Capitolo 3

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Apro gli occhi di scatto, asciugando le gocce di sudore che mi colano dal viso con un rapido gesto della mano.
Inspiro profondame e incrocio le mani dietro la testa.
Ancora quel sogno... un incubo senza fine.
Ammetto di essere agitata anche a causa di un lieve senso di colpa; aver aggredito in quel modo Will è stato davvero sgradevole, ma sono stufa di essere vista come una bambolina di ceramica, troppo delicata anche solo per essere messa in esposizione.
Mi sento soffocare, ho bisogno di aria.
Scendo dal letto e mi avvicino alla finestra, la apro e mi scorgo leggermente; la luce della luna piena illumina la boscaglia, contrastando le tenebrose ombre degli alberi.
La brezza notturna mi pizzica il viso; mi prendo quella piccola coccola con piacere.
Sento il senso di oppressione svanire pian piano, cullato dalla tranquillità che regna al di fuori di casa.

Un movimento fulmineo cattura la mia attenzione; uno squarcio sull'erba, annerita dal manto scuro del cielo.
Come una scia di illusioni, si avvicina vacua nella mia direzione e punta a me medesima.
Scompare poi nel nulla prima di potermi raggiungere; il cuore prende a scalciarmi nel petto, la paura mi serra la gola e le mani sudano per la tensione.

Dov'è finita quella scheggia impazzita?

Afferro con dita tremanti la maniglia della finestra.
"È meglio chiuderla, che mi sia immaginata o meno ciò che credo di aver visto, non voglio correre rischi".
Una mano sbuca dal nulla, posandosi dritta sul battente ed impedendomi di chiudere l'anta.
Indietreggio di alcuni passi, "forse sto ancora sognando, magari tutto questo non è reale".
Si adagia sul davanzale, copre con il suo corpo tetro la luna ed ogni fonte di luce va dispersa; l'oscurità è tutto ciò che rimane, mi inghiotte lasciandomi indifesa, alla mercé di quelle due fessure rosse e taglienti che mi scrutano.
<<... i loro occhi, Reneè, sono rossi come il sangue, rubini capaci di spezzare la volontà di un uomo o, ancor peggio, di gelarti l'anima...>> come un campanello d'allarme, il ricordo di una vecchia conversazione con Luke, mi porta alla deduzione che meno avrei voluto; un senz'anima è qui, nella mia camera.
Tutto questo è surreale...
<<C-cosa vuoi?>> getto un'occhiata alla porta, continuando a camminare come i gamberi, sperando di guadagnarmi l'uscita.
Con una lieve spinta, abbandona la scomoda postazione ed entra nella stanza.
<<V-v-attene...>> inizio a balbettare; la mia vestaglia bianca non arriva a coprirmi le ginocchia tremanti, mostrando vistosamente la mia paura.
<<Shhh...>> si porta l'indice davanti al viso, celato dal buio pesto che ci circonda, <<non voglio farti nulla.>> compie due passi in avanti, con l'evidente intenzione di avvicinarsi.

Luke è in piena caccia a quest'ora, impegnato a far fuori i nemici al confine; non oso immaginare come la potrebbe prendere se sapesse che uno di loro è in casa nostra, considerato da noi luogo sicuro.

"Pensa, Reneè, pensa! Cosa posso fare?"
<<Tentare la fuga va solo a tuo svantaggio.>> arresta i suoi passi, conservando tra noi comunque una certa distanza.
"Pensa, pensa, pensa!", spremo le meningi, le idee che mi balenano in testa non sono vantaggiose, ma vista la situazione mi adeguo comunque ad una di esse.
Assumo la posizione alla Kung fu panda: braccia in aria e mani flesse verso il basso, ginocchio piegato ed equilibrio precario su una gamba sola, <<Se non vuoi morire, ti consiglio immediatamente di abbandonare questo terreno.>> nonostante la mia espressione da dura, l'intonazione delle mie parole sembra tradirmi; non so quanto possa sembrare credibile o minacciosa- credo neanche un po'- ma in caso di vita o di morte è lecito tentare tutto. Anche le stronzate, sì.

Un verso strozzato si trattiene nella sua gola, <<Che paura!>> esclama, fingendosi seriamente spaventato, <<Non farmi la bua, ti prego.>> ride a crepapelle, piegandosi su se stesso e battendo una mano sul ginocchio.
<<S-sono più pericolosa di quanto sembra!>> la mia tecnica intimidatoria ha fatto un buco nell'acqua, ma cos'altro potevo aspettarmi?!
Interrompe la sua risata in modo brusco, si porta una mano davanti la bocca e si schiarisce la voce; i suoi piedi muovono un passo laterale, lasciando che i raggi lunari l'illuminino i lineamenti del suo volto.

Sbatto le palpebre ripetutamente e scuoto il capo incredula, <<Tu...>> il ragazzo della sala giochi.
Le sue labbra si incurvano verso l'alto in un fastidioso sorriso compiaciuto, << Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti presto.>>
<<Chi sei? Cosa vuoi da me?>> stringo le mani in un pugno, le unghie mi si conficcano nei palmi tant'è la forza che utilizzo.
Compie un elegante inchino, <<Il mio nome è Christopher, ma puoi chiamarmi semplicemente Chris.>> piega il capo di lato, <<Ciò che voglio da te... beh, è una situazione un po' complessa da spiegare così su due piedi.>>
Mi concedo qualche secondo di silenzio, cercando di metabolizzare le sue parole; l'unica cosa che un demone può volere da un'umana è l'anima.
"Ok, Reneè, non perdere la calma, respira profondamente e... no, non ci riesco!"
Schiudo le labbra e comincio a gridare come un'osessa.
Il tipo sbarra gli occhi e, senza che io possa realmente rendermene conto, mi balza addosso e mi afferra per collo bloccando le mie urla isteriche. Mi scaraventa sul letto, me lo ritrovo sopra, il materasso si abbassa sotto il nostro peso e il suo corpo duro preme sul il mio.
<<Sei impazzita?>> sbraita, stringendo la presa delle dita sulla mia pelle, <<Sono qui per aiutarti, stolta.>>

Carico una catena di pugni che lo colpiscono in pieno stomaco; lui non si scompone minimamente e sbuffa scocciato, <<Se la smetti di fare cose stupide ti lascio libera.>> soffia vicino alle mie labbra.
Smetto all'istante di colpirlo, Christopher mantiene la parola e si scosta dal mio corpo mollando la presa su di me.
<<Ti prego, lasciami vivere...>> sussurro.
<<Non è mia intenzione ucciderti,>> i suoi occhi di fuoco cercano i miei, <<Ti spiegherò tutto ciò che vorrai sapere, ma non ora.>>
Mi massaggio il collo indolenzito, <<Cosa intendi con "sono qui per aiutarti",>> mimo le virgolette, <<io non ho bisogno di alcun aiuto.>> sibilo.

<<È qui che ti sbagli,>> mi afferra il mento con delicatezza, studiando il mio viso con attenzione, <<Vania richiese esplicitamente protezione per te ed eccomi qui, a tener fede a questo ingrato compito.>>
Mi si gela il sangue a sentire quel nome, accarezzato dolcemente da queste labbra demoniache; da tempo nessuno più la nominava, come se anche il ricordo di lei fosse cancellato insieme alla sua scomparsa.
Rimango in silenzio, incapace di proferire anche solo un suono, interdetta e sconvolta.
Non credo alle parole di questo senz'anima, eppure una parte di me lo avverte sincero.
Con il pollice inizia ad accarezzarmi gli zigomi e il dorso del naso, <<Le assomigli molto; il colore dell'oceano è racchiuso nei tuoi occhi come nei suoi, le piccole macchioline sul viso che voi chiamate lentiggini,>> sospira e il suo fiato mi sfiora la pelle, << i tuoi capelli, mossi e neri come il petrolio...>> si sporge in avanti e sento le sue labbra sfiorare le mie mentre si incurvano in un sorriso; quel lieve movimento fa si che, l'acciaio freddo del piercing, mi provochi un lungo brivido su tutta la schiena.
Chiudo gli occhi; mi sento inerme e sopraffatta da questa strana situazione a tratti irreale.
<<Ti tengo d'occhio da tempo, Reneè, e continuerò a farlo. Sono l'unico di cui non dovrai mai avere paura...>> soffia piano quelle parole.

Umetto le labbra con la lingua, cullandomi nel suo profumo selvaggio e virile che mi inebria i sensi.
Il terrore che provavo è scemato, un vortice di calde sensazioni mi avvolge in un manto oscuro e privo di luce.
La sensazione di essere seguita e osservata non era solo una paranoia mia, questo demone mi stava pedinando, studiando i miei movimenti per un motivo che fatico a comprendere.

Riapro gli occhi e sono sola, Chris si è dissolto dalla stanza, svanito nel nulla come l'immagine di un sogno quando ti svegli.






Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Where stories live. Discover now