19. Questo ora è mio

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«Amanda! Amanda!» Harper corre nella mia direzione, inciampando un paio di volte nel lungo vestitino azzurro che continua a finirle tra i piedi.

La osservo goffamente, «Dimmi piccolina» piego le ginocchia, accovacciandomi per arrivare alla sua altezza.

Le piccole manine si posano sul mio braccio, mentre si appoggia completamente alle mie gambe, «Julie non vuole mettersi il vestito e mi ha lanciato le scarpette addosso» una smorfia si forma sul suo bel visino.

Osservo i lunghi capelli biondi raccolti in una treccia ora disordinata, quindi la prendo in braccio, lasciando perdere gli striscioni, «Genelle, puoi occupartene tu? Devo controllare i bambini dietro le quinte» la supplico, facendola annuire.

Questa sera si terrà lo spettacolo della parrocchia e Genelle ed io, insieme ad altri ragazzi, ci siamo offerte di aiutare i membri della chiesa, soprattuto perché i bambini sono davvero tanti e ingestibili.

Quando apro la porta del camerino trovo il caos più totale.
Ci sono mocciosi che si tirano i capelli, altri sdraiati a terra intenti a rotolarsi e altri ancora che si abbuffano con le merendine.

Gesù, Giuseppe e Maria.
Aiutatemi.

«SILENZIO» strillo, facendo tappare le orecchie ad Harper, data la stretta vicinanza.
Le ho rotto i timpani, poverina.

Come per magia tutti i marmocchi si fermano, puntando i loro occhietti sulla mia figura.
Mi fanno paura.
Poggio a terra la bimba, che corre verso la sua amica seduta sul divanetto.

«Un uccellino mi ha detto che qualcuno non si vuole vestire e lancia scarpe in aria» il mio sguardo duro tocca ognuno di loro, facendoli subito intimorire.

«Volete ricevere i regali di Natale o quest'anno fate gli altruisti e ci rinunciate?» domando, poggiando le mani sui fianchi con fare autoritario.

Un bambino dai capelli rossi alza la manina, «Signorina maestra, cosa vuol dire altruista?» domanda teneramente, facendomi scaldare il cuore.
Ho improvvisamente voglia di strizzargli le guanciotte grassottelle e cosparse da fitte lentiggini.

Maestra... io... per niente.

«Te lo spiego dopo. La recita inizia fra dieci minuti, quindi ognuno ai propri posti» ordino, chiudendo la porta per non far scappare nessuno.
Sono talmente piccolini che non arrivano nemmeno alla maniglia.

Dopo cinque minuti riesco clamorosamente a prepararli tutti e a metterli in ordine in base all'entrata sul palcoscenico.

«Amanda, sono pronti?» la signora Anderson corre nella mia direzione, frenando in punta di piedi a causa dei tacchi.

«Sì, li lascio a lei» mi dileguo, percorrendo il piccolo e stretto corridoio fino ad intravedere Genelle e gli altri ragazzi, in piedi di fianco ad una delle uscite di sicurezza.

Faccio giusto in tempo a raggiungerli, prima che le luci della sala si spengano e quella singola e potente del faro a Led illumini la signora Anderson, pronta a presentare.

~•~

«Se cade adesso è finita» Froy osserva il piccolo Oscar con gli occhi semi chiusi e una smorfia di tensione sul viso.

Se deve cadere che almeno non atterri di faccia.

«Ti prego, ti prego, ti prego» supplico, stringendo forte le mani tra di loro.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now