Capitolo 24.2

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Abbandono l'edificio scolastico, lasciando a Paul, l'inserviente, l'incarico di comunicarlo a chi di dovuto.
<<Christopher, smettila di nasconderti, esci fuori.>> mi fermo davanti al semaforo pedonale momentaneamente rosso.
<<Sì, mia signora?>> mi canzona.
"Che spiritoso."
Sospiro abbattuta, <<In classe hai visto anche tu quel che ho visto io, non è così? Oppure ho immaginato anche te?>>
Scatta il verde; attraverso con il capo chino, contando le strisce zebrate sotto i miei piedi.
<<Non capisco di cosa stai parlando.>> afferma serio.
Mi paralizzo.
<<Le iridi grigie ti donano.>> sorride.
Imbroncio il muso.
"Cosa c'entra il colore dei miei occhi, ora?"
<<Grigio è il colore del dubbio, dell'insicurezza e della confusione,>> riprende a parlare dando una spiegazione alla mia domanda mentale, <<comunque stavo scherzando. Certo che ho visto quello che hai visto tu, ma non credo fosse reale.>> punta lo sguardo verso il cielo terso.
<<In che senso? Io l'ho visto, tu l'hai visto e anche Edd, insomma le sue reazioni mi hanno dato questa impressione.>>
<<Lo so. Ma nessuno ne ha memoria, tranne noi.>> fa spallucce.
<<Quindi?>>
<<Non so, vediamo se Lee ha qualche idea sulla faccenda.>> velocizza il passo.
<<Christopher...>>
<<Cosa c'è, ragazzina?>> continua a camminare, non si azzarda nemmeno a guardarmi.
Mi viene quasi da ridere.
"Vuol fare tanto il duro, e poi?
Poi cede ad atteggiamenti poco demoniaci."
Mi do una leggera spinta e lo raggiungo, conscia che probabilmente è ancora connesso a me; afferro il suo polso e lo costringo a fermarsi.
"Sono arrabbiata con lui, i suoi atteggiamenti sono irritanti delle volte."

Finalmente si volta per incontrare il mio sguardo.
"Voglio togliermi qualche curiosità..."
<<Quando ero ferita, dopo l'attacco dei Licantropi, sapevo che mi avresti salvata, non avevo alcun dubbio.>>
Inarca un sopracciglio, mostrando una meravigliosa espressione perplessa; non capisce dove voglio andare a parare.
<<Però, c'è stato un momento in cui ti ho sentito vacillare. Sì, insomma, quando mi hai baciat->>
<<Non ti ho baciata. Ti ho donato il mio sangue, è diverso. Quel contatto era inevitabile visto che, per applicare il sigillo di appartenenza, lo dovevi bere. Credevo lo avessi capito.>>
<<Christopher, non interrompermi. Come sia avvenuto il contatto o meno, a me non importa. Non è di quello che voglio parlare, in classe sei stato chiaro.>> sospiro e mi concentro sul nocciolo della questione che voglio affrontare, <<Per alcuni istanti, durante quel contatto, ho avvertito la mia ninfa vitale affievolirsi e non era dovuto al rituale della tua sottomissione. Ne sono certa.>>
Mi guarda con aria seccata.
Ha capito cosa voglio dire. <<Tu, hai cercato di rubarmi l'anima... non è così?>> ma lo puntualizzo ugualmente, per evitare incomprensioni.
Oscilla un po' il capo in modo buffo, portandosi una mano tra i capelli disordinati, <<Sì, è così,>> risponde tranquillamente, <<sei più contenta ora?>> apre le braccia con un gesto teatrale.
<<Perché non l'hai fatto alla fine? Saresti stato finalmente libero...>>
<<Non so cosa mi sia passato per la testa...>>
ridacchia, <<agisco e basta. A mio parere dovresti ritenerti più che fortunata, non credi?>>

<<Se c'è un motivo così ovvio, come il fatto di portare a termine la tua missione o la semplice fortuna che tu non avessi la luna storta in quel momento, perché hai bloccato il canale che mi permette di vedere i tuoi pensieri? Ciò che dici, forse, non coincide con quello che hai in testa.>> per qualche strana ragione ho bisogno di sapere il perché lui non mi ha uccisa quando aveva la possibilità.
"Mi sono sentita messa da parte, buttata in pasto alla solitudine e abbandonata da chi mai avrei pensato lo facesse; questo Demone è tutto ciò che mi è rimasto."
<<Smettila di farti film mentali, sei irritante. Siamo qui, insieme e con un patto di sangue che va a tuo totale vantaggio. Non ti serve sapere altro.>> riprende a camminare.
I suoi passi cadenzati mi torturato, ed io, dietro di lui, mi sento inerme e incapace di domarlo realmente.
"Non sono all'altezza della situazione."

