Capitolo 31

5K 306 130
                                    

Mi rigiro tra le coperte, da un fianco all'altro, alla ricerca di una posizione che mi aiuti a conciliare il sonno; il letto di Lee mi è scomodo in questa lunga notte.
Lancio uno sguardo verso la finestra, i tuoni percuotono il vetro e la pioggia scivola su di esso, il vento soffia forte e mi sembra di essere avvolta nella stagnola, completamente esposta al freddo. Questo gelido inverno sembra non avere mai termine e mi chiedo se riuscirò a vedere l'arrivo della primavera.
Non manca molto alla mezzanotte, ora in cui nessuno di noi potrà più tirarsi indietro, l'ora in cui inizieremo a muoverci verso la ricerca delle risposte mancanti. Verso il covo di Zara.
Il cuore è agitato e strimpella stonato, come una fisarmonica che non vuole smettere di suonare le note dei suoi turbamenti.
"Riuscirò ad affrontare colei che ha manipolato il destino di mia madre e, successivamente, il mio?"
Premo il volto contro il cuscino e prego; prego Vania di darmi la forza che a lei è mancata.
Ma il pensiero che mi logora dentro è sempre e solo uno; il nome della mia adorata Kate.
"Dove sei? Perché non rispondi ai miei messaggi e alle mie chiamate?"
I suoi abbracci, le battute snervanti, i consigli che mi riservava e i momenti di silenzio che rari calavano tra noi; mi manca tutto di lei e del nostro rapporto. Sono così maledettamente preoccupata, sento che le è successo qualcosa.
Le immagini di tutti i momenti con questa tipetta tutto pepe mi occupano la mente, primo fra tutti il ricordo del nostro incontro, quello che ha segnato l'inizio di questa amicizia a me così cara.

~ Ho occupato il terzo banco, a partire da destra, della fila mezzana; la classe è ancora quasi totalmente vuota, a parte due o tre ragazzi che si sono precipitati verso i banchi infondo all'aula, per evitare di perdere i posti più richiesti.
"Spero che nessuno si accomodi di fianco a me. Forza, Reneè."
Estraggo dalla borsa il pennarello indelebile blu e una matita, li poggio sul tavolo.
"Ricordati: occhi socchiusi e sguardo minaccioso", ripasso la mia tecnica migliore per intimorire chiunque provi ad avvicinarsi e mi carico per questo inizio di semestre.
Stappo il pennarello e scarabocchio il mio nome sulla superficie di legno, riportando lentamente ogni lettera che lo compone.
Sento le gambe di ferro, della seduta a fianco alla mia, stridere contro il pavimento.
"No!"
Una tipa prende posto vicino a me, <<Che palle, speriamo passi in fretta questa giornata!>> sospira.
Il suo braccio sinistro penzola dietro lo schienale, sfacciata e disinvolta solleva le gambe e posa i talloni sul banco.
"Belle scarpe", mi ritrovo a pensare, guardando gli anfibi neri che vestono i suoi piedi.
"Ma, l'ottimo gusto non la salva dalla mia voglia di NON socializzare. È il momento di mettere in atto le mie doti."
Mi volto e la osservo con circospezione; sembra una di quelle ragazze tutte intente a badare solo all'estetica, tipicamente destinate a diventare tra le più popolari. Insomma, bella e spocchiosa.
Si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorride, <<Ciao, nuova compagna!>> esclama con allegria, troppa per i miei gusti.
"Smamma, la tua categoria è la prima a dovermi stare lontana!"
Provo ad attuare il mio piano: mi avvicino maggiormente al suo viso, abbasso leggermente le palpebre e storco le labbra in una smorfia seria.
"Si spaventerà e fuggirà a gambe levate!"
Scuote una mano davanti al mio viso, mi ritraggo istintivamente.
<<Oh, non dirmelo... sei miope!>> punta l'indice verso la mia persona.
Grugnisco in risposta, "Ma che cavolo sta dicendo?"
<<Devi stare attenta, non puoi scordare gli occhiali da vista a casa. Sforzi troppo gli occhi in questo modo e rischi di peggiorare la situazione!>> mi dà una pacca sulla spalla, <<Tranquilla, per oggi ti presterò la mia vista,>> rotea le dita davanti il suo volto, <<sono un falco!>>
"Io ci vedo benissimo, stolta. È un invito a cambiare posto, non a essermi amica!"
Ridacchia, <<Comunque io sono Kate Miller, e tu, ragazza miope, chi sei?>>
"Appunto", <<Reneè Moore.>> dichiaro con tono acido, "Cosa è andato storto?"
<<Piacere, Reneè! Prendiamoci cura l'una dell'altra da oggi in poi, ok?>> allunga il palmo verso di me alla ricerca di un contatto.
"No", <<Ok.>> sbuffo e ricambio la stretta. ~

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Where stories live. Discover now