Capitolo 6

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Non appena scorgo il vialetto di casa il mio cuore si catapulta contro la cassa toracica, in un tentativo di sfondamento, presumo.
Le mie gambe sono pronte a scattare verso la porta e mandare tutto all'aria pur di vedere Luke; perché lui è lì, me lo sento.
Will è inzuppato di sudore e respira con un certo affanno.
Appoggio i piedi sul terriccio e una sensazione di quiete mi pervade il corpo, fino a poco prima ridotto a un fascio di nervi.
Il mio andamento è scordinato, ricurvo; le braccia mi oscillano lungo i fianchi e la forza di correre è stata assorbita da una voragine di pacatezza.
Un brivido innaturale si estende dalla nuca fino ai piedi; sento degli occhi che mi scrutano, nascosti da qualche parte alle mie spalle.
Continuo ad avanzare, combattendo contro la pesantezza che sento. Allungo un braccio tremante verso la maniglia della porta riuscendo, anche se con difficoltà, ad aprirla.
Slitto sul tappetino dell'entrata, ma non perdo l'equilibrio; una fitta lancinante agli occhi mi fa perdere per un attimo la stabilità, ma non mollo, e avanzo ancora, ancora e ancora, fino ad aggrapparmi allo scorrimano delle scale.
<<Luke?>>
<<In cucina non c'è.>> mi avvisa Will dal piano di sotto.
Il corridoio sembra più stretto e angusto del solito, mentre il pavimento spoglio ondeggia sotto i miei piedi.
Mi avvicino faticosamente a tutte le stanze, spalancando le porte nella speranza di vederlo. Il suo letto non è sfatto, le lenzuola sono in ordine e ben tirate; ingoio rumorosamente la saliva, l'agitazione mi travolge e come un uragano spazza via le mie speranze.
La mente continua a ripropormi l'immagine del corpo di Arman senza vita, torturando la mia instabile psiche.

Lui e Nathalian mi sono sempre piaciuti; gli altri concedono poca confidenza ai non membri del branco.
Arman aveva aiutato Luke a inserirsi nel gruppo di Licantropi, scontrosi e diffidenti, diventando così il suo migliore amico e confidente.
Adorava la nostra compagnia; non discriminava me per essere solo una stupida umana che, ingiustamente, era venuta a conoscenza di ciò che agli altri era negato sapere.
"È così strano raccontare di lui al passato, quando fino a ieri eravamo insieme."

Le mani a coppa mi coprono le labbra, inizio a piangere senza controllo per Arman e per Luke. Il mio cuore va in mille pezzi, fa male.
Non credevo si potesse provare un dolore così forte, inspiegabile. Una voragine sembra trascinarmi sul fondo che mai avevo toccato.
"Dove sei..."
Il rumore dell'acqua che scorre mi riporta al presente; mi volto di scatto, ricordandomi di non aver ancora controllato il bagno.
Prendo un respiro profondo e mi fiondo su quell'ultima traccia di speranza; spingo la maniglia e chiudo gli occhi per qualche istante. Una coltre nuvola di vapore caldo mi accoglie, investendomi e inumidendomi la pelle.
<<Ma che... Reneè, esci immediatamente!>>
Una sagoma, rosa e marmorea, viene svelata dal dissiparsi della nebbia calda; uno sguardo sorpreso irrompe nelle mie iridi.

<<Oh, grazie a Dio...>> sospiro, i nervi tesi si sciolgono e il cuore si alleggerisce da quel gravoso peso.
<<Non ti hanno insegnato a bussare?>> alza un braccio in aria, gesticolando nervoso, mentre l'altro lo mantiene basso per coprire le nudità eccessive.
<<Luke...>> pronuncio il suo nome con enfasi, lanciandomi verso di lui.
Lo stringo piano e mi cullo nel profumo del bagnoschiuma, le mie mani si posano sulla sua schiena e il mio viso si appoggia ai suoi pettorali.

<Vania, sigilla il suo cuore. Fallo tuo.> raschia le pareti del mio cranio una voce a me sconosciuta, mi indica la strada della perdizione.
"Chi sei, tentatrice? Perché mi chiami con il nome della mia defunta madre?"

Mi alzo sulla punta dei piedi e mi aggrappo ai suoi possenti avambracci, assecondando i miei impulsi, ormai consci, che mi pregano di assaggiarlo, di assaggiare il suo sangue...
Rimane pietrificato, <<Reneè, ti prego.>> soffia in un fil di voce la sua preghiera, cerca di allontanarmi senza troppa convinzione, il suo corpo tradisce le sue parole.
Gli faccio cenno di tacere, premo l'indice contro le sue labbra e punto i miei occhi nei suoi; le pupille sono dilatate, il mio riflesso è impercettibile nelle iridi chiare e profonde come un cielo senza nuvole.
<<Che stai facendo...>> un suono gutturale sfugge dalle sue rosee labbra e mi graffia l'anima, incendia ogni briciolo di lucidità che mi è rimasta.
<<Non lo so, non so cosa sto facendo, ma ti prego non fermarmi.>>
Dura e composta, sento la sua eccitazione premere contro il mio ventre; é una sensazione che mi piace, mi appaga e mi fa sentire potente.
Avvicino la mia bocca alla sua, i nostri respiri irregolari si fondono; premo la mia mano contro il suo petto, all'altezza del muscolo cardiaco, <<Il tuo cuore è irrequieto...>> affondo i denti nel mio labbro inferiore, sento il sapore ferroso del sangue accarezzarmi la lingua.

<Ti dono il mio sangue>
<<Ti dono il mio sangue,>> ripeto ciò che la mente mi suggerisce, inconsapevole del perché.
<affinché tu mi sia fedele sempre>
<<affinché tu mi sia fedele sempre,>> i suoi muscoli si tendono, gli occhi della belva che vive in lui si accendono, l'azzurro diventa ocra, e il suo respiro si affanna.

<fino alla fine dei tuoi giorni.>

<<Fino alla f->>
<<Luke, no!>> la voce di Will si sovrappone alla mia e, con uno strattone indelicato, mi allontana dalla figura del ragazzo che da tempo bramo.
Luke indietreggia affaticato, portandosi una mano sul petto, annaspa l'aria.
Mi scuote per le spalle l'uomo che mi ha cresciuto, la sua violenza mi spiazza più della situazione in sé, <<Reneè, chi ti ha insegnato quelle parole?>>

Mi premo una mano sul labbro inferiore, il sangue mi bagna le dita, <<Nessuno...>> sussurro, mi volto verso Luke, cercando di capire cosa sia effettivamente successo.
Lui mi guarda terrorizzato, il dolore deforma la sua espressione; provo a riavvicinarmi al suo corpo scosso, una mano tesa per accarezzarlo.
Will mi impedisce di avanzare, tenendomi stretta con la schiena contro il suo petto, <<La catena di eventi, predetta da Zara, è iniziata...>> soffia sui miei capelli, rivolgendosi al nipote.
"Non capisco... catena, Zara... di cosa sta parlando?"
<<Mi dispiace, Luke. Non so cosa mi sia preso...>>
Luke apre e richiude la bocca, alla ricerca disperata di qualcosa da dire, ma dalle sue labbra non esce ed entra che aria.
<<Arman è morto.>> un flebile annuncio che riscuote Luke dal suo torpore.
<<Non è vero, non è possibile... abbiamo condotto la ronda insieme fino alle prime luci dell'alba, è filato tutto liscio, zio...>> si porta le mani sulla faccia provata, trattiene il dolore tra i palmi, <<Ti stai sbagliando, è una menzogna.>> parla come se avesse un chiodo conficcato nella trachea e le parole si affievoliscono man mano che le pronuncia.
Per alcuni secondi torna a tormentarmi l'immagine di Arman riverso a terra e gli occhi di estranei curiosi che, avidi di macabri dettagli, lo fissano.

<<Il suo cadavere era sulla strada principale, nelle vicinanze del ponte Phibie, gli agenti di polizia avevano bloccato il passaggio; per questo siamo tornati indietro, Luke. Mi dispiace.>>
Riprendo a singhiozzare come una bambina, infastidita dal mio inspiegabile comportamento di pochi minuti fa, ma anche perché mi sento esclusa dal dialogo che sta avvenendo tra loro; sento che mi stanno nascondendo qualcosa di grosso.
Vorrei fare domande, informarmi su questa catena predetta e su Zara, le parole però mi vengono meno e tutto ciò che preme uscire dalla mia bocca è un ennesimo "mi dispiace", per aver creato in Luke quello strano squilibrio tra la sua parte umana e quella animale, per averlo spaventato ed essergli quasi saltata addosso vaneggiando frasi senza senso.

"No, un senso tutto quel che ho pronunciato ce l'ha. La voce che sentivo non era solo frutto della mia fantasia."

<<Ho bisogno di prendere aria.>> annuncia il giovane Licantropo, avanzando con passo spedito verso la porta; supera me e Will, non ci degna di uno sguardo.
<<Luke...>> tendo ancora una volta la mano verso di lui.
Mi lancia un'occhiata amara da sopra la spalla, <<Stammi lontano, Reneè.>> sentenzia.

<<Cosa ho fatto...>> mi aggrappo alla maglietta di Will, confusa per tutte queste reazioni inspiegabili, <<non capisco.>>
Sento William sospirare rumorosamente, <<Ti senti bene?>>
<<Mi state nascondendo qualcosa, non è vero?>> mi scosto per guardare nei suoi occhi selvaggi, <<Lo sento.>>
Rimane in silenzio e assottiglia lo sguardo; mi basta per capire che ho colto nel segno.
<<Ho bisogno di prendere una boccata d'aria anche io.>> sospiro
<<Dove vai?>> mi grida alle spalle.

"A cercare risposte", è quello che penso.
<<Non lo so.>> è ciò che dico.






Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Where stories live. Discover now