Epilogo

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Era trascorso poco più di un anno, difficoltoso e doloroso da affrontare, da quel giorno. Christopher aveva deciso di prendersi comunque un anno sabbatico, senza però rimanere con le mani in mano: aveva trovato lavoro, o meglio, Charlie aveva sfruttato le sue conoscenze e amicizie per procurargliene uno, nel locale di Bob Harden dove Victor aveva lavorato per anni.

Mentre preparava la sua valigia per partire finalmente per il college ed incamminarsi a piccoli passi verso la carriera da architetto, ripensò ai suoi amici che erano andati avanti per la loro strada e che lo attendevano metaforicamente, perché erano stati accettati ognuno da college diversi, da poco più di dodici lunghi mesi. Dean frequentava il corso di letteratura inglese con il sogno di diventare un professore di lettere, mentre Joshua studiava per diventare un professore di educazione fisica. Era ironico come entrambi avessero deciso di intraprendere una carriera per diventare docenti, non che Chris riuscisse ad immaginarseli. Se ci pensava, vedeva solo dei futuri studenti traumatizzati da un professore pettegolo e uno paranoico. Ridacchiò tra sé e sé, mentre chiudeva la valigia poggiata sul letto in camera sua: quel giorno era il suo turno di partire per il college.

«Vorrei dire che mi mancherai, ma tra qualche giorno ti raggiungerò anche io.» affermò Ellen con ironia dall’uscio della porta. Anche lei sarebbe presto partita per seguire il corso di biologia nella stessa università. A Christopher non dispiaceva l'idea di poter incrociare per pura casualità sua sorella, ma saperla lì accendeva automaticamente il suo interruttore da fratello iperprotettivo, aggiungendo una preoccupazione in più.

Qualche giorno prima, Ellen aveva partecipato alla festa organizzata da Diana, la sua migliore amica, che avrebbe lasciato lì a Boston perché aveva deciso di non frequentare il college per focalizzarsi sulla gestione de L’Edera e aiutare sua zia Patricia; lo stesso locale dove Daniel lavorava tutt’ora in pianta stabile come barista. «Non ho potuto godermi nemmeno un anno come fossi figlia unica». Si finse rammaricata, prima di ricevere in risposta una matura linguaccia da parte del fratello maggiore, che ricambiò con altrettanta maturità.

«Sappiamo entrambi che avresti pianto e ti sarei mancato.» Christopher afferrò la valigia. «Sono il tuo adorato fratellone.»

«Certo.» affermò con condiscendenza. Ellen non lo avrebbe mai ammesso, almeno non in modo diretto; era un errore che non avrebbe mai compiuto, non aveva alcuna intenzione di regalargli un’occasione in più per stuzzicarla.

Chris setacciò con sguardo attento la propria camera, passando le sue pupille dal soffitto, fino alla moquette, nel tentativo di imprimersi ogni anfratto, ogni minimo granello di polvere, nella memoria. Non vi avrebbe fatto subito ritorno. Scese le scale con sua sorella al seguito. Attraversò l'ingresso e trovò George che stava finendo di sistemare i bagagli nell’auto, parcheggiata nel vialetto di casa White, mentre Melanie guardava suo marito dal portico tentando di non piangere e tirando, di tanto in tanto, su con il naso.

«Parti di già?» chiese quest'ultima con occhi lucidi, dopo aver adocchiato quasi con timore la valigia nella sua mano.

«Si, devo fare una deviazione prima di partire.» le ricordò il figlio.

Il padre chiuse il portabagagli, si strofinò le mani come se volesse pulirsele e si avvicinò a loro. «Quando arrivi chiamaci.»

«Anche se dovesse succedere qualcosa.» s’intromise Melanie ansiosa, gli altri tre alzarono gli occhi al cielo.

«Cosa dovrebbe succedere?» domandò Ellen.

«Andrà bene, non ha tre anni.» tentò di rassicurarla il marito, «Per qualsiasi evenienza sa che può chiamarci.»

«Su l'età avrei da ridire.» commentò Ellen, guadagnando l'ennesima linguaccia dal diretto interessato. «Visto?» lo indicò.

La madre negò lentamente con il capo, tra l’incredulità e il genuino stupore. «Voi due rovinate ogni momento commovente.» si trovò a constatare, non era la prima volta che accadeva una discussione infantile tra loro. Spesso accadeva nei luoghi pubblici, attirando su di loro l'attenzione boriosa di sconosciuti passanti. All'inizio, la donna li aveva ammoniti, poi vi aveva rinunciato facendosi delle risate di cuore.

E il tempo scivola viaWhere stories live. Discover now