38. Icy awakening

1.5K 69 10
                                    

Torno in camera mia di corsa ma solo dopo aver chiuso Maria a chiave nella sua stanza, averla legata e imbavagliata per evitare che incaricasse qualcuno di seguirmi.

Accendo la luce e Isaac sobbalza e si svegli di scatto per lo spavento. Me ne pento subito dopo, avrei dovuto incatenarlo al letto.

"Dove vai?" chiede con la voce impastata dal sonno e gli occhi semichiusi.

"Vado ad uccidere il bastardo che ha distrutto la mia famiglia, tu torna a dormire, sono venuta solo a prendere le scarpe."

Si alza in piedi e mi guarda scioccato e confuso come se gli avessi appena detto che sono un alieno e sono venuta dal futuro.

"Non puoi entrare in una camera come un fulmine e dirmi che stai per uccidere qualcuno"

"Isaac non mi giudicare, non sai tutto quello che ho passato. Non puoi nemmeno immaginare come io mi senta" ringhio e lo sbatto al muro con un getto d'aria.

"Eve..." sussurra e perde conoscenza e si affloscia sul pavimento come un sacco di patate, quando mi avvicino controllo che respiri ancora e poi lo trasporto in bagno, lo lego al water e poi chiudo a chiave la porta. Devo ricordarmi di farlo mangiare di meno, mi sembra stia ingrassando.

Con immensa fatica sposto la scrivania davanti alla porta e mi allontano.

Mi asciugo una goccia di sudore dalla fronte ed esco dalla stanza chiudendo anche quella porta a chiave, giusto per essere sicura che non possa uscire.

Non mi preoccupo degli altri domestici, non possono sapere dove sto andando e nessuno di loro avrà il coraggio di seguirmi. Solo Isaac potrebbe fermarmi e sono certa che rimarrà fuorigioco per almeno un paio d'ore.

Corro nelle stalle e slego tutti i cavalli e li libero, in modo che anche se volessero non possano seguirmi, a meno che non vogliano farsi tutta la città a piedi.

Salgo su Darkness e partiamo al galoppo verso la periferia. Purtroppo ci metto più del previsto visto che non riesco a vedere nulla nel buio pesto di un bosco e più volte ci siamo dovute fermare per capire se stavamo o no andando nella direzione giusta.

Quando finalmente usciamo dal folto degli alberi riesco ad intravedere una vera e propria villa, completamente illuminata e protetta da un grande e ampio cancello.

Non so che avevo per la testa nell'esatto momento in cui sono scesa da cavallo e mi sono messa sotto un lampione. Pochi secondi e due guardie armate vengono verso di me, aprono il cancello e mi trascinano dentro tirandomi per le braccia. Stringono la presa così forte che mi fanno male e sono certa che più tardi mi usciranno dei lividi.

Non oppongo alcun tipo di resistenza, lascio semplicemente che mi portino dove vogliono perché penso ad un'unica cosa adesso, la vendetta.

Quando mi lasciano caso in terra e alzo la testa solo per ritrovarmi davanti la mia versione maschile. È come se mi avessero fatto una fotocopia e me l'avessero messa di fronte per farmi spaventare.

È indiscutibile il fatto che lui sia mio fratello, ha lo stesso sguardo intenso e glaciale che vedo ogni giorno quando mi guardo allo specchio, l'unica cosa in cui siamo diversi è il sorriso. Perché quello che sta facendo lui adesso è perfido, meschino e totalmente privo di compassione. Sembra quasi che l'unica cosa che veda in me sia una bella bistecca e che lui abbia appena passato un mese di digiuno.

"Sorellina" sussurra prendendomi il mento fra le mani e tirandomi in piedi con uno scatto.

"Thomas, che piacere incontrare finalmente il mio fratellone"

"È tutto mio il piacere, ho sempre voluto conoscere la mia dolce sorellina. Adesso sei la regina, giusto?"

Annuisco e lo fulmino con lo sguardo, lui ridacchia e lascia la presa. Mi mette una mano sulla spalla e mi avvicina di più a se per osservarmi meglio.

"Sei davvero uguale a lei, però queste labbra" me le sfiora con il dito e riesco a vedergli la malizia negli occhi. "No, queste devi averle prese da tuo padre"

Si allontana e si siede a capo di una grande tavola ricoperta da fogli e piantine di palazzi, alza lo sguardo su di me e mi fa segno di sedermi accanto a lui e con molta cautela faccio come chiede. Se è potente come me allora sarà uno scontro davvero duro e glielo leggo negli occhi, non ha intenzione di lasciarmi uscire da qui.

"Su cosa lavori?" chiedo e allungo lo sguardo per vedere meglio.

"Niente, solo un futuro progetto"

"E quanto ci hai messo per preparare l'omicidio dei miei genitori? Della tua stessa madre?" chiedo dimenticandomi di quanto può essere pericoloso stuzzicare il cane che dorme.

"Non era mia madre, quella donna mi ha abbandonato quando non avevo neanche un giorno di vita. Mi ha buttato via come un rifiuto" sbatte la mano sul tavolo e io mi spavento in modo eccessivo, me lo sarei dovuta aspettare.

"Ma era mia madre"

"Non fare la figlia devota adesso, ti ho tenuta d'occhio da quando avevi dieci anni e ho visto cosa facevi, quante volte sei uscita a notte fonda senza avvisare? Quante volte sei andata in un bar e ti sei ubriacata fino a perdere i sensi?"

Abbasso lo sguardo perché so che ha ragione, mi comporto come se fossi la figlia che tutti vorrebbero ma chi mi conosce davvero, Luke per esempio, sa che sono un disastro.
Sono rotta e tendo a rompere anche gli altri, porto sulla brutta strada chi mi si avvicina perché è così che solo fatta: le persone mi si avvicinano, cercano di aiutarmi, salvarmi da me stessa e io in cambio le avveleno.

"Mi hai tenuta d'occhio?" sobbalzo realizzando quello che ha detto.

"Certo, chi pensi ti proteggesse quando ne avevi bisogno? Quando non c'era nessuno a prendersi cura di te ed eri abbandonata a te stessa? Io ho fatto in modo che nessuno osasse farti del male, io ti ho sempre tenuta sotto la mia ala e ho sempre saputo che un giorno saremmo stati insieme"

The princess Where stories live. Discover now