Capitolo 9

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Le parole fuori escono dalle mie labbra come un fiume in piena, mi concentro per non tralasciare nessun dettaglio, nella speranza  che il Demone possa spiegarmi cosa è accaduto in quel frangente nella mia testa.
Mi ascolta con attenzione, non un muscolo si tende in uno sbadato movimento, quasi avesse paura di perdere il filo del mio monologo.
Gli racconto delle frasi che mi echeggiavano tra le pareti del cranio, impertinenti e viscerali in quel quasi contatto, suggerite da una voce limpida e dal timbro onirico.
Il sapore del mio sangue, la reazione del lupo che abita in Luke, lo squilibrio di sensazioni e le parole di William.
<<...parlavano di una catena predetta da questa Zara, ne sai qualcosa?>> pongo la domanda con la speranza di trovare una risposta nelle sue iridi di un verde cupo.
<<No.>> scuote il capo a rimarcar la sua negazione, <<Non conosco nessuna Zara e tanto meno so delle sue predizioni.>>
Sospiro afflitta e inizio a spostare il peso da un piede all'altro, <<Parli sempre di mia madre, della sua morte, ma che mi puoi dire di mio padre? Anche lui è morto con lei in fin dei conti.>> cambio repentinamente argomento; sono in vena di scoperte oggi.
<<Oltre Zachary, io non ho mai visto nessuno con Vania. Nei suoi ricordi non c'è nessun indizio che faccia pensare ad un altro uomo.>>
<<A cosa stai alludendo, Demone?>> lo guardo in tralice.
<< A niente, ragazzina. Ti sto solo dicendo ciò che ho visto.>>
<<Mi hai detto che non è stato un demone a uccidere Vania, allora chi? Parla.>> mi inchino con il busto e avvicino il mio viso al suo, sfido i suoi occhi famelici senza mostrar traccia di timore.
Solleva una mano davanti al mio viso, preme l'unghia dell'indice sul polpastrello del pollice, rilasciando poi il dito come una molla verso il mio naso.
<<Ahia!>> ritiro il volto e mi massaggio il punto colpito.

<<Hai fame?>> si stiracchia come un enorme gatto, allungando le braccia verso l'alto e inarcando all'indietro la schiena.
A quelle parole il mio stomaco si attiva, rispondendo per me con un sonoro brontolio. Non mangio da ieri sera ed è ora di pranzo.
Ridacchia, <<Andiamo, ti porto a mangiare qualcosa.>>
Mi mordo il labbro inferiore per trattenere il disagio.
Si solleva dal pavimento e riavvia con un paio di pacche il jeans ricoperto di polvere sul posteriore; avanza verso la serranda e la solleva, invitandomi ad uscire con un cenno del capo.

*

I viali stretti e i vicoli bui incorniciano questo quartiere mangiato dal tempo; le case grigie e spente si susseguono in linea, a poca distanza l'una dall'altra, ricoperte da crepe e squarci che appaiono come delle rughe profonde.
Mucchi di rifiuti accompagnano i bordi del marciapiede e un forte odore di urina, assorbita dai muri di cemento, impregna l'aria stantia.
Il sole sta tramontando; il cielo si dipinge di un rosso spento e tremolante che si abbraccia a un azzurro sfumato da chiazze cobalto, colori che indicano l'imminente imbrunire.
Vedo Chris tirar fuori un pacchetto di sigarette, seguo con lo sguardo ogni suo movimento, appare quasi ipnotico mentre se ne porta una alle labbra. Estrae un accendino, rigorosamente nero, e attiva la fiamma.
<<Fa male fumare.>>
Mi risponde senza togliere la paglia dalla bocca, <<Ti devo ricordare che sono immune a questo tipo di mali?>>
"Giusto..."
Non mi va di stare in silenzio, così volgo l'argomento in un'altra direzione, <<Non avevo mai visto questa parte della città.>> mi perdo nuovamente con lo sguardo tra i profili delle abitazioni e noto anche la presenza di molte baracche sparse.
<<Respite Town è ancora tutta da scoprire.>> increspa le labbra in un sorriso soddisfatto.
<<Stiamo camminando a vuoto o sai già dove andare?>> mi sento svenire.

Si ferma di colpo.
Stringe e tira tra le labbra il filtro della sigaretta, che si consuma velocemente all'estremità accesa, diventando cenere.
I suoi occhi si puntano nei miei: azzurro contro verde; cielo terso contro foresta fitta e selvaggia.
Si piega in avanti, portando il suo viso a poca distanza dal mio, e nelle mie iridi si riflette il piercing metallico che gli adorna il labbro inferiore.
Schiude le labbra lentamente e rilascia con teatralità il fumo contro la mia faccia, <<Siamo arrivati.>> dice piatto e tornando a ergersi con le spalle.
Tossisco leggermente per il fastidio e seguo lo sguardo di Chris che si posa su una piccola insegna impolverata: Amy's Heart.
Sembra più il nome di un bordello che quello di una tavola calda e l'aspetto del locale non nutre alcuna fiducia, almeno dall'esterno.
Apre la porta in vetro e un delicato  scampanellio segnala la nostra entrata.
<<Christopher!>> un tornado di capelli rossi e lisci corre verso di noi, mortificando i miei timpani con la sua voce stridula.
<<Fiamma.>> Chris la saluta con un cordiale sorriso e un cenno del capo.
La rossa sfacciata ammicca verso di lui con sguardo languido, sbatte ripetutamente le ciglia come una cerbiatta pronta all'accoppiamento di stagione, <<Cosa ti porto?>> la voce, che fino a poco prima era squillante, diventa una suadente nota bassa.
<<Per me il solito, per la mia amica...>> si gira nella mia direzione, in attesa della mia ordinazione.
"Amica un corno!"
<<Un tramezzino.>> borbotto stizzita.
Fiamma continua a non degnarmi di uno sguardo e, ancheggiando disinvolta, si allontana verso il bancone.
Prendiamo posto e nell'attesa guardo il locale più attentamente: i muri sono tinti di un rosso vermiglio senza la presenza di quadri o mensole.
L'ambiente in generale è completamente spoglio, spartano e decisamente freddo.
I tavoli sono di un legno scuro e pesante, proprio come il bancone e le sedute; questo posto mi mette una tristezza allucinante.
<<Ottimo posto.>> ironizzo e continuo a sbalzare gli occhi da una parte a l'altra del locale, per non incrociare quelli di Chris.
<<Non ti lamentare, non ti ho portata qui solo per mangiare.>>

Sollevo un sopracciglio con aria arrogante e incrocio le braccia al petto, <<Ah giusto, mi hai portata qui per farti da spettatrice mentre rimorchi le cameriere!>>
Storce le labbra, <<Ti ho portata qui per parlare con Amy, la proprietaria di tutto questo.>> rotea il dito in aria per indicare generalmente il posto.
"Ecco spiegato il nome sull'insegna."
Pongo il mio sguardo in sezione interrogativa e lo invito a spiegarsi meglio con un cenno del capo.
Sbuffa sonoramente e, non appena apre bocca per continuare, appare Fiamma con le nostre ordinazioni.
<<Grazie bambolina.>> le strizza l'occhio e fa scivolare la mano sul sodo sedere di lei, che sorride compiaciuta e fiera.
<<Posso portarti altro, Chris?>>
Non trattengo una smorfia disgustata e scuoto il capo.
"Stupido demone lussurioso."
<<No, grazie.>> mostra la sua bianca dentatura in un sorriso strafottente e pieno di sé. <<Amy è qui?>> il tono di Chris ora appare serio, <<devo parlarle urgentemente.>>
La rossa si attorciglia una ciocca di capelli intorno all'indice con fare suadente, <<Sì, ti stava aspettando, diciamo. Ti riceverà a breve.>>
Il Demone annuisce e lascia che la svenevole corteggiatrice si ritiri.

Inizio a prendere a morsi il tramezzino e non so se tutta la foga che applico nel mangiarlo sia dovuta alla fame o alla sensazione di ansia che mi grava sul petto.
"William sarà preoccupatissimo, so già che non sarà un buon ritorno il mio..."
<<Ti riceverà a breve... certo come no!>> sento il mio accompagnatore lamentarsi.
<<Che ti prende?>>
<<Tra poco lo vedrai con i tuoi occhi che bella accoglienza riservano qui a chi chiede di lei.>> sbuffa e si porta il panino alla bocca.
<< Ma chi è questa Amy e perché dovrei parlare con lei?>> biascico con la bocca piena; la pasta morbida del mio spuntino mi si è incollata al palato.
Rimane con il panino- pieno di non so quanti strati di roba indecifrabile- sospeso davanti le labbra e mi osserva felino, <<Tu fai tante domande e io ti ho portato da chi potrebbe concederti tutte le risposte.>>
"Questa situazione mi piace sempre meno."
<<È anche lei un demone?>>
Scuote il capo da un lato all'altro, <<È una strega molto potente.>>

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Where stories live. Discover now