Capitolo 38

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Continuo a tenere lo sguardo basso sul mio piatto ed a giocare con la forchetta ed il cibo all'interno di esso.

Lo stomaco mi si è chiuso appena ho visto Cameron, che è seduto proprio davanti a me e parla e scherza come se fra noi non fosse successo niente.

Effettivamente, dopo che ci siamo lasciati quasi due settimane fa, non è successo niente, se si esclude la sua "confessione" riguardo la canzone.

In questi giorni l'avrò ascoltata come minimo venti volte, ed ho imparato a riconoscere tutte le parti in cui parla di me.

Alzo lo sguardo e presto attenzione solo quando zia Amy porge una domanda a Nash e Sierra, che mi interessa e non poco.

«Sapete già che nomi dare al bambino o la bambina?»

I due futuri genitori si scambiano un'occhiata veloce, poi prende la parola Sierra.
«Pensavamo Colin nel caso fosse maschio, ma dobbiamo ancora decidere il nome nel caso fosse femmina.»

«Colin.» sussurra Cameron, poi abbozza un sorriso. «Colin Grier. È carino, mi piace.»

Nash sospira di sollievo, e dà a Cam una pacca sulla spalla. «Grazie, zio Cam.»

Cameron gli lancia un'occhiataccia degna da film horror. «Non provarmi a chiamare mai più così. Ne riparliamo quando il bambino inizierà a parlare.»

Non posso fare a meno di sorridere. Il rapporto che hanno Nash e Cameron è stupendo, quasi invidiabile.

Si conoscono da un'anno, eppure si comportano come se si conoscessero da una vita intera.

Mio fratello non ha mai avuto un rapporto del genere con nessun suo amico.

Cam è sul serio... straordinario.

Non posso fare a meno di guardarlo.
I capelli sono più disordinati del solito, e gli occhi sono ancora contornati da occhiaie. La camicia che ha - sì, si è messo una camicia- risalta il suo fisico e lo rende ancora più bello.

Si è messo anche qualche profumo da uomo che non conosco, perché l'odore mi giunge alle narici e non se ne va più. Non che mi dispiaccia, sia chiaro.

Cam, sentendosi osservato, si gira a guardami.
I suoi occhi si incastrano nei miei. Color cioccolato contro color ghiaccio.

Solo a guardarlo così intensamente la mia schiena si riempie di brividi, e le voci delle persone intorno a noi sembrano sparire.

Cam sposta per un minuto lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e poi, senza farsi vedere dagli altri, mi mima delle parole che mi rimbombano nella testa per altri cinque minuti.

«Sei bella.»

Sento le guance andare in fiamme, ed improvvisamente non riesco a sostenere il suo sguardo, così abbasso il mio.

Ritornata alla realtà, con i piedi per terra e non più a Cameronlandia, mi accorgo che nessuno più sta parlando.

Sollevo lo sguardo dal polpettone della mamma e noto che tutti ci stanno fissando.

Hayes ha un sopracciglio inarcato, e Nash la fronte aggrottata.

Mi fissano tutti: i miei fratelli, gli zii, Sierra, Gina, i miei genitori ed anche il diretto interessato.

Così, senza indugiare troppo, mi alzo di scatto e vado velocemente in camera mia.

Sento mia madre chiamarmi, e poi Cameron dire: «Vado io.» o qualcosa del genere.

Mi siedo sul mio letto senza neanche chiudere la porta: Cam sta arrivando e, anche se la chiudessi a chiave, sarebbe così insistente che alla fine gli aprirei lo stesso.

Mi porto le mani tra i capelli, sciogliendo la treccia in cui qualche secondo fa erano raccolti.

Il fatto che hanno visto me e Cameron guardarci in quel modo, come io sono vulnerabile a causa sua... non lo so, mi mette in suggestione.

Avevano già il dubbio che tra noi ci fosse qualcosa, ma ora è estremamente evidente.

Che poi cosa c'è, in realtà? Qualunque cosa era io l'ho finita.

Cameron bussa un paio di volte sulla porta già aperta, e mi distrae dai miei pensieri. «Posso entrare?»

Annuisco lentamente e appena é più vicino chiude la porta.

Si inginocchia davanti a me e mi scosta le mani da davanti il viso. «Jo, hey, guardami.»

Lo faccio. Accenna un sorriso, ma gli occhi sono ancora preoccupati.
«Che ti prende?»

La gola mi si chiude.
I nostri visi sono a meno di cinque centimetri di distanza, e mi ritorna in mente il nostro primo bacio.

È davanti a me per guardarmi bene negli occhi, e mi sento subito in colpa. Le ginocchia staranno iniziando a fargli male a contatto con il pavimento.

«Io...-» sussurro. «...mi sto iniziando a pentire.»

Cam aggrotta le sopracciglia, non capendo.
E come potrebbe? La mia mente in questo momento è un fottuto tornado.

«Cosa intendi, piccola
Il suo fiato mi solletica il viso.

«Intendo...» mi avvicino un po'. «Che voglio davvero tanto...» un altro po'. «Baciarti.» lo biascico praticamente sulle sue labbra.

Cam sorride e preme le sue labbra sulle mie.
È ancora inginocchiato, così metto le mani sulla sua schiena e lo porto più vicino a me.

Cameron dopo qualche secondo mi fa stendere sul letto, ed io sono sotto di lui.

Quando interrompiamo il bacio per mancanza di fiato, faccio scivolare le mani sulla sua camicia e lentamente glielo sbottono.

«Che mi stai facendo, Jocelyn Grier?» dice fra i sospiri al mio orecchio.

Sorrido. «Non ne ho idea, Cameron Dallas, ma qualunque cosa ti stia facendo, tu la stai facendo a me.»

Cam ride, mentre io gli sfilo la camicia oramai sbottonata.

Si abbassa all'altezza del mio collo, e lo inizia a baciare.

Brividi piacevolmente freddi mi attraversano la schiena, e non mi domando neanche più perché mi vengano.

Da un lato sono così abituata all'effetto che ha su di me, dall'altro sembra sempre la prima volta.

L'unica certezza che ho, però, è che non mi stancherò mai di lui.

~angolo autrice~
Hey lettori, buona vigilia della vigilia di Natale! 💗🎄
Come ho già detto ad una persona nei commenti, non so precisamente quanti capitoli mancano alla fine, ma sono certa che abbiamo superato la metà. Se avete domande, sia sulla storia sia su di me, non esitate a farle: magari a fine storia potrei dedicare un solo capitolo dove rispondo a tutto.
Detto questo, vi lascio. Auguri ancora.
P.s. aggiornerò regolarmente anche ora, cioè ogni due giorni. Il prossimo aggiornamento capiterà a Natale, lol.

Ti odio Cameron DallasWhere stories live. Discover now