28. Shine in the dark

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Isaac comincia a sgridarmi e a spiegarmi che ciò che ho fatto è sbagliato, come se già non lo sapessi.

"Voglio mostrarti una cosa, così capirai perché l'ho fatto"

Sbuffa e annuisce, allora spalancò la finestra e gli prendo la mano, lo guardo negli occhi senza riuscire a distinguerne i colori o le sfumature e poi sorrido.

"Ti fidi di me?"

"No, tranne a letto. Lì mi puoi convincere a fare tutto" sorride malizioso e gli do un pugno sul petto.

"Maleducato"

Poi salto, con lui al mio seguito, giù dalla finestra e lo bacio per impedirgli di urlare.
Lo stringo a me più forte che posso e riesco a sentire il suo cuore battere freneticamente contro la mia pelle ed è una sensazione meravigliosa.

Quando finalmente tocchiamo terra, dopo aver fatto un volo dal secondo piano, lui rimane completamente paralizzato per qualche secondo e poi prende e balbettare.

"Come..."

"Ti ricordi che sono una dominatrice dell'aria vero?"

"Ma...io"

Scoppio a ridere, non riesce neanche a formare una frase di senso compiuto. È così tenero quando è confuso, sembra un cucciolo smarrito che cerca l'osso che gli hanno nascosto.

"Tranquillo, non mi sarei mai buttata da una finestra senza aver avuto la certezza che non sarei morta, rilassati."

Sospira e scuote la testa ancora troppo frastornato per rivolgermi la parola, se parlasse probabilmente mi ricoprirebbe di insulti.

Gli sorrido un'ultima volta e poi mi allontano verso il bosco, vedo gli alberi, ombre scure sotto la flebile luce emessa dalla luna, che si avvicinano sempre di più ad ogni passo che faccio. Non è la prima volta che mi addentro da sola nel bosco di notte, conosco ogni radice o masso, ogni ramo caduto o sentiero scosceso che farebbe inciampare o cadere chiunque altro.

"Aspettami" mi grida dietro quando inizio ad addentrarmi nel fitto degli alberi, dove neanche uno spiraglio di luce filtra tra le foglie.

"Cosa succede? Adesso non riesci neanche ad orientarti al buio?"

"Oh fidati, so fare molte cose al buio, vuoi vederne qualcuna?" mi prende da dietro e mi bacia il collo. Ridacchio e alzo gli occhi al cielo, mi giro e gli allaccio le braccia al collo, gli stampo un bacio sulle labbra e poi mi allontano saltando un sasso.

Lui accende una palla di fuoco e parte del terreno intorno a noi si illumina di una fiocca luce dorata, calda come le fiamme da cui proviene.

"Dove mi stai portando?"

"Al lago, manca davvero poco" lo rassicuro svoltando intorno ad un grosso tronco.

Lo sento sbuffare più di una volta, però sono felice che si sia calmato e che abbia smesso di dirmi tutto quello che c'è di sbagliato nelle mie azioni. Anche perché lo so già, non ho bisogno che qualcuno me lo ripeta.

Capisco subito che siamo arrivati perché tutto è illuminato da una debole luce biancastra, Isaac ritira le fiamme e osserva l'acqua a bocca aperta, con la meraviglia negli occhi. La superficie del lago è ricoperta da una patina luminosa che risplende e illumina i dintorni, tutt'intorno sono sbocciati dei piccoli fiori gialli.

"Li vedi quelli?" gli indico i fiori e annuisce. "fioriscono solo di notte e restano in vita solo per un giorno, venivo qui ogni giorno con i miei genitori e aspettavamo che sbocciassero."

Gli prendo la mano e lo faccio sedere accanto a me sull'erba, per poter guardare l'acqua. "Era il mio momento dell'anno preferito, adoravo quando ci sedevamo qui e guardavamo il tramonto, per quel poco che si può vedere con tutti questi alberi" ridacchio e mi sdraio per guardare le stelle. "Una notte mio padre non è venuto, aveva tantissime cose da fare , così io e mia madre siamo venute da sole e siamo rimaste qui fino all'alba. Ci siamo dette molte cose e la maggior parte ormai non me le ricordo più" mi si crea un groppo in gola e fatico a continuare a parlare. "Di una sola cosa sono però certa, mi ha fatto promettere che sarei stata diversa dagli altri, che avrei sempre messo la giustizia davanti ai miei interessi"

"E l'hai fatto?" mi chiede sdraiandosi affianco a me e mi fa appoggiare la testa sul suo petto.

"No, sono stata più egoista del solito e quando sono morti i miei genitori sono scappata per mesi, non ho fatto sapere a nessuno che ero viva e non ho neanche cercato il colpevole. Ci ho pensato, chiaro, eppure non mi sono mai decisa a cominciare"

"Pensi che torturare un uomo innocente sia giustizia?" chiede giocando con i miei capelli.

"No, penso sia solo l'inizio di una lunga serie di brutte che farò. Sai, per me in questo caso, il fine giustifica davvero i mezzi. Voglio solo ucciderli e farla finita"

"Farla finita?" si alza di scatto e trascina su anche me.

"Oh no, non voglio uccidermi. Sarebbe troppo facile liberarsi di me così, non credi? No, voglio solo smettere di battermi e concentrarmi su ciò che realmente mi piace fare"

"Cosa? Sesso?"

"Come mai oggi sei così fissato con il sesso?" ridacchio e mi metto a cavalcioni su di lui, poi mi sposto i capelli di lato.

"Dici a me?" mi mette le mani sul fianco e si alza leggermente per baciarmi il collo. Lo spingo via quanto basta per riuscire a concentrarmi su ciò che devo dire, per riuscire a spiegare ciò che ho in mente.

"Non mi distrare! Sto cercando di dirti che non sono pazza, non torturo o uccido perché mi piace" mi blocco un attimo pensando a quello che ho appena detto e che, in realtà, non è del tutto vero. "lo faccio perché ho la sensazione che se non mi occupo di questa storia io sarò dannata e la mia anima finirà all'inferno e i miei genitori non mi perdoneranno mai."

Si sdraia e io con lui, restiamo qualche secondo a guardare il cielo e vedo le stelle, piccoli puntini luminosi nel cielo buio. E chissà se lassù c'è qualcuno che ci guarda e che in noi vede solo delle macchioline indistinte, delle chiazze in mezzo ad un bosco nel cuore della notte. Due persone abbracciate, strette l'una all'altro che aspettano solo che la notte finisca e porti via tutte le parole dette e quelle non dette.

The princess Where stories live. Discover now