34. Kiss me until i die

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Quando torniamo in camera non riesco ancora a credere a quello che Filipe mi ha detto, ha dire il vero dentro di me c'è una vera e propria lotta. Una parte di me gli crede e l'altra invece urla più forte che può dicendo che era un bugiardo e un assassino, non ho nessuna motivazione per credergli.

Il primo ad entrare in doccia è Isaac che si lava velocemente, poi quando esce dal bagno entro io e rimango sotto l'acqua calda una ventina di minuti, cercando di scrostare via tutto il sangue che ho incrostato sulla pelle. Guardo il sangue finire nello scarico e per un breve istante mi chiedo se sia mio o di Filipe, e no, non mi dispiace che sia morto perché era ciò che si meritava in fin dei conti.

L'odore metallico del sangue è così nauseante che ogni tanto distorco il naso, aggiungo sapone ogni volta che mi sembra, anche per sbaglio, di sentire la mia pelle odorare di sangue. Non vorrei che qualcuno notasse una macchia di sangue sulla mia pelle e mi chiedesse di chi è o come mi sono fatta male. Lasciamo perdere la mia faccia, sono sicura che domani mi riempirò di lividi, sarà un bel problema spiegare quelli più grandi ed evidenti.

Esco dal bagno con i capelli bagnati e indosso solo una felpa nera, lunga fino a metà coscia e i capelli che sgocciolano sul pavimento, arrivo fino al comodino e quando vedo i vestiti ridotti a brandelli sul pavimento ripenso a ciò che il Doppelgänger ha detto poco prima di morire.

"A che pensi principessina?"

"Filipe"

"Pensi ancora a ciò che ti ha detto?" mi prende la mano e me la stringe fra le sue, poi la lascia per andare a prendere una maglietta nell'armadio.

"Non so, Isaac. Potrebbe aver mentito o potrebbe aver detto la verità. Sono così stanca, neanche immagini" mi butto sul letto e guardo il soffitto su cui è disegnato il cielo all'alba.
L'avevo fatto dipingere per il mio quattordicesimo compleanno, pensavo mi potesse aiutare a dormire quando avevo troppi pensieri per abbandonarmi ai sogni. Alla fine non è servito a granché visto che niente mi impediva di pensare a ciò che mi tormentava, neppure un bel dipinto.

"Perché non chiedi a qualcuno? Insomma, se tua madre avesse avuto un altro figlio non credi che qualcuno lo saprebbe?" si siede affianco a me e si toglie le scarpe.

"Non lo so, non ho mai sentito nulla del genere. Ecco perché non so se sta mentendo o dicendo la verità." sbuffo rumorosamente. "Non dico che abbia detto la verità ma inventarsi tutto di sana pianta? Mi sembra un po' troppo specifico"

"Non so che dirti" fa spallucce, poi mette una mano sulla mia fronte e scende giù fino alla punta dei miei capelli.

"Dovresti concentrarti su altro adesso o finirai per diventare pazza"

Sbuffo e mi sollevo, abbastanza da ritrovarmi a pochi centimetri dalle sue labbra. Alzo lo sguardo sui suoi occhi e sorrido passandomi la lingua sulle labbra.

"Tipo al fatto che adesso siamo fidanzati e che fra non molto ci sposeremo?" mi inginocchio sul letto e gli metto una mano sulla spalla, mentre con l'altra percorro la forma delle sue labbra.

"Credo di volermi concentrare anche io" si alza in piedi e con un sorriso malizioso stampato in faccia mi mette una mano dietro la schiena e mi appoggia delicatamente sul letto e poi si sdraia sopra di me.

inizia a baciarmi il collo e sento una scossa partire dallo stomaco e investirmi in tutto il corpo, gli prendo i capelli fra le mani e li tiro. Socchiudo le labbra e li faccio alzare lo sguardo sui miei occhi, poi lo bacio con passione.

In un attimo rovescio la situazione e mi ritrovo sopra di lui, con le mani sul suo petto e lui tiene le mani strette sulla mia vita. Mi sfilo la felpa e rimango in biancheria intima, sento il suo sguardo squadrarmi ogni minimo centimetro del corpo e sorrido quando si sofferma di più sulla zona del petto.

"Ehi" sussurro e lui mi sorride e si solleva quanto basta per far unire di nuovo le nostre labbra. Le nostre lingue si scontrano e quando mi morde il labbro io mi stringo di più a lui, gli sfilo la maglietta e mi fiondo sul suo collo, succhio, mordo e lecco ogni minimo centimetro fino a risalire sulla mascella e poi di nuovo sulle sue labbra.

"Ancora non ci credo che ci sposeremo, ma chi me l'ha fatto fare?" ridacchi quando gli do un pugno sul petto e metto il broncio.

"Idiota, sei davvero maleducato per essere un principe" sbuffo quando una ciocca di capelli mi cade sugli occhi, Isaac non fa in tempo a spostarla e rimane fermo con la mano a mezzaria. La abbassa lentamente e la poggia sul mio fianco, disegnando dei cerchietti con il pollice.

"Dico sul serio, se non ci fossimo mai incontrati io sarei ancora sotto le prepotenze di mio padre e James si nasconderebbe ancora..." sorride ed è così contagioso che mi viene da sorridere, spontaneamente, anche a me.

"A proposito di James, voglio far approvare una legge per lui. Il matrimonio tra due uomini o due donne, reali, non è consentito per non mettere a rischio la mancanza di eredi. Voglio proporre una legge che annulla tutto per permettergli di sposare chiunque voglia"

Rimane a bocca aperta e quando credo stia per parlare mi bacia ancora e ancora, finché entrambi non rimaniamo senza ossigeno.

"Sei fantastica" sorride e io alzo gli occhi al cielo.

"Come se non lo sapessi già" ridacchio e lui mi stampa un bacio veloce sulle labbra, poi con me sopra, si sdraia e mi accarezza la schiena, delicatamente.

"Certe volte mi ritrovo a pensare a come sia possibile che la mia vita, quando sono come te, sembri così normale, così semplice. Invece quando esco fuori da questa camera mi ricordo di tutto quello che mi sta capitando e ritorno a volermi buttare dentro un vulcano, attivo ovviamente"

"Te lo giuro, le cose andranno meglio" sorride e poi mi mi bacia.

The princess Where stories live. Discover now