Capitolo 33 (Seconda parte)

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Era fuori dall'Edera con le spalle rigide, le mani nelle tasche dei pantaloni neri più comodi che avesse nell'armadio e la sigaretta accesa tra le labbra. Dopo quella chiamata, Daniel aveva incominciato a sentire i mormorii dei clienti sempre più acuti e fastidiosi, la voce di Diana, al suo fianco, distante e ovattata. Era entrato nel panico, non sentiva Kevin dal giorno del coming out e di certo non si aspettava di risentirlo così presto. Non era pronto. Lo sarebbe mai stato? Da codardo qual'era gli erano venute in mente diverse opzioni per evitare quell'incontro: attraversare velocemente la strada, comprare un biglietto aereo di sola andata per il Messico e far perdere le proprie tracce; gli sembrava l'idea più sensata. Se non fosse stato in preda alla confusione più totale, se ne sarebbe vantato con Dean dandosi del genio. Era totalmente distratto dai suoi pensieri che, se Patricia non lo avesse bloccato in tempo, avrebbe frantumato almeno una decina di tazze da caffè.

«Little boy», lo apostrofò con sguardo duro, «Prenditi una pausa, prima che ti metta a giocare a domino anche con le tazzine da Tè e non ti venga in mente di domandarti se le Edere siano infiammabili». Strinse la presa sugli avambracci di Mcdaniel per poi lasciar cadere le mani sui propri fianchi, «Perché la risposta è si ed è meglio che tu non ti faccia prendere da queste curiosità da piromane.» gli puntò un dito sul pettorale, «Ed ora, Little boy, vai a prenderti una pausa o ti licenzio.»

Danny aveva annuito lentamente, senza proferire parola. Ed adesso si trovava lì, a fumare l'ennesima sigaretta. Al suo fianco, il posacenere su uno di quei tavolini anonimi. Non riusciva a sedersi, in verità non riusciva a muoversi se non compiere quei gesti abitudinari ed automatici di fumare. Il fumo gli danzava dinanzi al viso teso e pallido. Le labbra stringevano il filtro più di quanto lo facessero solitamente e le sue iridi verdi fissavano incessantemente la crepa del marciapiede. Non avrebbe dovuto essere agitato, non aveva fatto nulla di sbagliato. Aveva solo deciso di essere finalmente sé stesso e smetterla di evitarsi. Inspirò la nicotina ed allontanò il bastoncino di tabacco dalla bocca afferrandolo con due dita. Sollevò lo sguardo, come se sapesse e dopo tanto tempo incontrò le sue iridi marroni. Nulla sembrava cambiato in lui, era ancora innamorato. Pensava gli fosse passata un po', il tempo non faceva sbiadire le cicatrici? L'odio che gli aveva riversato l'ultima volta avrebbe dovuto aiutarlo a metterci una pietra sopra.

Kevin si fermò davanti a lui ed infilò le mani nelle tasche. Rimase in silenzio ad osservarlo e Daniel si sentì nudo. Era la prima volta che lo guardava senza che lui indossasse alcuna maschera. «È da un po' che non vedo la tua brutta faccia», si decise a prendere parola.

«Già», fece un altro tiro cercando di ricordarsi come respirare. Stava trattenendo il respiro senza rendersene conto.

Thompson lo squadrò, lo scrutò lentamente da capo a piedi. «Barista, eh?»

«Kev», la voce gli uscì incerta, «Sappiamo entrambi perché non hai più visto la mia brutta faccia. Nel caso non lo ricordassi, la mia brutta faccia ha rischiato di essere presa a pugni da te. Te lo immagini il mio bellissimo viso coperto da ematomi? Come avrei fatto a rimorchiare? I tizi con una benda sull'occhio non sono così affascinanti e misteriosi.»

«Vedo che il tuo umorismo non è arrugginito.»

«Kev...»

«Ho riflettuto molto», lo interruppe, «Sulla nostra amicizia e su quello che mi hai detto. Io... Io non riesco a capirti e parlare con Price non ha migliorato le cose. Ma mi manca il mio amico, a patto che eviti di raccontarmi le tue... "avventure", vorrei che tornasse tutto come prima. Tra noi.»

Cosa? «Cosa?!» sgranò gli occhi. Aveva parlato con Vick? E cosa si erano detti? L'ultima volta che lo aveva chiamato non aveva nemmeno lontanamente accennato a questa presunta chiacchierata. Se era lì, probabilmente Victor aveva cercato di aiutarlo. Ancora. Oppure si stava vendicando. «Cosa ti ha detto?» non fece in tempo ad impedirsi di chiederglielo.

E il tempo scivola viaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora