Capitolo 15

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<<Cerca di non portare un altro brutto voto a casa, principessa.>>
<<Ok.>> scendo dal furgoncino in tutta fretta, mi sistemo la borsa sulle spalle e afferro la maniglia dello sportello per chiuderlo.
<<Aspetta, non mi dai un bacio?>> si sporge sul lato passeggero e mi regala uno dei suoi caldi sorrisi.
Il cuore mi si stringe con prepotenza nel petto, a malapena riesco a nascondere la rabbia, che ancora mi fa bollire le vene, con una maschera di indifferenza.
Lo guardo per qualche secondo, poi cedo alla sua richiesta e mi piego per scoccargli quel gesto d'affetto che mi chiede.
<<Buona giornata, piccola.>>
Tiro le labbra in una smorfia gentile e forzata prima di dargli le spalle e correre verso l'entrata dell'istituto.
Sento il borbottio del motore che riparte, tiro un sospiro di sollievo quando, con la coda dell'occhio, lo vedo andare via.
"Non immagina minimamente che io abbia sentito quel che ha detto a Luke; meglio così, ho deciso di far finta di niente per ora."

<<Reneè!>> Edd si sbraccia come una scimmia per attirare la mia attenzione.
Lo raggiungo, <<Ehi... Kate?>>
Domando subito di lei; sicuramente ce l'ha con me e ha tutte le ragioni di questo mondo. Quando Luke mi ha restituito il cellulare ho ritrovato sullo schermo le notifiche di cinque messaggi e due chiamate perse di Kate, oltre quelle di William ovviamente. Mi sono ripromessa che le avrei risposto, ma tra una cosa e l'altra mi è passato di mente.
"Sono una pessima amica."
<<È già entrata,>> si passa una mano tra i capelli ordinati, <<è avvelenata... non mi ha neanche salutato quando mi ha visto.>>
<<Non avete ancora fatto pace?>>
<<Ieri mattina, alla pausa pranzo, ho provato a parlarle, ma non appena mi sono avvicinato mi ha dato uno schiaffo e se n'è andata.>>
Annuisco e mi rendo conto di non essere tanto pronta ad affrontare la mia migliore amica; non ho inventato neanche una scusa decente da rifilarle, il fatto che anche con Edd non ha risolto la rende decisamente più pericolosa del solito.
Ci avviamo verso i corridoi, raggiungendo i nostri rispettivi armadietti. <<Che palle, iniziare la mattina con matematica è davvero favoloso!>>
<<Cosa ti lamenti? Io oggi devo recuperare il compito di chimica e dovrò restare un'ora in più.>>
Nonostante le ore passate sui libri non mi ricordo un fico secco.
Prendo il libro di biologia- prima ora della giornata per me- e mentre lo estraggo noto un bigliettino scivolare sul pavimento.
Lo raccolgo e inizio a rigirarlo tra le dita per un po', lo dispiego e una calligrafia disordinata e piena di sbavature mi presenta lo sbrigativo contenuto:

|Ho bisogno di parlarti, è urgente.
-Chris.|

<<Qualche spasimante all'orizzonte?>> mi tira una gomitata sul braccio.
<<No.>> rispondo acida e mi incammino verso l'aula, <<Nulla che ti interessi, almeno.>>
<<Antipatica!>> lo sento urlarmi alle spalle.
Mi giro con il capo nella sua direzione e sollevo il dito medio con eleganza.
La porta della classe è ancora aperta per mia fortuna, entro il più silenziosamente possibile; la professoressa Smith è già comoda dietro la cattedra, pronta per iniziare l'appello.
La saluto con un timido buongiorno e lei, da brava insegnante qual è, mi ignora spudoratamente.
Kate è già seduta al suo posto, il mento poggiato sul palmo della mano e l'espressione di chi palesemente finge di non vedermi.
Vado al mio banco- proprio dietro a quello della mia migliore amica- e penso a come farmi perdonare.
"La vedo dura, è più nera del carbone."
<<Silenzio, ragazzi. Iniziamo l'appello!>> la professoressa apre il registro, <<Anderson?>>
<<Presente.>>
<<Baker?>>
<<Presente!>>
Approfitto dell'annotazione delle presenze e provo a richiamare l'attenzione di Kate.
<<Kate,>> sussurro piano, sporgendomi in avanti con il busto, <<Kate, dai, girati! Smettila di ignorarmi.>> continuo nella mia impresa con numerosi tentativi finché, arrivata allo sfinimento, cede.
<<Che vuoi?!>> sbotta ma senza alzare la voce, per fortuna.
Do un'occhiata fugace verso la cattedra, per vedere se quell'arpia della Smith si è accorta di noi; per non so quale immenso miracolo è ancora concentrata sull'elenco dei nomi.
<<Dobbiamo parlare.>>
<<Non ho niente da dire ad una persona che, nonostante si definisce la mia migliore amica, non trova mai del tempo per me.>> torna a guardare davanti a sé.
<<Kate, ti posso spiegare.>> riprende ad ignorarmi. <<Kate!>>
Allungo il braccio e le tiro i capelli, avvantaggiata dal fatto che oggi
li porta raccolti in una coda alta.
<<Ahi!>> strilla.
<<Miller!>> la riprende la Smith con la sua voce stridula e fastidiosa.
<<P-presente.>>
<<Me ne sono accorta! Se lei e la signorina Moore avete voglia di chiacchierare, allora, potete accomodarvi fuori. Questa è un'aula non una sala da tè.>>
<<Scusi.>> rispondiamo all'unisono.

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora