32. Only revenge

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Non riesco a togliere le mani dal suo corpo, è come se una calamita mi spingesse contro di lui e tenesse unite le nostre labbra.

"Sono felice che hai scelto di prendere la macchina, e che tu abbia un autista" mi sussurra tra un bacio e l'altro.

Mugolo quando inizia a baciarmi il collo e gli tiro i capelli facendo in modo che possa guardarmi negli occhi.

"Ancora non ci credo" sussurro aggrottando le sopracciglia.

"Che ti ho chiesto di sposarti?"

Scuoto la testa e sorrido. "No, quello me lo aspettavo, sono magnifica. Non posso credere che dopo avermi vista torturare Daniel ancora tu riesca a guardarmi negli occhi e sorridere"

"Tutti commettiamo degli errori, alcuni si dimenticano del compleanno dei genitori e altri spacciano bacche" mi fa l'occhiolino e io gli do un buffetto sul braccio.

"Smettila! Se le avessi provate anche tu avresti avuto la mia stessa idea, ti facevano vedere delle cose..." scuoto la testa, no, meglio non pensarci.

"Dove vuoi andare adesso?" sorride genuinamente e io gli stampo un bacio sulle labbra.

"Mi aiuti?" gli chiedo girandomi di spalle per farmi slacciate l'ingombrante vestito color pesca che mi sono messa per l'evento.

"Con piacere"

Sobbalzo quando le sue mani fredde mi sfiorano la schiena, poi sento il ronzio della zip che sia abbassa.
Mi sfilo il vestito dalla testa e rimango in intimo, lancio uno sguardo all'autista e lo vedo guardarci attraverso lo specchietto retrovisore. Come se ne accorge sorrido e distoglie lo sguardo, allungo la mano e raccolgo il mio zaino da terra e tiro fuori dei jeans e una felpa. Mi infilo tutto sotto lo sguardo confuso di Isaac, che si limita a guardarmi scuotendo la testa.

"Ho portato il cambio anche per te, che ne dici di andare a fare un giro?"

Mi sorrido e fruga nello zaino per prendere i suoi vestiti. Lo guardo vestirsi e rimango incantata da come i suoi muscoli si flettano quando si muove.

"Non mi hai risposto"

"Che mi hai chiesto?" chiedo guardandolo negli occhi. Abbasso lo sguardo sulle mie mani e guardo l'anello che porto all'anulare e mi viene spontaneamente da sorridere.

"Dove vuoi andare?"

"C'è un bar al centro, Steve sa dov'è, vero Steve?" lancio uno sguardo all'autista e lui annuisce, capendo esattamente dove ci deve portare.

"E cosa vuoi fare in un bar alle undici di notte?"

Ma che domanda idiota è? Gli lancio uno sguardo confuso e poi mi appoggio con la pesta alla sua spalla e guardo fuori dal finestrino le case che ci scorrono affianco.

Ci fermiamo davanti ad un bar con delle luci a led sulla facciata che compongono la scritta 'drink and sing'. Scendo dall'auto con Isaac al mio seguito, appena entrò nel locale l'odore di tabacco e alcol mi riempie le narici mentre le mie orecchie vengono bombardate dalla musica ad alto volume.

Ci metto pochissimo a trovare il bancone e trascino Isaac tirandolo per il braccio, attraverso mezza sala passando tra i corpi sudati di chi balla e chi si bacia appassionatamente e quando raggiungo il barista mi sorride e mi avvicina un bicchiere.

"Cosa vuoi dolcezza?" urla al mio orecchio per sovrastare la musica.

"Dammi gin e cola, per il mio amico del whisky liscio"

Il ragazzo annuisce e si mette a preparare i nostri cocktail mentre Isaac si perde con lo sguardo tra tutti i corpi che si strusciano sulla pista da ballo.

"Ehi" gli urlo in un orecchio per attirare la sua attenzione.

"Che ci facciamo qui?" mi chiede per l'ennesima volta.

"Beviamo qualcosa e vediamo se riusciamo a concludere qualcosa" gli scocco un bacio sulle labbra e poi mi fiondo sul mio drink, scolandone metà.

Isaac seguendo il mio esempio afferra il suo e con l'altra mano mi avvicina a se. Io scruto tutta la sala alla ricerca di qualcuno e appena lo individuo, seduto su una poltroncina dall'altra parte della sala con una ragazza affianco, mi irrigidisco e stringo le mani a pugno.

Li osservo per un po', ridere e baciarsi, bere e poi tornare a ridere ancora e quando il ragazzo è già al suo terzo cocktail e io non ho ancora finito il mio decido di avvicinarmi.

Isaac rimane momentaneamente disorientato quando mi allontano da lui ma non mi fermo a spiegargli cosa devo fare.

Con un getto d'aria lo faccio finire a terra e nel chiasso della sala nessuno si accorge, a parte la ragazza che era con lui, che lo trascino fuori da una porta di servizio.

Quando Isaac non mi segue capisco che o si sta occupando della ragazza o si è perso a guardarle il culo, spero per lui che sia la prima.

"Certo che non so come faccia una come lei a farsi piacere uno come te" ridacchio sbattendolo contro un muro con un getto d'aria.

Il ragazzo del vecchio mulino, o meglio, Filipe, si accascia a terra e mi lancia uno sguardo furioso.

"Ancora tu?"

"Sì, ancora io" rispondo facendo tremare la terra sotto di noi. "Ho saputo da una fonte attendibile che tu sai chi ha ucciso i miei genitori, mi chiedevo se potessi dirmelo" sorrido e mi avvicino a lui.

Sputa sul pavimento e per poco non colpisce la mia scarpa.

"Non faccio affari con voi disgustosi reali"

"Tesoro, non è che solo perché sono ricca mi devi odiare, non è colpa mia se sono la regina" rispondo come una bambina viziata e smorfiosa solo per farlo arrabbiare.

Non mi importa davvero dei soldi. Certo, in molte situazioni sono utili ma non sono il centro del mio mondo, se ne avessi di meno non mi cambierebbe la vita.

"Voi reali siete una malattia e..." lo blocco e alzo gli occhi al cielo.

"Sì, sì, l'ho già capito. Ma non ti stanchi mai di ripetere le stesse identiche, stupide, cose?" domando stendendolo a terra con una folata d'aria.

Sento dei passi dietro di me e vedo Isaac affiancarmi e guardare Filipe com disprezzo.

Appena ho avuto tempo gli ho raccontato tutto ciò che dice ai cittadini, le idee malate che mette loro in testa, è disgustoso.

"Vuoi combattere puttana? Ok, allora combattiamo"

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