Capitolo 2

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Voci alterate si scontrano in frasi che mi sembrano sconnesse.
La testa mi scoppia, sembro avere i postumi di una sbornia- anche se non ne ho mai presa una, so più o meno cosa procuri grazie a Will e alle sue serate "allegre"- le tempie pulsano al ritmo di una musica intollerante e sgraziata.

Sollevo le palpebre e riconosco all'istante il soffitto scrostato di casa; non ricordo di essere rientrata.
Con le braccia mi aiuto a mettermi seduta, il divano produce rumori fastidiosi, dovuti alle diverse molle saltate.
Mi stropiccio il viso con entrambe le mani.
<<Ben svegliata, principessa! Come ti senti? Ci hai fatto prendere un forte spavento.>> Will si siede al mio fianco, i suoi occhi preoccupati mi scrutano.
<<Sono un po' stordita, cosa è successo?>>
<<Hai perso i sensi. La tua amica ha chiamato Luke con il tuo cellulare e lui è corso a prenderti.>> mi spiega con tono affabile, <<Stai covando l'influenza, forse...>> posa una mano sulla mia fronte per controllare la temperatura, <<non sei calda, per fortuna.>>
<<Sarà stato un calo di pressione,>> interrompo il tiepido contatto tirando leggermente indietro la testa, <<non preoccuparti.>>
Unisce le labbra in una linea dura e tende i muscoli della mascella; comprendo che la sua apprensione non è dovuta unicamente al mio piccolo malessere.
<<Will, devi dirmi qualcosa?>>
<<Ecco, in realtà sì. Non voglio spaventarti ma Luke non riesce a darsi pace. È molto nervoso e>>
<<Will,>> lo interrompo. Non amo quando la gente gira intorno a un discorso, preferisco arrivare dritta al nocciolo della questione, <<parla chiaro.>>

Prende un respiro profondo, il suo petto si alza per poi abbassarsi subito dopo, <<Lui ha avvertito odore di Demone su i tuoi abiti...>>
Stringo gli occhi in due fessure e corrugo la fronte spaesata, non capisco. <<Odore di Demone?>> lo fisso perplessa.
Annuisce, <<Hai notato qualcosa di strano? Ti si è avvicinato qualcuno, oltre i tuoi amici intendo?>>
Scuoto il capo, <<No. Non mi pare...>>
Mi torna in mente, sotto forma di flashback, quel tizio strambo e il breve contatto delle nostre spalle.
Possibile sia lui il "problema"?
"Le assomigli davvero molto", e le sue parole mi occupano improvvisamente i pensieri.
"Ci si vede presto, Reneè."

La fastidiosa suoneria del mio cellulare mi riporta al presente; mi tocco le tasche constatando la sua assenza.
Dov'è finito?
Controllo tra i cuscini del divano, sul tavolino e affianco alla Tv; anche Will mi dà una mano.
<<Stupidi gingilli tecnologi- uh!>> inciampo sulla piega laterale del tappeto, approdando in terra come un sacco di patate.
William prova a soffocare le risate, con scarso risultato.
<<Accidenti,>> ringhio a denti stretti, <<non è divertente!>> lo fulmino con lo sguardo.

<<Stavate cercando questo?>> Luke compare in salotto, stretto in una mano il mio smartphone.
<<Sì, grazie.>> glielo sfilo e premo il tasto verde per rispondere.

<<Pronto?>> faccio cenno ai due uomini di uscire e lasciarmi sola.
<<Quanto ci vuole per rispondere? Stavo per riattaccare!>> la voce stridula di Kate mi sfonda il timpano.
<<Non trovavo il cellulare.>> sbuffo verso l'alto per spostare un ciuffo di capelli dal viso.
<<Come al solito!>> mi rimprovera, << Ti sei ripresa?>> sento in sottofondo il rumore di un pacchetto di plastica aprirsi.
<<Meglio. Scusa se ti ho fatta spaventare.>>
Sgranocchia qualcosa, <<Mh, l'importante è che tu ti sia ripresa! Edd è entrato nel panico, ha iniziato a saltare a destra e manca come una cavalletta.>>
Rido divertita, <<Non mi viene difficile immaginarlo.>>
<<Piuttosto, vuoi parlarmi di quel bel ragazzone che abbiamo scontrato ieri? Sembrava conoscerti.>>
<<No, non mi ricordo di averlo mai visto prima.>> affermo, iniziando a camminare aventi indietro per il salotto.
<<Ti ha chiamata per nome, però.>>
<<Forse avrà sentito te o Edd pronunciarlo precedentemente.>> può essere una spiegazione.

Intravedo Luke sedersi sulla poltrona, di fianco al divano; le braccia incrociate sul petto, le gambe aperte in una posizione stravaccata.
Increspo le sopracciglia in un'espressione infastidita.
<<Ehm... Kate, possiamo sentirci più tardi? Ti richiamo io, in caso.>> chiudo la conversazione, senza darle il tempo di ribadire.
<<Che c'è?>> gli domando, notando il suo sguardo severo.
<<Nulla. Sono solo preoccupato per te.>> addolcisce i lineamenti, rilassandosi un po'.
<<Per la storia del puzzo di Demone?>>
<<Zio Will te l'ha detto quindi...>> sospira, <<Sì, per quello. Hai notato qualcosa di particolare? Insomma, un senz'anima ti è stato abbastanza vicino da impregnare i tuoi abiti, possibile non ti sia accorta di niente?>>
Alzo le mani in segno di resa, <<Calmati e respira!>> mi avvicino a lui e mi inginocchio al suo fianco. <<Non mi è mai capitato di avere a che fare con loro direttamente, non so riconoscerne uno se lo vedo. Hai detto anche tu, un sacco di volte, che sono bravi a mimetizzarsi nella folla.>> un leggero senso di colpa mi aleggia nel petto; non mi piacciono le mezze verità, ma non posso accusare qualcuno senza essere certa che sia lui il pericolo.
<<Hai ragione, scusa. È solo che, quando mi hanno detto che ti eri sentita male mi sono spaventato poi, quando ho sentito quel tanfo su di te, Dio mio...>> gonfia il petto prendendo un bel respiro, china il capo ed infila il suo naso tra i miei capelli.
"Non fare queste cose, Luke... mi uccidi."
Sento il cuore stretto in una morsa, pressato dai sentimenti che non posso dichiarare; vorrebbero uscire, essere liberati, ma questo non è possibile. Rischierei di rovinare tutto.
Stringo gli occhi godendomi questo momento, ma sperando anche che termini al più presto.
L'amore che provo per lui mi fa tremare le gambe da quanto è devastante.
<<Sto bene, Luke. Non è successo nulla...>> lo rassicuro.

<< Ciò che sto per dirti ti farà parecchio arrabbiare...>> soffia sui miei capelli.
<<Cosa?>> mi allontano da lui per guardarlo negli occhi.
<<Will ha deciso di darti un coprifuoco più rigido.>> inarca le sopracciglia.
<<No! Andiamo, non sono più una bambina! Rientro sempre alle dieci, puntuale, come lui desidera. Adesso a che ora dovrò tornare? Alle otto e mezza?>> urlo di rabbia.
<<No. Alle otto e mezza è già troppo tardi. Per le otto dovrai essere a casa.>> Will ci raggiunge, attirato dal mio tono esasperato.
Sta scherzando, vero?
Torno a reggermi in piedi, puntando la mia frustrazione verso il diretto interessato.
<<Puoi togliertelo dalla testa. Ho diciassette anni e ho il diritto di iniziare ad avere una normale libertà come i miei coetanei!>> cerco di convincerlo a non farmi questo.
<<Ne va della tua incolumità, non possiamo correre rischi. Sarà solo per un periodo, quando saremo certi che tutto è a posto, allora tornerà tutto alla normalità.>> non ammette repliche.
<<Ma non è successo niente!>> sbatto un piede per terra.

<<Reneè tu sei avvantaggiata perché sai della loro esistenza, a differenza delle altre persone, e possiamo evitare che ti accada qualcosa. Luke non può essere al tuo fianco ventiquattro ore su ventiquattro, non è il tuo babysitter!>> mi sfida con tono autoritario, <<Non essere egoista, visto che dici di non essere più una bambina non comportarti da tale, vienimi incontro.>>

Cerco con lo sguardo il supporto di Luke, che non arriva. Il suo placido silenzio e l'espressione seriosa mi fanno intuire da che parte ha deciso di stare.
Annuisco con le lacrime agli occhi,
<<Ora che avete finito di rovinarmi la giornata, posso ritirarmi in camera mia.>> giro le spalle ed esco dal soggiorno.

Raggiungo la mia camera e sbatto la porta, sperando che questo gesto venga avvertito forte e chiaro.
<<Stronzi...>> singhiozzo, lasciando andare il mio corpo stremato sul comodo materasso.
Mi rigiro nelle coperte osservando dalla finestra il sole calare lento e lasciare spazio al manto scuro della notte.
Stringo il cuscino, piccola fonte di consolazione, mentre le lacrime mi solleticano il naso.
È assurdo come questa restrizione mi costi tanto, vista la mia mancata voglia di stare più del dovuto fuori casa, però non mi piace sentirmi il fiato sul collo e dover avere il timore di un pericolo che non sento addosso.

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Where stories live. Discover now