<<Non è un capriccio o una smania senza fondo. Hai deciso di diventare un famiglio, il mio, a tuo rischio e pericolo, esponendoti. Voglio solo comprenderti, capire cosa rappresento realmente per te. Ogni tua azione è dettata da un sincero interesse, vuoi seriamente aiutarmi, oppure ti senti costretto a restare nei panni del mio protettore? Non voglio sentirmi un ulteriore peso per te.>> sospiro, <<Se non risponderai sinceramente allora te lo ordinerò, a quel punto non potrai più sottrarti e non voglio arrivare a questo punto. Ci deve essere totale sincerità tra noi, senza arrivare a questi estremi.>>
<<Non farlo, allora. Non credo che sia il caso di usare il tuo potere per motivazioni così futili.>>
<<Gamchicolh, ti ordino di fermarti!>> grido con rabbia.
"Per me non sono motivi insulsi, conta molto sapere la verità; ho capito quanto importante essa sia, soprattutto dopo aver vissuto nella menzogna per tanto tempo."
Le sue gambe diventano colonne di cemento, ben piazzate sul terreno. Immobile resta per mio comando.
I suoi muscoli sono tesi, la schiena dritta e fiera, lo sento bruciare dentro, divorato dal timore di ciò che io sto per pretendere.
"Non importa se pensi che sono infantile, ingiusta o quel che vuoi. Ma ho il bisogno viscerale di avvertire solo sincerità attorno a me. Capisco che sei un senz'anima e pretendere questo da te, così lontano da quello che la tua natura ti impone, è sgradevole; ma chi tu sia o la categoria a cui appartieni non determina quel che vuoi essere."
Si volge a guardarmi, i suoi occhi intensi e spietati mi puntano con ardore, <<Sei viva e questo è l'importante. Il mio sangue ti ha potenziata, ha risvegliato il dono che hai ereditato, e ti ha dato una famiglia a cui appartenere. Ho fatto quello per cui sono nato, quel che credevo più giusto.>>

<<È stato solo questo, quindi. Hai deciso di mantenere il compito che ti hanno affibbiato; non c'è un reale interesse da parte tua nel salvaguardare la mia integrità, la mia vita.>>
Si avvicina cauto, piega il busto in avanti e si sporge vicino al mio orecchio, <<Sai che se tu mi dicessi di morire per te, io, sarei costretto a farlo?>> il suo piercing mi solletica il lobo, <<Ecco fino a che punto mi sono donato a te; tu hai tra le mani la mia vita e ne puoi fare ciò che vuoi. Però ricorda, Reneè, un legame con un demone non è facile da sciogliere e anche in caso di mia morte prematura, tu avrai un salato conto da pagare. Ora ragiona tu stessa sulle mie parole, trai da sola le conclusioni.>>
<<Credo di averle tratte ormai da un po', volevo solo una conferma...>> mormoro abbattuta.
"Non sono nulla di più di un incarico per lui."

<<Tu sei la promessa che sono condannato a mantenere.>> la sua voce roca mi carica di sensazioni contrastanti; riesce a sconbussolarmi nonostante la sua freddezza.
"Non posso cercare affetto sincero in chi un'anima non ce l'ha. Non conosce il valore di un sentimento, sono una stolta. Voglio tornare a casa, tra gli abbracci e i baci di William, tra i sorrisi e le carezze di Luke. Se si potesse riavvolgere il tempo come una videocassetta, cercherei di godermi di più quegli attimi.
<<Mi dispiace, sono sincero. Per voi esseri umani la ricerca di affetto è quotidiana e costante, anche quando dite di non averne bisogno, in realtà, mentite. Ti starò vicino, ti aiuterò e potrai servirti di me come meglio credi, ma sul lato affettivo non posso esserti utile. Sono stato disposto a vendere me stesso pur di non fallire, ma ti ripeto, non posso offrirti  il calore che cerchi.>>
<<Luke, mi manca...>> singhiozzo.
<<Lo so. Io non sono lui e non posso scusarmi per questo.>>

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora