35. I'm pretending

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Trovare Maria di solito non è un problema, è sempre in giro a fare le sue faccende. Onestamente ho perso il conto delle mansioni che ha, oltre aiutarmi quando non riesco a chiudermi un vestito, ovvio.

Oggi però è stato più difficile del solito, non era nelle cucine (e quindi sono scesa lì sotto per niente e sono anche scivolata su della farina), non era nella sala del trono a pulire e neanche nelle stalle a vedere come stavano i cavalli. Insomma, non sapevo dov'era. Finché non l'ho vista uscire dalla camera padronale, probabilmente stava pulendo lì.

"Maria" la chiamo con un sorriso e lei si volta immediatamente.

"Maestà, le serve qualcosa?"

"Sì, solo qualche domanda. Comunque perché eri la dentro?" chiedo cambiando argomento.

"Signorina, non voglio che lei pensi che sia un obbligo ma credo che per lei sia più giusto dormire nella camera padronale"

"Perché?" chiedo non capendo il motivo della sua osservazione.

"Vede, ogni reale prima di lei ha vissuto in quella stanza, anche i suoi genitori. Penso sia un modo per rispettare le tradizioni, non crede anche lei?"

"Hai ragione, però sai cosa è successo lì dentro. Per me è difficile passarci davanti, figuriamoci passarci un'intera notte"

Sospiro ripensando a come ho trovato mio padre sgozzato e sanguinante sul pavimento e mia madre sanguinante e morente accanto a lui a causa di una pugnalata. Ha fatto in tempo a dirmi di scappare e mi ha fatto promettere che mi sarei presa cura di me, mi ha chiesto perdono e quando ha smesso di parlare io sono scappata.

"Comunque ci penserò" dico cambiando argomento.

"Per quanto non mi riguardi, sono sicura che i suoi genitori sarebbero felici di vederla comandare il regno come una vera regina"

"Ne sei sicura? A me sembra di sbagliare tutto, la maggior parte delle cose che faccio sono senza senso e mi ritrovo a sperare che non creino troppi problemi"

"Non è vero, signorina Carstairs! È una bravissima sovrana, glielo posso giurare" mette le mani sui fianchi in segno di rimprovero, poi la sua espressione si addolcisce e mi rivolge uno sguardo comprensivo.

"Cosa mi voleva chiedere?"

"Niente di che, ho solo sentito che mia madre ha avuto un altro figlio, probabilmente un bastardo e sono abbastanza sicura che sia una scemenza ma se è vero tu devi saperlo per forza" cerco di sminuire il tutto per non metterle troppe pressioni ma lei spalanca gli occhi inizia ad agitarsi e poi si irrigidisce di scatto.

"Ma che sta dicendo signorina!"

"Quindi non è vero?" chiedo ancora, troppo confusa dalla sua reazione per ascoltare le sue parole.

"Certo che no!" Dice prima di mettere dei razzi e scappare vi come se un cane la stesse inseguendo pronto a sbranarla.

Incuriosita da come ha risposto senza dare spiegazioni e sopratutto da come è scappata via prendo il telefono dalla tasca e nella rubrica cerco il numero di Luke. Indugio per un po' con il dito a pochi millimetri dallo schermo, non so se è una buona idea chiamarlo.

Alla fine mi faccio coraggio e lo chiamo, risponde solo dopo pochi squilli e sento la sua voce dall'altro capo del telefono.

"Ehi"

"Evelyn ero in riunione" sussurra.

"Lo so, lo so, faccio in fretta. Ho bisogno di un favore"

"Chissà perché me lo aspettavo" ridacchia e poi sospira rumorosamente.

"Non è niente di che, devi solo fare delle ricerche per me. Ho scoperto che mia madre potrebbe aver avuto un altro erede, un bastardo. Non so se sia possibile o meno ma se c'è qualcuno che può scoprirlo sei tu"

Lo so che non l'avreste mai detto ma Luke è uno stalker formidabile, certe volte mi sorprendono le cose che riesce a scoprire su una persona in pochi minuti, gli basta smanettare sul suo portatile, se è qualcosa di serio chiedere in giro e con i giusti agganci riesce a scoprire ogni cosa. Fa paura ciò che riesce a fare.

Forse sentendo la disperazione nella mia voce si scioglie un po' e sospira di nuovo. "Farò ciò che posso ma non ti garantisco niente. Ho molto da fare oggi, ti chiamo domani per dirti se ho trovato qualcosa"

"Grazie, comunque come ve la passate tu e Cassandra?"

"Lei decisamente meglio di me, adesso che sono re posso comprarle tutte le bambole che vuole e quando non posso stare con lei ha una squadra di tate a farle compagnia" sento la felicità che prova per sua sorellina e mi viene da sorridere spontaneamente.

"Sai che se vuoi puoi mandarla da me? Mi adora e io adoro lei, potremmo passare un po' di tempo insieme" mi propongo.

"Da quando è morto nostro padre e anche i nostri fratelli non me la sento di lasciarla andare da qualche parte senza di me e in questo momento non posso allontanarmi dal castello"

"Lo capisco perfettamente" mi sposto e appoggio la schiena al muro e poi mi lascio scivolare giù.

"Troveremo mai un momento per passare del tempo insieme?" chiede e sento che qualcuno lo chiama.

"Forse sì, ci vediamo Luke. Abbi cura di te e della tua famiglia"

"Anche tu Evelyn"

Poi riattacca e io mi ritrovo seduta sul pavimento di un corridoio deserto a contemplare quanto la mia vita si sia incasinata da quando sono morti i miei genitori.

Avrei preferito essere morta insieme a loro, non dovrei preoccuparmi di sbagliare e mandare in rovina un intero popolo. Non sarei costretta ad avere pura di essere felice perché credo di non meritarmi la felicità. Loro, i miei genitori, si meritavano molto di più di essere assassinati da un branco di idioti.

Torno nella mia stanza e mi butto sul letto, Isaac si butta sopra di me e mi stampa un bacio sulle labbra.

"Che hai scoperto principessina?" chiede.

"Niente di che. So solo che se alla fine ciò che ha detto Filipe è vero allora io non conoscevo mia madre e tutto quello che ho sempre pensato di lei potrebbe ridurci in cenere. Ho paura di aver sempre vissuto con qualcuno che in realtà non conoscevo"

The princess Where stories live. Discover now