Capitolo 28

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«Cameron!» urlo in mezzo alla strada, mentre il mio ragazzo continua a camminare velocemente lontano da casa sua.

Sono sul guscio della porta del palazzo e Cameron si fa spazio fra le persone per allontanarsi.

Decido di smettere di fare la codarda e inizio a correre per raggiungerlo.

Mi faccio strada tra le persone e quasi le spintono, mi dispiace dirlo, ma Cameron è più importante.

Capisce che sto cercando di raggiungerlo ed aumenta ancora di più il passo.

Dopo qualche secondo, però, riesco ad afferrargli il braccio.

«Cameron.» dico con il fiatone. «Per favore fermati.»

Mi ignora, ma non strattona il braccio per cui continuo a tenerlo.

«Cameron-»

«È incinta, Jocelyn! Sai cosa significa? Ma certo che no, tu continui a vivere nel tuo mondo dove sono tutti felici e contenti.»

Le parole che pronuncia, con così tanto disprezzo e con così tanta rabbia, mi fanno venire le lacrime agli occhi.

Io volevo aiutarlo... allora perché fa così?

Dopo qualche secondo Cam si rende conto di che cosa ha detto e spalanca la bocca.

«Jo, io non intendevo-»

Lo interrompo, alzando una mano. «Ho capito cosa intendevi, devo andare Cameron.»

Il fatto peggiore che è che sto praticamente piangendo, e non posso permettermi di farlo davanti a lui.

Sono abbastanza scossa anche io, voglio dire, mio fratello e la mia migliore amica diventeranno genitori.

Ed io zia...

Ma Cameron ha deciso di fare l'egoista, e pensare solo a se stesso.

Un piccolo singhiozzo mi scappa dalle labbra appena sono a qualche metro di distanza da lui.

Fa male litigare con lui.

Pensavo che avremmo passato una bella giornata, tutti insieme e magari avremmo avuto cinque minuti tutti per noi.

Ma, ovviamente, le cose non vanno mai come vorrei.

Inizio a correre sotto lo sguardo incuriosito di tutti.

Vorrei urlare di non fissarmi, perché non c'è niente di male nel camminare piangendo.

Ma la verità è che non escono suoni che non siano singhiozzi dalla mia bocca.

Sono debole, lo ammetto.

Quando c'è una difficoltà, come in questo caso, la prima cosa che faccio è scappare.

Ma Cameron, con i suoi occhi color caramello e con le sue parole così taglienti, mi ha distrutto in meno di un secondo.

Prima che me ne accorga sono davanti all'ascensore del palazzo dei miei zii, con il mascara e la matita colati sulle guance.

Nash sta per diventare padre. Cameron non vuole dire che sono la sua ragazza. Liam è tornato. Mia zia mi odia.

Tutti i pesi di questi giorni mi piombano addosso in un attimo.

Chiudo gli occhi. Odio sul serio Cameron.

Odio il suo essere arrogante e sempre nervoso. Odio il fatto che nonostante ciò continui a volerlo qui davanti a me, mentre mi accarezza la guancia.

Odio Cameron Dallas, perché mi piace dannatamente tanto. Ed è una maledizione, perché si sa, finiremo con il distruggerci l'un l'altra.

•••• •••• ••••

Hayes è difronte a me, a braccia incrociate mentre mi guarda inarcando un sopracciglio.

«Hai pianto?»

Alzo leggermente la testa per guardarlo, dato che prima ero con la faccia sopra il cuscino.

«No.»

«Jo...» Hayes si viene a sedere vicino a dove sono stesa io. «Per favore non mentirmi. Non anche tu... per favore.»

Mi si stringe il cuore. Mi sta pregando di dirgli la verità.

Mi scappa un piccolo sospiro. Non vorrei mentirgli, ma dall'altra non voglio neanche dirgli di Cameron.

Sono amici, ma quando qualcuno mi fa del male Hayes diventa iperprotettivo con me. E ciò significa che il suo rapporto con Cam peggiorerà.

Hayes mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «È per Nash e Sierra che stai così?»

Scuoto la testa. Non voglio mentirgli.

É mio fratello: non posso mentirgli.

Ero così concentrata su Cameron ed i miei problemi che non mi sono accorta di far esattamente come Nash.

Sto nascondendo le cose a mio fratello, mentre lui invece è sempre sincero con me.

«Si tratta di Cameron.» dico con un filo di voce.

Hayes sospira. «Avete litigato?»

Appena lo dice mi scappa un singhiozzo. «I- io... volevo solo aiutarlo. Stava correndo via e volevo solo dirgli che sarebbe andato tutto bene... ma mi ha solo ferito.»

Hayes stringe i pugni, mentre sulle mie guance scorrono fiumi di lacrime.

«Che ti ha detto precisamente, Jo?»

«Che non capisco le cose e che vivo in un mondo dove sono tutti felici e contenti, come se non avessi mai i miei problemi o i miei dolori.»

«Gli hai parlato di Liam?»

Annuisco e Hayes serra la mascella.

«Quel-» «Hayes.» lo stoppo subito. «Per favore non fare niente, complicheresti solo di più la situazione.»

Mio fratello, anche se titubante, annuisce.

«Vuoi che rimanga qui?»

«Sí.»

Hayes mi sorride e si stende vicino a me.

Passiamo tutto il pomeriggio a parlare e a scherzare.

Amo questo lato del mio fratellino. Quando sto male cerca sempre di farmi ridere, di farmi sentire di nuovo bene.

Non sa, però, che con lui sto sempre bene.

Non importa Cameron o Liam o chi altro, i miei fratelli saranno sempre gli uomini più importanti della mia vita.

Neanche un ragazzo potrà spezzare il nostro legame.

Ti odio Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora