21. I can do more

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Corro più veloce che posso per riuscire a raggiungere la stanza di Isaac prima che il terremoto porti giù anche me.

Non se ne vedeva uno in questa zona da tempo.
È terribile sentirsi il terreno tremare sotto i piedi e sapere che non smetterà solo perché sei tu a volerlo, e trema come se fosse scosso da brividi che prendono vita nei posti più oscuri dell'anima, quei brividi che ti scuotono tutto ciò che hai dentro lasciandoti solo quella patina di terrore che non riesci più a scrostare via.

Entro e la prima cosa che noto è il comodino completamente rovesciato e i quadri in terra. Raggiungo il letto e cerco tra le lenzuola bianche la mano di Isaac. Non so quale istinto mi abbia detto di farlo ma tutto mi sembrava così semplice e le sue mani sono così grandi, mi fanno sentire minuscola, come un granello di sabbia in spiaggia.

Un pannello si stacca dal soffitto e con un getto d'aria riesco a farlo volare lontano da noi, cade in terra con un tonfo che viene sovrastato dalle urla di chi ha capito che questo ospedale non reggerà ancora per molto.

"Ora voglio solo capire perché tutte queste cose capitano solo a me" brontolo e metto le mani in terra.

Vengo immersa dalle onde che partono dal terreno e mi sincronizzo con loro con una tale fatica che trattengo il respiro, incapace di buttarlo fuori, per paura di spostarmi.

Mi unisco anche io al terremoto e cerco di bloccarne la frequenza, incanalandola dentro di me.
Le pareti smettono di muoversi e posso finalmente tirare un sospiro di sollievo.

"Sta bene maestà?"

Il medico di prima spunta sulla soglia e mi porge una mano per rimettermi in piedi. Rifiuto e mi alzo da sola, mi stiracchio la schiena e mi guardo attorno per valutare i danni.

"Non si preoccupi per me, piuttosto vada a vedere se alcuni pazienti si sono feriti"

Annuisce e corre via.

Mi inginocchio e raccolgo un quadro da terra. Ha raffigurato una foresta che va a fuoco: l'unico tocco di colore è il rosso e l'arancione, il resto è totalmente nero e cupo.

"Vorrei tanto sapere perché mettono questi quadri. Credo che la mia prima legge sarà far mettere qualcosa di più bello sui muri degli ospedali."

"Come la tua faccia?"

Mi volto e quando vedo Isaac con gli occhi aperti inizio a correre e con un salto mi fiondo su di lui.

"Ahi!" Grida quando lo stringo a me, toccando l'esatto punto in cui gli hanno sparato.

"Scusa" sussurro prima di stringerlo ancora più forte.

Lui ricambia l'abbraccio e rimaniamo fermi così per qualche secondo, io stretta a lui e lui con una mano sulla mia schiena e l'altra tra i miei capelli.

"Bentornato Isaac" James sbuca dalla porta e dopo un gesto al fratello sparisce di nuovo.

Guardo il moro negli occhi e faccio una smorfia.

"Tuo fratello è sempre così caloroso. Mi riempiono il cuore i suoi sorrisi" dico ironica sbattendo le ciglia.

"Non prendertela, non è il figlio più bello e intelligente, ha dovuto farsene una ragione"

"Ed ecco che torna l'arroganza" alzo gli occhi al cielo e scendo dal letto. Mi guardo i piedi imbarazzata, non sapendo che dire o fare, per paura che torni ad essere arrabbiato con me.

Passano imbarazzanti minuti in cui quando alzo lo sguardo lo trovi a fissarmi o a sorridere, altre volte invece è incantato e pensieroso.

Quando James torna nella stanza porta con se anche un'infermiera che appena entra si inchina e fa gli occhi a cuore ai due principi.

"Altezza" porge un foglio ad Isaac e gli sorride con fare civettuolo.

Lui ricambia il sorriso e legge attentamente il foglio.

"Dammi qua, faccio io" glielo strappo di mano e mi accorgo che è il modulo per le dimissioni. "Penna?" chiedo ai tre.

L'infermiera, sulla ventina, bionda, occhi azzurri chiaro, mi sorride e si sfila una penna dalla tasca.
Do il modulo a Isaac che lo firma velocemente e lo porge alla ragazza che, sull'orlo di un mancamento, lo prende tremolando.

"James, alla fine che hai deciso per il matrimonio?" chiedo e l'infermiera tende le orecchie.

"Ho parlato con Luke, suo padre prima di morire gli ha ordinato di allearsi con te"

"Quindi?" chiedo non capendo. Io e Luke saremo sempre partner, uniti da qualcosa di profondo come il passato.

"Se non sposerai Isaac, sposerai lui"

L'infermiera in quel momento lascia la stanza avendo capito che è meglio non ficcare il naso negli affari di stato.

"Non vorrai davvero farle sposare quel coglione, vero?" esordisce Isaac.

"Non chiamarlo così!" lo ammonisco.

"Sul serio, non lo sposerai"

Mi volto di scatto e per sbaglio, forse non troppo, una folata di vento solleva le lenzuola.

"Ascolta principino dei miei tacchi, nessuno mi dice chi posso o non posso sposare, chiaro?"

"Non farmelo fare"

"Fare cosa?" sono talmente intontita che neanche mi rendo conto che si sta alzando. Viene zoppicando verso di me e poi mi supera, andando verso il fratello.

"La sposerò, dammi il tempo per rimettermi e sistemare alcune cose."

"No, no, no, non mi sposerai per pietà o perché Luke ti sembra uno stupido. So che ho sbagliato a mentirti, lo ammetto, ma fammi il favore di trattarmi con un minimo di rispetto. Se fra due mesi penserai ancora che io sia una bugiarda allora te ne andrai" guardo James e lui aspetta un attimo e poi guarda Isaac che annuisce.

"L'incoronazione?" chiede poi James.

"La possiamo fare nel vostro castello, sono certa che per Luke non sarà un gran problema. Dopo vorrei riunire i reali e i consiglieri, dobbiamo fare qualcosa per i cacciatori. Stanno uccidendo troppi di noi per passarla liscia. Li voglio tutti morti James, dal primo all'ultimo, voglio poter affondare le mani nel loro sangue e in quello dei loro figli"

Posso sembrare esagerata ma hanno sterminato la mia famiglia: prima il fratello minore di mia madre, trentaquattro anni, insieme ai suoi due figli di tre e cinque anni, poi i miei genitori, adesso hanno provato, di nuovo, ad uccidere me.

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