Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]

Capitolo 20

Sbatto le palpebre ripetutamente, confusa mi guardo in giro in cerca di conferme o smentite su quel che Thomas mi ha appena svelato.
"No, si sta sbagliando. Io sono umana, non ho poteri, mutazioni o particolarità."
Mi rialzo da terra e mi metto in piedi; il mio petto si alza e abbassa bruscamente a causa del fiato perso in corsa.
<<Non capisco come tu abbia tratto delle conclusioni così assurde! William era un Cacciatore, posso aver ereditato una piccola parte della Licantropia, ma strega e demone? Credo che voi abbiate gonfiato un po' troppo la vicenda.>> Spalanco le braccia esausta e mi auto indico con un movimento del capo. <<Guardami, sono un'umana! Se ciò che tu affermi fosse vero, avrei dovuto avere doti speciali, non trovi?>>
<<Vania era una strega; ha voluto trasformare te nel suo più grande esperimento. Come quando misceli in una pozione più ingredienti molto diversi tra loro e c'è  il rischio che la fialetta che li contiene esploda, oppure può non accadere nulla. Evidentemente tua madre ha fallito con te, non è riuscita ad ottenere il risultato sperato.>> ridacchia soddisfatto, <<Comunque sia la tua sola presenza sul suolo terreno è un problema, altri ancora potrebbero voler seguire l'esempio di tua madre e creare altri ibridi, non possiamo correre rischi.>>
"È tutto così ambiguo, senza senso..."
<<Perché mia madre avrebbe dovuto farmi una cosa del genere?>>
<<Il tempo delle verità è finito, ragazzina. Potrai chiedere tutto ciò che vorrai direttamente a Vania, visto che stai per raggiungerla- ovunque lei si trovi- tra pochi istanti.>> la sua voce è puro scherno nei riguardi della mia sofferenza, delle lacrime che mi supplicano di essere liberate e della mancanza d'affetto materno.
"Christopher mi ha detto che lei ha richiesto la mia protezione, ha stretto una promessa che leghi un senz'anima a me per tenermi al sicuro, non può essere la stessa che ha sacrificato la sua unica figlia in nome di un emocromo basato sull'unione di tre razze. Mi ha condannata alla solitudine, al sentirmi perennemente inadatta con tutti e a non sentirmi parte integrante di nessuno."

Ruoto il capo a destra e sinistra e controllo che questa posizione di stallo duri il più possibile ma, ormai, le belve sono diventate troppo impazienti e ingestibili; i Licantropi sono già in posizione di attacco, neanche fossi un pericoloso nemico da affrontare.
"Sono solo una ragazzina di diciassette anni, che si trova ad affrontare una situazione più grande di lei; una situazione che, non solo mi fa sentire emarginata e rifiutata da chi credevo essere la mia famiglia, ma che prevede anche la mia morte prematura."
<Reneè!> la voce grida il mio nome, mi riporta alla realtà, lontano dai pensieri che si sono rivelati inutili; non ho trovato alcuna soluzione.
<<I tuoi amici demoni ti hanno lasciata nella merda, nessuno è intervenuto per salvarti!>> tuona Thomas, con le zampe flesse e gli avambracci tesi; i palmi sono aperti contro suolo e il pelo irto.
"Cosa devo fare?", il cuore mi balza in gola, sbarro gli occhi non appena lo vedo balzare in avanti, fulmineo si scaglia verso di me e, questa volta, i miei riflessi si rivelano inutili.
Avverto il nauseante suono che crea la carne quando viene lacerata, l'odore pungente del sangue che mi bagna la pelle e una parte degli abiti, il respiro mi si blocca per il dolore intenso che avverto. Mi piego su me stessa, stringo le mani sul fianco destro, là dove l'alfa mi ha colpita con i suoi artigli, cerco di fermare il liquido rosso che esce copioso dalla ferita e s'infila sotto le unghie, mi impregna le dita e scivola al suolo.

<Lui non può rinnegarsi, verrà in tuo aiuto.>

"Il sangue, la notte, sembra petrolio.
Il sangue, la notte, diventa nero.
Il sangue, la notte, in contrasto con il chiarore della luna, appare pura sventura."

<Il sangue.
La notte.
Il nero.
La luna.>

Altri due lupi avanzano svelti, con uno slancio minimo, il cacciatore più piccolo, si butta su di me e mi inchioda al terreno; le zampe pesanti mi premono sullo sterno, il peso mi comprime e affatica ulteriormente i miei polmoni.