Capitolo 18

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<<Sono a casa!>> grido non appena varco la porta d'ingresso. <<Will?>>
<<Non c'è nessuno oltre noi.>> la voce di Luke fa capolino dal soggiorno; il suo tono è glaciale.
"Siamo soli, io e lui. Anzi, sono sola e basta."
Lo raggiungo muovendo passi lenti e incerti; lo trovo seduto scomposto sul divano, i suoi occhi sono puntati verso lo schermo del televisore, non distoglie lo sguardo neanche quando mi siedo accanto a lui.
"Mi sta palesemente ignorando, finge che io non ci sia."
<<Dov'è andato Will?>> fingo indifferenza, in realtà questo atteggiamento distaccato mi nuoce dentro.
<<Non lo so. Ha detto solo di non aspettarlo.>>
"Nessun sorriso, nessun abbraccio, niente di niente. Ne avrei seriamente bisogno, però. Le sue attenzioni sono un vero toccasana per la mia anima."
<<L-Luke,>> pronuncio il suo nome con disagio, spero di attirare la sua attenzione in qualche modo, anche solo per parlare un po'.
"È davvero snervante, frustrante e deludente essere evitata senza un motivo concreto."
Si mette in piedi, punta il telecomando verso la TV e la spegne.
<<Luke, aspetta...>> allungo un braccio per bloccarlo, ma afferro solo l'aria; imperterrito avanza lontano da me.
<<So che non ti stai comportando così per tuo volere...>> sussurro.
"Voglio che sappia che non ce l'ho con lui per questo suo modo di trattarmi; lo comprendo."
Si ferma ma non si volge neanche a guardarmi, <<Ti sei spruzzata del profumo addosso, ma per tua informazione serve a poco, la sento ugualmente.>>
"Non si può andare avanti così."
<<Non so quale idea tu ti sia fatto, ma>>
<<Nessun ma, Reneè, non voglio alcuna spiegazione perché so già che sarebbe solo un'altra menzogna. Ne stai dicendo parecchie ultimamente.>>
Mi alzo e vado nella sua direzione, <<Guardami in faccia almeno se mi vuoi accusare di qualcosa.>> scuoto il suo braccio sinistro con una salda presa.
Si gira con uno scatto deciso e si libera dalla stretta della mia mano, i suoi occhi sono ridotti a due fessure che mi scrutano con rabbia.
Schiude le labbra, pronto per ribatte ma il rumore della serratura che scatta interrompe il nostro idilliaco scontro.
Un chiacchiericcio allegro accompagna l'apertura della porta, che rivela la presenza di una seconda presenza insieme a William.
Rimaniamo tutti fermi, immobili come statue di cera, a fissarci in silenzio.

<<Papà?>> Luke infrange la barriera muta che si è insinuata tra tutti noi presenti.
Lo stomaco mi si rivolta dall'ansia, la peluria delle braccia si mette sull'attenti e le mani mi sudano per l'agitazione.
"Ho sempre detestato quest'uomo fin da piccola. Mi incuteva terrore; quando i suoi occhi si posavano su di me incominciavo a tremare. Non ha mai netruito affetto nei miei confronti come io nei suoi."
Apre le forti braccia e attraversa l'uscio con un sorriso, <<Ti senti troppo cresciuto per dare un abbraccio al tuo vecchio?>>
Scuote la sua chioma chiara e sorride carico di gioia; va incontro a Thomas e lo stringe con vigore.
William mi si avvicina, anche lui contento per l'arrivo di suo fratello, mi accarezza la testa e si gode quel tenero momento di riconciliazione.
"L'unica a non apprezzare la sua presenza sono io."
<<Reneè, ti trovo cresciuta.>> tira le labbra in una smorfia gentile, costretto dalla circostanza.
"Lo sguardo che mi riserva è lo stesso di allora, non è cambiato di una virgola."
<<Tu sei sempre lo stesso.>> incrocio le braccia al petto, senza nascondere la mia irritazione nei suoi riguardi.
"Fottiti, Thomas. È un augurio che ti mando dal cuore."

<<Prepariamo qualcosa di buono per questa bella rimpatriata di famiglia.>> Will strofina le mani tra loro soddisfatto.
"Famiglia?
Devo cercare questa parola nel vocabolario perché, al momento, mi sfugge il significato."
<<Bene, ho una fame da LUPO!>> ridacchia della sua stessa battuta, <<Vado a sistemare la valigia.>> annuncia.
"Il grande capo branco dei miei stivali.
Alla sua morte sarà Luke a ereditare il ruolo di Alfa, spero che non sia costretto ad allontanarsi da questo territorio com'è accaduto al padre."
Afferra il borsone da viaggio,  mentre il figlio si allontana seguendo le orme dello zio verso la cucina.
Mi appresto a raggiungere gli uomini in cucina per dare una mano, ma i miei piani vanno in fumo.
<<Reneè, aiutami a portare la roba e a sistemare la camera per la notte.>> non è una gentile richiesta quella che sento, ma un ordine.
Sbuffo, <<Mi sento più utile con loro, credo tu possa cavartela da solo.>> cerco di liquidarlo.
<<Io dico che mi serve una mano.>> socchiude gli occhi e avanza verso di me, il petto tronfio di chi sa di possedere una certa autorità, <<E quando dico una cosa è quella, non voglio essere contraddetto, punto.>>
"Sei cascato male. Non sono più la bambina di un tempo, che stava zitta e abbassava il capo."
<<Non voglio apparire scortese ma, Thomas, qui non sei nel tuo branco ed io non sono uno dei tuoi fedeli cuccioli, quindi, il punto lo vai a mettere con qualcun altro; con me, al massimo, lo trasformi in una virgola e aggiungi per favore.>>
Rimane interdetto per qualche istante e io lo guardo con soddisfazione; la sensazione di vittoria svanisce presto.
<<Brava, vedo che la compagnia demoniaca ti ha già influenzato.>> ride sommessamente, mentre io, sotto il suo sguardo, raggelo.
Solleva il braccio impegnato dal peso del borsone e me lo lancia addosso, d'istinto lo prendo al volo.
<<Vedi? Ora va meglio.>> s'incammina verso le scale con andatura autoritaria e possente, mi ritrovo a seguirlo senza dire una sola parola.
"Sembra sapere con certezza che io sto a contatto con i senz'anima, non è un sospetto che ha espresso ma un'affermazione chiara. Certo, l'odore che loro avvertono su di me è un forte indizio ma basta anche solo un piccolo contatto per far sì che rimanga sugli abiti. Potrei aver scontrato un demone senza saperlo, come accadde la prima volta con Christopher, quando ancora non ero a conoscenza di ciò che era.
No, è un'accusa chiara la sua, non c'è dubbio."

Raggiungiamo la stanza di William, è qui che passerà la notte il grande alfa, mentre il reale proprietario si accontenterà del divano come è sempre accaduto.
<<Poggialo sul letto.>> indica con un cenno del capo il borsone che tengo tra le braccia.
Non rispondo. Eseguo e basta.
<<Sai, Reneè, i demoni possono strappare le anime delle loro vittime ma un buon Licantropo sa divorare la lingua di chi è troppo irrispettoso.>> si fa beffa di me.
Continuo a rimanere in silenzio e ad ignorare la sua inutile spavalderia.
Si accomoda sul bordo del materasso, le gambe leggermente divaricate su cui poggia i gomiti e le mani unite. <<Ho intenzione di portare mio figlio via con me, è finito il tempo dell'innocenza ed io lo voglio al sicuro dalla delusione che gli procurerai.>>
Stringo i pugni; le nocche si sbiancano per l'eccesso di forza. <<Io e Luke non ci trattiamo più, se non lo stretto necessario. Puoi stare tranquillo, il tuo buon fratellone si è già occupato di questo punto della vicenda.>> mi piazzo davanti a lui e poso le mani sui fianchi, <<Sul punto delusione, io, avrei da ridire; qui la vera delusione siete voi.>>
<<Noi?>> ride, <<Tu te la fai con uno sporco demone e noi saremmo una delusione?>> apre le braccia divertito.
<<Io non me la faccio con nessuno,>> prendo coraggio e continuo a reggere il discorso, <<al contrario, voi mi avete tenuto nascoste molte cose che mi riguardano direttamente. È così che risolvete le questioni? Sparando una marea di cazzate?!>> alzo i toni alterata.
<<Avrei dovuto ucciderti a tempo debito, ci saremmo risparmiati un sacco di guai.>> scuote il capo con evidente rimorso per non aver agito come avrebbe voluto in passato.
<<Perché non l'hai fatto? Se te ne penti così tanto puoi sempre recuperare adesso. Sono sotto i tuoi occhi, completamente indifesa.>>
<<Lo vorrei tanto, ma farlo ora non cambierebbe le cose, lo stesso motivo che mi impedì di farlo tempo addietro è ancora presente.>>
<<Parla chiaro, Thomas. Sono stanca di tutte queste frasi lasciate a metà.>>
Le narici si allargano dalla rabbia cieca che sente, so che è carico come una bomba pronta a esplodere anche se tenta di nasconderlo.

Occhi negli occhi, tra noi avviene una battaglia all'ultimo sguardo.
<<Sei tu che devi ricordare, non sono io a doverti dire quel che tu stessa hai deciso di cancellare dalla tua mente.>>
Lo guardo interrogativa, senza capire dove sta andando a parare.
"Cosa devo ricordare?"
<<Speravo che facendovi crescere insieme, tra voi, non nascesse nulla oltre l'affetto fraterno e invece...>> sospira, <<Non posso permetterti di rovinare l'unica cosa bella della mia vita. No, non starò con le mani in mano come feci in passato; non permetterò che ti nutra di lui con il tuo sangue marcio.>>
Le labbra mi tremano dalla rabbia, <<Non farei mai del male a Luke...>>
<<Anche Vania disse lo stesso prima di->>
La porta della stanza si apre, lasciando muta la bocca di Thomas, interrotto dalla presenza del suo amato figlio.
<<Sono salito per avvisarvi che la cena è già in tavola...>> aggrotta la fronte sospettoso; probabilmente avverte la tensione che c'è tra me e suo padre. <<Sta succedendo qualcosa?>> domanda, infatti, sbalzando lo sguardo da me a Thomas.
<<Nulla.>> sorride l'alfa, << Reneè mi aiutava a sistemare la camera.>> gentile e affettuoso si solleva dal letto e affianca il figlio, <<Scendiamo?>> gli arruffa i capelli con una carezza impacciata.
<<Reneè, che fai? Non scendi con noi?>> Luke nota la mia staticità, non un muscolo si tende per un minimo movimento, troppo presa a ragionare sulle parole che il capo cacciatore mi ha rivolto.
<<Sì, voi iniziate ad andare, io vi raggiungo tra poco.>>  ho bisogno di due minuti per stare da sola.
Annuiscono entrambi e si dileguano tra spallate complici e pacche affettuose.
Mi siedo sul letto, nel punto in cui prima era accomodato Thomas, e inizio a sfiorare le lenzuola sgualcite.
"Cosa ho deciso di cancellare dalla mia testa? Perché i miei ricordi mi sembrano così incompleti, dove sono i tasselli mancanti?"
Chiudo gli occhi e inspiro profondamente, le mie dita tornano a cercare il ciondolo che adorna il mio collo, lo stringo e mi perdo.

Rotolo sul grande materasso, <<Voglio questo letto!>> imbroncio le labbra.
<<È troppo grande per una topolina piccola come te.>>
<<Ma è più comodo del mio e poi tanto cresco in fretta!>> apro un sorriso enorme mettendo in mostra, con un certo orgoglio, la finestrella aperta tra i denti.
<<Stai cercando di corrompermi, principessa?>> mi accarezza la guancia con tenerezza.
Annuisco con vigore, <<Ti prego, ti prego, ti prego!>> le codine alte rimbalzano a ogni mio vivace movimento.
<<Quando sarai più grande provvederemo, ora accontentati del tuo.>>
Sbuffo e pianto un capriccio enorme fatto di lacrime e lamenti.
Non cede alla mia richiesta, ma scende a un compromesso, <<Facciamo così, per questa notte ti lascio dormire qui, con me.>>
Smetto subito di frignare e lancio un gridolino per la felicità, gli butto le braccia al collo e mi stringo a lui, <<Grazie, papà!>>

Midnight Soul [In REVISIONE & MODIFICA]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon