26. I'll do it

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Stavamo galoppando così velocemente che mi sembrava quasi di volare, non so se perché ero stata drogata o perché quella era effettivamente la sensazione che dava.

"Stai attenta" mi urlò quando allentai la presa intorno alla sua vita.

Annuii ancora assonnata e quando imboccammo un viottolo mi risvegliai notando che davanti a noi c'erano due uomini armati e pronti a fare fuoco.

Il cavallo inchiodò di colpo e per poco non finii faccia in terra, Luke scese da cavallo pronto ad affrontare i due senza, però, essersi reso conto che eravamo in mezzo ad una radura e che di acqua non se ne vedeva.

È una bella seccatura quando capisci di essere stato messo all'angolo, sapere di essere in pericolo e non poter fare comunque niente per impedire che tutto finisca nel peggiore dei modi.

Scesi da cavallo, non so a cosa stessi pensando ma di certo non era qualcosa di intelligente. Raggiunsi Luke e guardai alla mia destra il campo di grano che si estendeva per un miglio verso la città. Chiusi gli occhi e respirai affondo, migliaia di spighe si alzarono e volteggiarono nel vento e con un solo gesto della mano le feci conficcare tutte nei corpi dei due uomini.

Sembravano un piccolo sciame di api che al bagliore della luna dipingeva in cielo forme e ghirigori.
Non morirono subito e per quei brevi idratanti li guardai respirare con fatica mentre un rivolo di sangue colava giù dalle loro bocche. Sorrisi ammirando il mio capolavoro e se fossi stata sobria avrei mascherato la mia felicità con un sospiro rattristato.

"Sali sul cavallo e corri a castello, sta per succedere qualcosa" mi prese per un braccio e mi accompagnò verso Darkness.

"Ok" risposi e montai a cavallo, è uno dei rimpianti più grandi che ho perché sono stata egoista, sarei dovuta rimanere con lui ma ancora una volta avevo messo il mio bisogno di tornare a casa davanti ai suoi.
Era fuori da tutto il giorno ed era stanco, in un posto dove il suo elemento non l'avrebbe aiutato.
Di li a poco, prima che io partissi arrivarono altri cacciatori e nonostante sapessi che Luke voleva il mio aiuto me ne andai.

Perché è così che sono: egoista, troppo impulsiva, calcolatrice e adoro, anzi, amo l'odore del sangue che aleggia nell'aria quando uccido qualcuno e amo la scarica di adrenalina che mi da vedere soffrire chi odio. Per quanto lo nasconda è così, posso anche vestirmi come una bambolina o una principessa, potrò anche parlare come una regina o come una ragazza indifesa ma dentro è tutto marcio.
Io sono la definizione di non giudicare un libro dalla copertina.

Quando sono arrivata al castello era tutto pieno di sangue e corpi sul pavimento, non ci feci molto caso all'inizio, poi arrivata nella sala del trono capii dov'ero appena finita. Un campo di battaglia.

Mi risveglio dal turbine di ricordi in cui ero finita quando Isaac ferma il cavallo e scende.

"Ti serve aiuto?"

"Sì" biascico ancora troppo stanca e stremata per comporre una frase intera.
Odio sentirmi così, odio sapere quanto potenziale ho e non poterlo sfruttare perché mi stanco troppo in fretta. Sono certa che ad Isaac, James, persino Luke, non accadono queste cose.

Mi aiuta ad entrare dentro e come le guardie mi vedono, con i vestiti bruciati e la spalla sanguinante, mi soccorrono e chiamano aiuto.
La prima ad arrivare è Maria che inizia ad urlare sconcertata e anche in preda alla paura. Mi fa sedere sul divano e chiudo gli occhi, ho solo bisogno di riposare e schiarirmi le idee, devo concentrarmi su ciò che ha detto il Doppelgänger in quella riunione.

Apro gli occhi di colpo quando mi fanno uno schiaffo in pieno volto e scatto in piedi.

"Maestà, Maestà, resti sveglia" Maria mi pizzica il braccio e io faccio una smorfia.

"La vuoi smettere? Ho sonno e sono stanca, non sto morendo, rilassati. Adesso vado in camera mia, mi cambio e vado a dormire"

Si scusa e poi si allontana mortificata, mi si avvicina Isaac e si siede sul divano poi mi tira giù e mi fa sedere sulle sue gambe.

"A cosa stai pensando?"

"A quanto mi fa male ogni centimetro del corpo e ad andare a dormire, sotto le coperte calde e non svegliarmi fino alle dieci di domani" chiudo gli occhi e mi rilasso sentendo il calore che emanano le sue mani sui miei fianchi.

"Hai ottenuto ciò che volevi alla fine" dice appoggiando la testa sulla mia spalla.

"Non è vero, non mi ha detto nulla sui miei genitori"

Perché alla fine è quello che volevo, sapere chi ha ordinato il loro assassino e fargliela pagare per poter mettere una pietra sopra questa faccenda. Poter andare avanti con la mia vita, lasciare loro al passato. È come se mi sentissi obbligata a fare giustizia per loro, per mio fratello e per me, perché finché non riuscirò a vendicarmi avrò sempre la sensazione di aver lasciato una porta aperta. Sentirei i rumori provenire da ciò che c'è dietro e mi impedirebbero di concentrarmi sul mio futuro.

"Volevo dei nomi e invece ho ottenuto solo delle stupide motivazioni, i deliri di un fanatico, niente di ciò che volevo" sbuffo e mi alzo.

Sono stanca, sia fisicamente che mentalmente. Non mi è rimasto neanche un briciolo di pazienza, pena o pietà per i cacciatori, non lo fanno per una buona causa, in questo caso non si potrebbe neanche dire che il fine giustifica i mezzi perché è tutto sbagliato. Le loro intenzioni e idee sono tutte sbagliate, frutto della mente malata di qualcuno come quel ragazzo, plagiato da un superiore e sebbene abbia detto tantissime cose sbagliate su una non aveva torto.

Se voglio ottenere dei risultati o delle risposte devo andare dritta al punto in cui si è sviluppata la malattia ed estirparla senza nessuna compassiona. Andare al cuore del problema e finirla una volta per tutte con questa storia.
Se non sarà la legge o i consiglieri ad occuparsene lo farò io, che sia legale o no, che sia rischioso o meno, lo farò.

The princess Where stories live. Discover now