Casa

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Mi svegliai irritata e nervosa: dopo la rivelazione di Gregg non avevo la minima voglia di parlare con nessuno, soprattutto con quei due.
Andai in bagno per prepararmi, ma quando mi tolsi i pantaloni notai una macchia rossa proprio sul cavallo. Il panico mi assalì in meno di un secondo e corsi in camera, constatando che avevo sporcato il letto di Francisco.
Con il cuore accelerato, mi dissi che dovevo pensare in fretta; per fortuna avevo degli assorbenti, ma non volevo far sapere loro che avevo sporcato tutto.
Mi misi a cercare delle lenzuola pulite nell'armadio, ma senza risultato; anche se non glielo avessi detto, se ne sarebbe accorto di sicuro.
«Amanda, sei pronta?» La sua voce oltre la porta mi fece sobbalzare.
«Sì sì, un attimo!» Alzai la voce, andando velocemente in bagno a lavarmi e cambiarmi; ritirai l'indumento sporco in un sacchetto e mi affrettai a metterlo in valigia. Qualcuno bussò alla porta e aprii, lasciando però trasparire la mia agitazione.
«Che succede?» Lo sguardo di Francisco era preoccupato e sospirai rassegnata.
«Ho fatto un danno...» Chinai il capo.
«Ovvero?»
«Ti ho macchiato il lenzuolo di...» Mi morsi il labbro, imbarazzata, sentendo la sua mano sulla spalla.
«Tranquilla, non preoccuparti.» Rialzai il viso e accennai un sorriso quando notai l'espressione serena sul suo volto. Per fortuna non se l'era presa.
«Grazie.» Mi allontanai e lui scomparve; recuperai la valigia e la abbandonai vicino all'ingresso.
Mentre tornavo sui miei passi sentii dei rumori di stoviglie arrivare dalla cucina e decisi che non avrei fatto colazione per non incontrare Gregg, anche se ero costretta a passare tutto il viaggio di ritorno con lui.




Francisco ci accompagnò all'aeroporto; non l'avevo mai visto così premuroso.
«Buon viaggio» ci salutò, appena arrivati all'ingresso.
«Ciao Francy.» Gregg gli diede una pacca sulla spalla per poi allontanarsi, lasciandoci soli; Francisco fece una smorfia, facendomi ridacchiare.
«So che odi quel soprannome.» Rise anche lui, guardandomi, per poi annuire.
«Mi conosci bene...» Storse le labbra in una specie di sorriso e la sua mano si poggiò sulla mia guancia.
«Sì, lo so.» Abbassai il viso imbarazzata, sapeva bene cosa avevo provato per lui.
«Mi spiace Amanda, per tutto.» Sospirò, scendendo con la mano ad accarezzarmi il braccio; alzai il viso incrociando il suo sguardo e accennai un sorriso.
«È passato» risposi, allontanandomi per prendere la mia valigia, ma lui mi riafferrò con forza, facendomi voltare, e mi baciò. Un piccolo bacio a stampo, normalissimo, innocente, ma inopportuno. Lo allontanai bruscamente, guardandolo; non poteva fare quello che voleva credendo che potessi provare ancora qualcosa per lui. Sì, avevo sbagliato andandoci a letto, ma appunto, era stato un errore.
«Ciao, Francisco.» Mi incamminai raggiungendo Gregg che ci stava osservando con gli occhi spalancati.
«Ma non eravate amici voi?» Lo fulminai con lo sguardo senza rispondergli, non volevo dargli spiegazioni, non volevo proprio rivolgergli la parola.
Salimmo sull'aereo pronti per tornare a casa o almeno, io ero pronta per tornare a casa.





Arrivammo all'aeroporto nel primo pomeriggio, il fuso orario era davvero insopportabile, non sembravano passate cinque ore, anzi, era come se il tempo si fosse fermato.
Andammo a prendere i nostri bagagli per poi dividere le nostre strade, ci salutammo con un cenno e mi diressi verso la mia macchina: finalmente sola.
Accesi il telefono prima di andare a lavorare e trovai due messaggi di mia sorella.

- Oh, capisco, quando torni dimmelo, così ci vediamo. Mi manchi tanto -
- Organizzeremo una grande festa per l'anniversario di matrimonio tra me e il mio amato Yuri, sei invitato il 5 dicembre dalle otto di sera in poi, per una serata senza esclusioni di divertimenti, ti aspettiamo! -

Ormai da due anni organizzavano quella grande festa, avrei dovuto ricordarmelo, ma sinceramente era proprio l'ultimo dei miei pensieri.
Decisi che le avrei risposto quella sera e partii verso l'ufficio, accendendo la radio; mi sembrava di essere tornata alla normalità, anche se c'erano molte faccende in sospeso che dovevo chiudere.




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