capitolo 1

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Aveva lo sguardo basso. Aveva gli occhi neri come la pece puntati sul pavimento, come a controllarlo. Come per vedere se fosse ancora lì. Aveva sempre lo sguardo basso.

I capelli biondi, lisci, le ricadevano davanti gli occhi vuoti. Lei con gesti meccanici se li portava dietro le orecchie. Le ciocche che le coprivano il viso erano troppo corte. Maledisse col pensiero il parrucchiere, per poi chiedergli scusa, sentitasi quasi in colpa per aver pensato qualcosa di cattivo su qualcuno.

E lei era così. Era bianco. Era purezza. Era sincerità. Era chiarezza. Lei era Claire Montemblè. Origini francesi, ma la Francia non l'aveva mai vista. Nemmeno in cartolina. Si era rifiutata. Diceva che, se il destino l'avesse portata in Francia, voleva vedere tutto per la prima volta con gli occhi che brillavano per le luci parigine che nemmeno si immaginava.

Indossava dei collant neri, un vestito bianco che le arrivava appena sopra il ginocchio, e un cardigan della stessa lunghezza grigio. Gli stivaletti neri consumati le facevano compagnia durante il tragitto.

Aveva dei libri sottobraccio, dei fogli che fuoriuscivano dalle pagine di essi un po' accartocciati. Non era una persona ordinata, anche se il suo aspetto la tradiva. Sembrava la classica ragazza studiosa, bella, affascinante, ordinata. La classica ragazza che tutti bramavano. La classica ragazza che aveva tutto sotto controllo.

Ma lei, non era così. Studiava, sì, ma non si riteneva una persona bella, affascinante. Non era ordinata. Era un casino. Tutti le stavano alla larga, nessuno la bramava. Lei, sotto controllo, non aveva nulla.

Mike, passeggiando per i corridoi la individuò. Era facile individuarla. Era - semplicemente - diversa. Ghignò per poi raggiungerla. E, a un passo da lei, con fare distratto, le andò addosso. "Non volevo." Disse, scoppiando a ridere. Quando rideva socchiudeva leggermente gli occhi. La sua voce, come la sua risata, era calda.

Claire alzò leggermente il capo, e gli fece un sorriso sghembo. "Molte ragazze si trovano una rosa poggiata sull'armadietto, e io invece mi trovo un idiota che mi fa cadere i libri." Disse con calma. "Buongiorno anche a te, Sanders." Lo salutò, chinando si per cogliere il libro.

Mike, preso dalla rabbia, calciò il libro il più lontano possibile. Claire lo sopportava tutti i giorni da tre anni. Si alzò dalla posizione che aveva assunto. "Cosa c'è che non va, Sanders?" Chiese retoricamente. Non le interessava quello che si celava dietro quel suo sguardo duro.

Mike fece un passo in avanti, torreggiando su di lei. Gli occhi grigi erano adirati con la povera ragazza che - stufa - per una volta aveva reagito. Mike era alto, molto più di Claire. Aveva i capelli mori e gli occhi grigi, due profonde occhiaie scure gli contornavano gli occhi tutti i giorni. Non sparivano mai. Aveva una carnagione molto chiara, le labbra screpolate.

Claire ingoiò a vuoto. "Come hai detto, Montemblè?"

"Sono stufa di te, Sanders. Mi tormenti tutti i giorni, perché? Cosa ti ho fatto? Non puoi semplicemente ignorarmi come fanno tutti gli altri?" Chiese Claire, e le ci volle molto coraggio. Coraggio che non aveva.

Mike addolcì lo sguardo, che rimase sempre sulla bionda, e rifletté sulle sue parole. Non lo sapeva di preciso, il perché. Però vederla per i corridoi gli piaceva. Cercarla, trovarla sempre sulla destra, con lo sguardo basso e le ciocche di capelli davanti il suo bel viso lo faceva stare bene. Anche se poi a lei faceva solo del male, non sapeva come comportarsi, come dirglielo. Perché sarebbe stato assurdo confessargli che lei - proprio lei, che tormentava da tre anni - era l'unica ragione del suo sorriso.

Questo, ovviamente, non glielo disse. E mai l'avrebbe fatto. Semplicemente, non rispose. La sorpassò con una spallata e se ne andò, lasciando la ragazza a fare i conti con gli sguardi inquisitori delle persone. Raccolse i fogli che erano ai suoi piedi, velocemente. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione, soprattutto se c'entrava lui.

Cercò il libro con lo sguardo, ma non lo trovò. Sbuffò, frustrata. Mai le cose andassero come voleva. Osservò i pochi fogli che stringeva fra le dita e lesse velocemente il contenuto. Erano i suoi appunti di Inglese, per la prossima ora. Si girò ancora in torno, cercò ancora quel maledettissimo libro fra i piedi della gente. "Uhm, scusa?" Disse un ragazzo con voce roca, mentre le picchiettava cautamente sulla spalla, quasi come avesse paura di disturbare. O di romperla.

Claire si girò di scatto, quasi perdendo l'equilibrio, e il ragazzo l'aiutò prendendole un braccio. "Grazie." Disse lei, arrossendo. "Dimmi pure."

Il ragazzo la guardò per qualche secondo, senza mollare la presa. Poi sembrò riprendersi all'improvviso. "Ho visto quello che ti ha fatto Mike." Disse. "È un coglione, lascialo stare." Le porse il libro, con un sorriso.

"Infatti io lo lascio stare." Disse accennando un sorriso. Prese il libro. "Grazie ancora."

"Perché stai alle sue torture?" Indagò lui, mentre la vedeva armeggiare con i fogli e le rispettive pagine a cui si riferivano. "Non è giusto. Dovresti denunciarlo alla preside."

Lei sorrise, apprezzando l'interessamento. Nessuno mai si era interessato a lei. "Non faccio la spia." Ammise.

"Ti ha mai toccato?" Chiese il ragazzo, con un po' di imbarazzo nella voce. Le guance leggermente velate di rosa. "Intendo: ti ha mai fatto male fisicamente?"

Claire lo guardò di soppiatto. Aveva i capelli biondo cenere, gli occhi verdi, due fossette ai lati della bocca quando sorrideva. Era alto, appena più di Claire. "Scusa, ti direi davvero tutto quello che vuoi... ma non ti conosco e devo andare a lezione."

Il ragazzo la guardò per un po'. Una ciocca di capelli biondi le era andata a finire davanti gli occhi neri, con un gesto avventato prese la ciocca e gliela mise dietro l'orecchio. Claire arrossì leggermente. "Allora mi permetti di conoscerti meglio?"

La campanella suonò, l'ora stava per cominciare. La mano del ragazzo stava sulla guancia di Claire, e Claire lo guardava intensamente negli occhi. "Non so nemmeno come ti chiami.." E non sapeva nemmeno come comportarsi. Non aveva mai interagito con qualcuno al di fuori di Mike.

Il ragazzo fece una leggera risatina, che fece tremare le ginocchia a Claire per quanto era bella. Tolse la mano dalla guancia di Claire e, guardandola intensamente, disse: "Ciao Claire Montemblè, sono Luke Sanders."

Cuore di lattaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant