Capitolo 1

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«Jo!» esclama mio fratello, Hayes, sbucando dalla porta di camera mia. «Sei pronta?»

Annuisco, mentre prendo la mia valigia collocata sul letto e la metto correttamente sul pavimento.

Stiamo per andare a New York dai nostri zii, dove c'è anche nostro fratello maggiore.

Alzo il manico della valigia rossa fuoco, che a mio avviso dovrei cambiare. Ha delle ammaccature a destra e sulla parte frontale ed ogni volta che la devo chiudere devo salirci praticamente sopra.

Mi lego i capelli castani con le punte blu in una coda alta, altrimenti a fine viaggio avrò un nido con tanto di uccelli al posto di capelli.

Quando esco da camera mia Hayes in contemporanea esce dalla sua, essendo difronte quindi facciamo tutto sincronizzati.

Dalla partenza di Nash, poi, abbiamo legato ancora di più.

Lui ed Hayes sono molto simili sia caratterialmente che fisicamente, al contrario di me. L'unica cosa che abbiamo in comune sono gli occhi azzurri come il ghiaccio ed i capelli castani.

Comunque, ritornando a Nash, è partito un anno fa per andare a vivere dai nostri zii. Ma non lo biasimo, non mi è mai piaciuto stare qui.

Non so se per le persone che ci sono, o per la città in se, ma stare qui ad Austin non mi piace. Eppure, sono nata e cresciuta qui in Texas.

«Emozionato di rivedere Nashy?» domando al mio fratellino, chiamando Nash con il soprannome che gli abbiamo attribuito quando eravamo piccoli.

«Giusto un po', tu sorellona?»

La verità è che vorrei rispondergli che sono notti che mi rigiro e rigiro nel letto chiedendomi come sarà rivederlo.Se si sarà fatto più alto, se avremo sempre il nostro stesso rapporto.

Ma mi limito a mordermi il labbro e scuotere la testa, «Non esattamente.»

«Bene.» risponde, «Anche se continuo a pensare che piangerai appena lo vedrai.»

Gli do uno scherzoso pugno sulla spalla, «Non piangerò proprio per niente. Tuttalpiù farai tu la femminuccia.»

Mi lancia uno sguardo assassino mentre io porto la valigia al piano di sotto, «Non mi metterò a piangere per Nash, Jocelyn!» mi urla dietro.

Nostra madre, che intanto stava caricando le ultime valigie con mio padre, mi rivolge un'occhiata incuriosita volendo sapere perché il mio adorabile fratello rompi palle sta urlando.

«Non guardarmi in quel modo,» le dico; «è tuo figlio.»

«Sono anche tuo fratello.» borbotta Hayes dandomi di proposito una spallata.

«Idiota.» ribatto prima di dargli un leggero schiaffo sulla testa.

Anche se io sono più grande di un anno, Hayes è più alto di me. Io sono la nana della famiglia, a quanto pare.

Nostra madre sbuffa sonoramente mentre si mette tra noi due, che avevamo iniziato a scagliarci l'uno contro l'altro.

«Basta. Tutti e due.» ci ammutolisce.

«Rimpiangerai di avere solo noi due, tra qualche ora.» la provoca mio fratello, mettendole un braccio intorno le spalle.

«Hayes ha ragione.» ribatto, «Tra l'altro con gli zii non possiamo fare tutto questo, concedici un po' di libertà.»

«Meno male che con zio Frank non fate queste cose.» sospira, «Iniziate ad andare in macchina, tutti e due.» ci ordina prima di spingerci in direzione della porta.

Ti odio Cameron DallasWhere stories live. Discover now