramai corrose dei vinili.

Raggiungiamo l'angolo più isolato del negozio, proprio davanti alla maestosa Jukebox, ora cupa e scura, poiché spenta.
Mi avvicino lentamente, premendo il piccolo pulsante rosso proprio sul lato di essa, facendola subito risplendere di luce e colori.
Le lampadine a Led rosse si stagliano contro il mio viso, dilatandomi le pupille dall'emozione.

Ogni volta, sembra la prima.

«Non è...» un forte e profondo sospiro lascia le mie labbra, che non riescono a trovare le parole giuste, «Magico?» domando, voltandomi verso il ragazzo alle mie spalle, quando non ricevo risposta.

Gli occhi di Scott sono già sulla mia figura e non c'è bisogno di altro perché si incatenino ai miei, con una forza che mi fa tremare ogni volta.

«Come fai a conoscere questo posto?» domanda, avvicinandosi lentamente a me, ma devia bruscamente, posando due dita affusolate sul legno laccato di bianco.

Le sfrega con morbidezza, iniziando a tamburellarle ad un ritmo costante e ammaliante.

«Anni fa, ci sono entrata per caso e adesso è diventato il mio nascondiglio segreto» spiego, ripensando a quel giorno.

Non credevo nemmeno ci fosse un negozio del genere in città, figuriamoci che pensavo di entrare in una sorta di libreria, ma me ne sono follemente innamorata.

Dal primo istante in cui mi sono guardata attorno, dalle prime note di musica che ho sentito echeggiare, per non parlare del sorriso caloroso di Rey, il proprietario di questo posto, un signore dal cuore davvero grande e una passione oltre il limite.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora