Dubbi

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Stava iniziando ottobre e le temperature scendevano sempre di più, soprattutto per me che ero una freddolosa, era una catastrofe; avevo già intenzione di coprirmi con il giubbotto invernale.
«Spero tu stia scherzando.» James mi guardò malissimo quando gli comunicai la mia decisione.
«Senti, ho freddo...» Feci il labbruccio e lui rise, alzandosi e lasciandomi un bacio sulla guancia, andando a riporre le stoviglie nel lavandino.
«Amore, se metti il piumone ora, a dicembre morirai, essendoti abituata a stare con il giubbotto in questo periodo... e io non voglio che tu muoia.» Sorrise dolcemente e io arrossii lievemente.
«Ma come siamo dolci» lo canzonai, accennando un risata per poi alzarmi e andargli incontro.
«Eh, dopo nessuno si prenderebbe cura di me e sarei costretto a cercarmi un'altra Anda.» Fece l'occhiolino ghignando e io gli tirai uno schiaffo sul braccio.
«Stronzo» lo aggredii scherzosamente, mettendo il broncio.
«Hai ventinove anni e ti comporti come una di dieci.» Ridacchiò e mi appoggiò le mani sul fondo schiena, stringendomi a sé.
«Stai zitto va'.» Accennai una lieve risata, cercando di allontanarlo, ma lui resistette e mi contrastò baciandomi il collo.
«Sei decisamente sexy» disse contro la mia pelle e io mi dimenai ridacchiando, sentendo il telefono vibrare nella tasca; si allontanò controvoglia, sbuffando e indicandomi la tasca. «Non rispondi?» Mi lanciò un'occhiata strana, iniziando a lavare le tazzine che avevamo usato per fare colazione.
«È solo un messaggio, tesoro.» Presi il telefono per controllare chi fosse e quando lessi il nome di Luke, il cuore mi saltò un battito.

- Voglio chiedere a Stacy di uscire e mi serve il tuo aiuto, ti prego -

Guardai James intento a lavare le stoviglie e mi allontanai.

- Non lo so, vedo se ho qualcosa da fare e poi ti faccio sapere -

- Va beh, fa niente -

Mi morsi il labbro passando lo sguardo dal telefono a James, che nel frattempo aveva finito.
«Amanda, oggi vado ad un colloquio di lavoro, quindi non ci sarò per quasi tutto il pomeriggio, ti spiace?» Ritirai il telefono, puntando lo sguardo su di lui e un pensiero mi sfiorò la mente: in quel modo sarei potuta andare da Luke; eppure mi sembrava decisamente sbagliato pensare a lui mentre il mio ragazzo stava affrontando la situazione da solo.
«No, certo che no.» Sorrisi, cercando di essere più naturale possibile e mi alzai, avvicinandomi e lasciandogli un bacio sulle labbra. «Preferisco passare qualche ora da sola che vederti infelice.» Sorrise alle mie parole, abbassando lo sguardo sulle mie labbra; in un attimo mi ritrovai seduta sul tavolo con lui che mi baciava il collo con intensità e le sue mani che mi accarezzavano ovunque. Non riuscii a trattenere gli ansimi, godendomi quella sensazione così piacevole che mi lasciava ogni volta.
«Non vorrai farlo qui...» Riuscii a dire, cercando di acquistare un minimo di lucidità. Lui rise, staccandosi da me e mi prese per mano, conducendomi fuori dalla stanza, verso il piano superiore; ma non riuscimmo ad arrivare fin lì con lui che continuava a guardarmi con un desiderio ardente negli occhi; quindi ci fermammo sul divano. Mi misi a cavalcioni sopra di lui, baciandolo con trasporto mentre sentivo la sua eccitazione tra le gambe; gemetti quando mi levò la maglietta e il reggiseno, prendendo a baciarmi il seno.
Quando finalmente lo sentii dentro di me, non potei fare a meno di esternare tutto il piacere che mi provocava, stringendogli le braccia al collo.
«Sempre meglio, amore» commentò, appena il nostro piccolo ritaglio amoroso terminò. Mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte per poi alzarsi, facendomi godere della sua visuale. «Vado a farmi una doccia.» Si avviò verso la camera, sculettando e io mi misi a ridere mentre mi rimettevo il pigiama.



Rimasi a casa da sola e decisi di farmi una doccia anche io, ma prima scrissi a Luke, avvisando che potevo passare da lui nel pomeriggio.

- Oggi posso venire, ma solo qualche ora -

- Grazie mille, davvero -

Entrai nella doccia, rilassandomi e lasciando che tutto mi scivolasse addosso, insieme al getto dell'acqua. Quando uscii mi sentivo più carica che mai, rigenerata, come se i problemi non esistessero più. Andai all'armadio prendendo un paio di jeans e una felpa di James – amavo mettere le sue felpe quando faceva freddo; infilai le scarpe da tennis ed uscii di casa, salendo in macchina e partendo.
Venti minuti dopo ero davanti alla porta della stanza di Luke; bussai un paio di volte e quando aprì, mi ritrovai un corpo perfetto, coperto solo da un asciugamano legato attorno alla vita. Forse non mi aspettava così presto.
«Scusami, se vuoi torno dopo.» Mi uscì una risata nervosa e lui divenne rosso dall'imbarazzo; immaginai che nessuna ragazza l'avesse mai visto in quello stato.
«N-no, entra... ci... metto pochissimo.» Si spostò per farmi passare e, quando entrai, un profumo di lavanda e gelsomino mi invase le narici. Mi oltrepassò chiudendosi in bagno e dopo qualche minuto uscì vestito con una maglietta a maniche corte; sgranai gli occhi e lo squadrai da capo a piedi.
«Ma non hai freddo?» Il mio tono risultò leggermente acuto e lui si mise a ridere, sedendosi accanto a me sul letto.
«Tu piuttosto, non hai caldo?» Indicò la mia felpa e scossi la testa con vigore; mi faceva venire freddo solo a guardarlo, infatti un brivido mi percorse il corpo e rabbrividì visibilmente. «Hai freddo?» chiese dolcemente e io annuii evitando di guardare la maglietta che, tra l'altro, metteva in mostra i suoi muscoli, non tanto scolpiti, ma comunque presenti. Si alzò e prese una coperta dell'armadio, me la porse e sorrisi avvolgendomela attorno alle spalle.
«Grazie.» Mi coprii per bene, guardandolo. «Allora, sono qui per aiutarti ad invitare Stacy ad uscire, dove vorresti portarla?» Sorrisi e lui sembrò irrigidirsi.
«Al ballo di inizio anno.» Si fregò le mani nervosamente.
«Oh, bello!» esclamai, cercando di trasmettergli un po' di fiducia e lui accennò un sorriso timido. «Cosa posso fare per aiutarti?» A quella domanda divenne ancora più rosso.
«Faresti... finta di... essere... lei?» Ci mise tutto il suo coraggio per farmi quella proposta e io annuii con vigore.
«Certo!» Sorrisi a trentadue denti, alzandomi e sistemandomi la coperta, andando poi vicino alla parete opposta alla porta. «Allora, tu vai là» gli indicai la porta, «e poi vieni verso di me facendo finta che io sia Stacy... mi raccomando, sicuro di te, come se fossi il re del mondo, capace di fare qualunque cosa.» Ridacchiò alle mie parole e si posizionò dove gli avevo detto; chiuse gli occhi e fece due respiri profondi per poi avvicinarsi a me con una camminata che avrei definito sicuramente sexy – se avessi avuto la sua età, si intende. Arrivato davanti a me, mi guardò dritta negli occhi e io assunsi una posa da snob.
«Stacy... vuoi... vuoi venire al ballo con me?» Lo guardai e scossi la testa, sconsolata; non era ancora abbastanza sicuro di sé.
«Luke, devi essere sicuro di ciò che dici... ti faccio vedere come farei io se fossi in te.» Lo sorpassai, andando davanti alla porta, mi levai la coperta e lo guardai mentre mi avvicinavo a lui con passo sicuro. «Stacy, vieni al ballo con me.» Cercai di imitare la voce di un maschio e lui scoppiò in una risata decisamente esagerata. Era un suono così bello che mise allegria anche a me e quindi lo seguii, ridendo con tutto il fiato che avevo in corpo.
D'improvviso lui smise di ridere, mentre io ancora non riuscivo a smettere e mi avvicinò a sé, circondandomi la schiena con un braccio; smisi di ridere all'istante e lo guardai confusa.
«Vieni al ballo con me» pronunciò serio e convinto; istintivamente sorrisi, fiera di lui.
«E cosa ci guadagno?» Mi calai di nuovo nel personaggio, guardando la parete oltre le sue spalle; lui, però, strinse di più la presa e puntai lo sguardo nei suoi occhi.
«Ci guadagnerai la serata più bella della tua vita... con il ragazzo più bello del mondo.» Sorrisi alle sue parole, finalmente stava acquistando più fiducia in se stesso e da quando l'avevo incontrato erano passate poco più di due settimane.
«Beh, magari potrei accettare e vedere se hai ragione.» Mi mordicchiai il labbro inferiore, per dare più enfasi alla recitazione, e notai che il suo sguardo si fermò a osservare proprio le mie labbra, per poi tornare nei miei occhi. Il suo braccio mi strinse più forte, fino a sentire i nostri corpi aderire l'uno all'altro; il mio sorriso si spense, lasciandomi solo immobile, mentre con l'altra mano mi spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie.
«Una ragazza bella come te merita solo...» Non finì la frase, continuando a guardarmi negli occhi.
«Solo?» chiesi, curiosa di sapere cosa volesse dire, mentre percepivo il suo respiro farsi più intenso e più vicino al mio viso; il cuore prese a battermi all'impazzata. Cosa stava facendo? Perché era così vicino a me?
Senza avere neanche il tempo di esternare le mie domande, sentii le sue labbra premere sulle mie; sgranai gli occhi e mi allontanai bruscamente, tenendo lo sguardo fisso su di lui. Ero sconcertata, confusa, scombussolata; aveva dieci anni meno di me, com'era possibile una cosa del genere? Come aveva solo potuto pensare di baciarmi?
«Che... fai?» chiesi, mentre lui mi guardava confuso, forse senza neanche essersi reso conto del gesto compiuto.
«S-sc-scusa.» Lasciò la presa e aumentai la distanza tra noi, con ancora il sapore delle sue labbra sulle mie.
«Luke...» iniziai, ma lui mi interruppe.
«Stavo immaginando fossi Stacy, scusami.» Si mordicchiò il labbro, distogliendo lo sguardo.
«Va... va bene, non preoccuparti.» Cercai di rassicurarlo, ma nemmeno io ero sicura che andasse bene; un ragazzino mi aveva appena baciata. «Ora... vado» conclusi, prendendo la mia roba. Lui rimase in silenzio e uscii senza neanche salutarlo; mi fermai dietro la porta, prendendo un respiro profondo e sentii un tonfo provenire dalla sua stanza, seguito da versi di nervoso; strizzai gli occhi e corsi verso la macchina.

Non riuscivo a credere a ciò che era successo; si era fatto prendere dalla recitazione, ma ciò non cambiava il fatto che mi aveva baciata, quindi era come se avessi tradito James? No, non era tradimento... o forse sì.
Non sapevo dare una risposta, ma mi sentivo davvero in colpa.
Arrivata a casa, James non era ancora tornato e stare lì da sola non faceva altro che alimentare i miei dubbi e le mie domande e volevo solo dimenticare ciò che era successo. Mi ricordai che mia sorella voleva parlarmi, così presi il telefono e le scrissi.

- Jenni, se mi devi parlare posso venire ora, James è fuori e sono sola -

- Sì, vieni -

Era davvero strano che mi rispondesse in modo così sbrigativo, c'era qualcosa che non andava. Presi il cappotto ed uscii di casa, volendo sapere cosa stesse succedendo, ma soprattutto per dimenticare Luke.





~
WA!
Bacio Lumanda!
Ok, basta 😂😂😂
La situazione sta già degenerando e non di poco, direi.
Recitazione, sarà stato solo quello?
Finalmente, nel prossimo capitolo, scopriremo cosa deve dire Jennifer alla nostra protagonista.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Un bacio :*
~

*revisionato*

^Nota del 09.08.2018
Sto partecipando al concorso Wattprosé di wttprose ^

Changes.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin