13. Go away from me

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Esco dalla stanza e mi appoggio alla parete e mi lascio cadere a terra, mi prendo le ginocchia fra le braccia e chiudo gli occhi.

Che sarebbe successo se fosse morto per causa mia?

No, non ci voglio pensare. È andato tutto bene grazie a Dio.

Qualcuno esce dalla stanza e si ferma davanti a me, sento i suoi passi e alzo lo sguardo quel che basta per capire chi è.

"Perché sei venuta da me?"

"Luke" sussurro con le lacrime agli occhi. "Non so di chi fidarmi, avevo paura di chiamare un medico" sento una lacrima scendermi sulla guancia e la lecco via, rabbrividisco quando sento il suo sapore salato sulla lingua.

Mi prende per le braccia e mi fa alzare, poi con due dita sotto il mento mi costringe a guardarlo negli occhi e mi stringe a se.

"Mi dispiace essermene andato via così" mi sussurra all'orecchio dolcemente prima di baciarmi la fronte.

"È colpa mia" singhiozzo contro il suo petto.

"Ehi, ehi, va tutto bene" mi consola ma senza risultati perché scoppio a piangere ancora più forte.

Dopo qualche minuto mi allontano e tiro su col naso.

"Immagino che ora te ne andrai"

"Devo farlo, lo sai benissimo"

Annuisco e sposto lo sguardo verso la porta, solo perché guardarlo negli occhi mi farebbe fare qualcosa di cui so che mi pentirei.

"Ho sentito dire che il re del fuoco vuole che sposi uno dei suoi figli, sono quelli là vero?" lancia un cenno verso la stanza di James.

"Sì ma" balbetto. "È complicato"

"Credo di sì" sospira e si allontana di qualche passo. "Per stanotte posso restare qui e vedere se migliora."

Annuisco e vado verso la porta ma prima di entrare mi volto ricordandomi di un particolare fondamentale.

"Non chiamarmi principessa, nessuno sa che sono io. Neanche i reali."

Poi entro e mi chiudo la porta alle spalle. Di certo portare Luke qui complicherà le cose ma mi mancava avere accanto qualcuno che mi conosce e mi capisce per davvero, o che per lo meno sappia qualcosa di me oltre al mio nome.

"Eve" Isaac si avvicina a me e mi guarda negli occhi, rabbrividisco e cerco di distogliere lo sguardo. "Hai pianto"

"Lascia perdere, comunque avrei voglia di sfogarmi un po'. Vieni con me o te la fai sotto?" chiedo forzando un sorriso.

"Come potrei lasciarti allenare da sola?"

Esco dalla stanza sentendomi un po' meglio. Certo, mi dispiace lasciare James e Black da soli ma anche se restassi non c'è niente che io possa fare per migliorare la situazione è di certo lasciarmi andare non sarà così brutto.

Questa giornata è iniziata male, dovrei almeno farle avere un lieto fine.

"Con cosa vuoi iniziare principessina"

Sbuffo quando si stiracchia mettendo in bella vista tutti i suoi muscoli, eppure ne rimango rapita e incantata.

"Che ne dici di farmi prendere fuoco?"

"Sarà una bella boccata d'aria non credi?" Risponde ironico.

"Già, speriamo solo che non ci crolli la terra sotto i piedi" dopo di che scoppiamo a ridere entrambi per le pessime battute.

Quando ci ricomponiamo sono io la prima ad attaccarlo e con una folata d'aria lo scaravento in terra.

Si rialza talmente velocemente che però non riesco a schivare la palla di fuoco che crea e mi lancia contro. Mi colpisce su una spalla e la mia felpa prende fuoco con uno sbuffo e si alza una piccola nuvoletta di fumo grigio e denso.

"Ho capito, vuoi andarci giù pesante" mi schiocco le dita e appoggio le mani in terra dando sfogo a tutta l'energia repressa. Il pavimento inizia a vibrare con tale intensità che per un momento mi preoccupo di poter far crollare l'intero castello. Di certo un seminterrato vuoto non è un buon posto dove allenarsi.

Gli corro incontro quando è ancora disorientato e lo colpisco con un pugno allo stomaco, si piega in due ma rimane in quella posizione per poco perché si rialza e mi stende a terra con un calcio. Volo sul pavimento e mi faccio male alla schiena, un dolore intenso mi si allunga per tutta la colonna ma non ci do tanto peso e mi rialzo. Prima che possa mettermi dritta mi blocca e mi spinge contro il muro.

È una posizione strana, lui con una mano sul mio fianco e l'altra affianco alla mia testa mentre io con le mani sulle sue spalle.

Una strana tensione si fa spazio tra i nostri corpi e l'aria si carica di energia, l'aria inizia a volteggiare lentamente intorno a noi e piccole scintille si accendono e spengono ritmicamente a intervalli irregolari.

Avete presente quando toccate una cosa e prendete la scossa? Ecco, mille piccole scosse incendiano l'aria e nei posti in cui i nostri corpi si toccano, anche se lievemente.

Qualcuno si schiarisce la voce e ci allontaniamo di scatto, infrangendo l'atmosfera d'intesa che si era momentaneamente creata.

"Devo parlarti"

Mi allontano da Isaac immensamente imbarazzata e raggiungo il biondino dall'altro parte della sala.

"Ho parlato con Maria"

"E quindi?"

Lo guardo come lui guarda me, con estrema diffidenza. Luke non è mai stato uno di quei ragazzi aperti, sarcastici o sorridenti, per tirargli fuori qualcosa devi essere davvero importante per lui e se non vuole dirti niente stai pur certo che rimarrai senza sapere.

"Mi ha chiesto di rimanere qui perché ha paura che provino ad ucciderti per l'ennesima volta"

Il mio cuore perde un battito, di certo non pensavo mi volesse dire questo.

"E-e tu che vuoi fare?" cerco di calmarmi, però quando provo a parlare mi si spezza la voce.

"Non lo so sua altezza. Dovrei restare ogni minuto con lei e non è qualcosa che ci gioverebbe, visto com'è finita l'ultima volta"

Ci penso un attimo, come sarà passare ogni secondo di ogni minuto con qualcuno che non rivedevi da quando ti hanno quasi uccisa? Per colpa sua? Qualcuno che ti mancava a tal punto da sentirti mancare l'aria nei polmoni e la terra sotto i piedi? Qualcuno che è l'unico e ultimo pezzo della tua vita passata?
"Devi andartene al più presto"

The princess Donde viven las historias. Descúbrelo ahora