13. YOLO

26.5K 1K 687
                                    

«Ahia!» Genelle per quella che sarà la ventesima volta tira una botta al mio tallone con la rotella del carrello della spesa.

L'unico giorno che metto dei sandali, la mia migliore amica decide di spaccarmi un piede.

«Scusa. È che vai lenta» si giustifica, oltrepassandomi mentre mi sono fermata per massaggiarmi la parte interessata.

«E tu sei cieca. Non si cammina guardando il cellulare» mi immedesimo in una mamma, sgridandola come se fosse mia figlia.

«Hai ragione mammina» borbotta, mettendo il cellulare in tasca.

«Ragazze!» la vera mamma in questione ci richiama, provenendo dalla corsia dei surgelati.

Come fa a camminare così velocemente con i tacchi?
Perché la prima cosa che mi è venuta in mente è Speedy Gonzales?

«Ho una proposta da farvi» sul suo viso si forma un sorrisetto che non prevede nulla di buono.

Ha qualcosa in mente, me lo sento.

«Sarebbe?» domando, mettendo nel carrello un pacchetto di gallette di riso.

Quelle al cioccolato sono la mia droga. In realtà tutto ciò che contiene del cioccolato è la mia dipendenza.

«Ho appena sentito Lindsay al telefono. Ci ha invitati a passare un weekend nella loro villa a Malibù. Ci state?» nel suo sguardo vedo gioia ed entusiasmo.

Perché è più emozionata di noi due?
Sembra Genelle ed io quando decidiamo di fare una cosa apparentemente ribelle, che poi si rivela essere un disastro.

«Sì, ovvio. Conta su di noi» Genelle parla di getto, senza nemmeno darmi il tempo di pensarci.

Grazie per la considerazione, stronzetta.

«Giusto per chiarire» stringo le labbra in una linea sottile, «Saremo vuoi quattro e noi due?» domando, riconsiderando seriamente l'idea di andarci.

In fondo, non è una brutta proposta.
Un weekend tranquillo in famiglia non lo facevamo da un po', quindi sarà bello riprendere la lunga tradizione.

«Certo che no. Ci saranno anche Duncan e Maia» sorride, facendo fare lo stesso anche a me.

Sono felice che vengano anche loro, almeno potremo divertirci con gente della nostra età.

«Scott deve ancora dare una risposta» con quella frase mi pietrifico sul posto, rischiando di essere travolta da folle bambino dotato di carrello.

Ah... è vero. C'è anche Scott.
L'avevo quasi dimenticato.

«Speriamo venga» Ginni mi pizzica un fianco, facendomi sobbalzare.

Saetto subito lo sguardo su mia mamma, per vedere se l'ha sentita, ma la noto concentrata a frugare nella borsa.

«Io spero di no, perché mi farai passare un weekend infernale» borbotto, spintonandola scherzosamente per un braccio.

«Scott no però» mi rivolge uno sguardo malizioso, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Non è nemmeno detto che venga. Magari deve lavorare» scrollo le spalle, non riuscendo però a pensare alla possibilità che possa davvero unirsi a noi.

Non ci vediamo da più di una settimana e anche se ci avevo sperato, la conversazione che abbiamo avuto la sera in cui mio fratello e Genelle si sono ubriacati non si è volatilizzata come per magia dalla mia testa.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora