18. Not that strong

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Mi siedo e Luke prende posto affianco a me. Isaac è dall'altra parte della tavolata e ogni volta che i nostri sguardi si incrociano lui fa di tutto per interrompere il contatto.

Quando i camerieri entrano nella sala con il cibo tutti iniziano a mangiare, io però ho un nodo allo stomaco e solo vedere del cibo mi fa venire la nausea.

"Non mangi nipotina?" Alzo lo sguardo e incontro quello color cioccolato di re Nicholas Carstairs, mio zio.

"Non ho molta fame. Che mi racconti invece? Come stanno i miei cugini?" chiedo cercando di cambiare discorso.

"Stanno bene, Aaron è già pronto per diventare re" ridacchia, parlando di come suo figlio più piccolo, di dieci anni voglia già salire al trono.

"È sempre stato molto perspicace" rido anche io. Assomiglia davvero tanto a mio padre, hanno la stessa risata contagiosa e il sorriso smagliante.

"Sua maestà" il padre di Isaac sputa fuori il mio titolo come se fosse un insulto ma non ci do molto peso, infondo ho capito che non gli piaccio.

"Mi dica" forzo un sorriso perché dirgli: non mi parlare vecchiaccio! Non è tra le mie opzioni se non voglio rischiare di scatenare una guerra, adesso che sono la regina devo stare più attenta.

"Quando annuncerà il fidanzamento?" chiede con un sorriso falso.

Mi strozzo con l'insalata che stavo mangiando e Luke mi da alcune pacche sulla schiena per aiutarmi.

"Perché non ne sapevamo nulla?" chiede Olsen O'Donnell.

Mi scambio uno sguardo con Luke e capisco di avere solo due possibilità: la prima è di annunciare il fidanzamento con James o Isaac e credo proprio che nessuno dei due farà i salti di gioia alla notizia; la seconda è annullare tutto, dire al re che non se ne farà nulla e che l'accordo è saltato nel momento esatto in cui quella corona ha toccato la mia testa.

Prendo sotto il tavolo la mano di Luke e la stringo solo per avere il coraggio di alzarmi in piedi e recitare una parte che non avevo mai fatto prima.

Mi alzo e sbattendo un coltello sul lato del bicchiere attiro l'attenzione di tutte le persone nella sala e il loro volti, carichi di aspettative, si gustano verso di me mettendomi in soggezione.

Mi schiarisco la voce "Volevo annunciarvi che a breve mi sposerò" forzo un sorriso e tutti iniziano a battere le mani entusiasti, tendo una mano verso Isaac e dopo avermi lanciato uno sguardo arrabbiato, anzi, furioso, si alza e mi raggiunge dall'altra parte del tavolo e mi affianca. Baciandomi la guancia e sorridendo.

"Questo non cambierà nulla, sei ancora una grandissima stronza, subdola e bugiarda" mi sussurra all'orecchio e il mio sorriso vacilla. Sento gli occhi farsi lucidi e cerco di concentrarmi su altro, sui sorrisi di chi mi circonda, su Luke, sui miei cugini, su Maria che batte le mani infondo alla sala.

Quando la porta si apre di scatto e dieci uomini armati si schierano contro di noi sobbalzo e scatto indietro.

"Mani in alto! Non vi muovete" Grida uno degli uomini.

"Andatevene adesso che siete in tempo" il padre di Isaac si alza in piedi e l'uomo che prima ha parlato gli spara in pieno petto.

Infondo alla sala la regina si alza con un grido e corre incontro al marito ormai steso, senza vita, sul pavimento. Le armi si girano tutte verso di me e Isaac mi si schiera davanti coprendomi con il suo corpo, come uno scudo.

"Spostati ragazzo, vogliamo solo lei"

"Chi siete?" chiedo spostando Isaac di lato e mettendomi davanti a lui.

La risposta a dire il vero è piuttosto ovvia: non si sono fatti scrupoli a fare irruzione in un castello e neanche ad uccidere il re. Non hanno paura della legge, delle punizioni o dei dominatori. Sono i cacciatori.

"Siamo i cacciatori sua maestà, deve venire con noi" ridacchia un altro uomo. Ha la pelle scura, e occhi neri come la pece, il suo sguardo è così tetro e cattivo che mi fa venire i brividi.

"Cosa vi fa credere che verrà con voi?" chiede Luke e il primo uomo che ha parlato gli spara alla spalla. Urlo e quando cade in terra mi inchino subito, solo per trovarlo sanguinante che digrigna i denti per il dolore.

"Evelyn" sussurra con un filo di voce. "scappa"

"Luke, sono già scappata e mi hanno trovata di nuovo. Questa volta non scapperò"

Mi alzo in piedi e faccio il giro del tavolo, prima di raggiungere l'uomo mi tolgo la corona e l'appoggio su una sedia, poi mi ritrovo faccia a faccia con un fucile.

Odio le armi, è come barare! Certo, io che ho dei poteri non sono del tutto onesta ma io sono nata così, loro per caso sono nati con un fucile semiautomatico? No.

"Cosa volete?" chiedo facendomi coraggio.

Un terzo uomo mi si avvicina e mi squadra dall'alto in basso. È basso e tarchiato, con la testa pelata e un filo di barba sul mento che lo fa sembrare un cinquantenne.

"Non è chiaro? Vogliamo ucciderti, a te e a tutti i tuoi amichetti" poi mi ride in faccia e l'odore pungente dell'alcol nel suo alito.

Stringo lo mani a pugno, e le orecchie iniziano a fischiare facendomi perdere la connessione con il mondo intorno a me, sento la tensione accumularsi e tuonarmi dentro agitata e desiderosa di essere lasciata libera, di essere usata. È così intensa e potente che come alzo le mani, con i palmi rivolti verso gli uomini vengono sbalzati all'indietro con una forza tale che quelli più sfortunati, vanno a finire sulle pareti e sembra quasi che stessero cercando di attraversarle.

Sento le urla di chi, preso dal panico si alza e cerca di uscire. Mi giro appena in tempo per vedere Isaac scavalcare con un salto il tavolo e venire di corsa verso di me.

Mi afferra il braccio, mi tira verso di se e mi abbraccia, dando le spalle ai cacciatori. Quando sento lo sparo è troppo tardi e capisco cosa sta accadendo solo quando le mie mani si tingono di rosso e il viso di Isaac si fa pallido, esangue.

Cade in terra ancora prima che possa fare qualcosa per fermarlo e si aggrappa al mio vestito, trascinandomi giù con lui. Qualcuno, infondo alla stanza, al lato, davanti e accanto a me urla il suo nome, capisco di essere io solo quando la gola mi fa così male da non riuscire più a parlare.

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