capitolo 14

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"Voglio sapere che è successo, non se fa male o meno." Disse Mike con un po' di coraggio.

Claire sorrise, e la spaccatura sul labbro inferiore le faceva male. "Sono andata a sbattere contro una porta." Disse con quel sorriso ferito, con quella spaccatura sul labbro che piano piano si stava riaprendo. Lo disse sorridendo, come fosse uno sfottò.

"Claire." La avvisò Mike.

Claire guardò Francesca, che aveva lo sguardo basso. "È stato l'infermiere." Disse con voce bassa. E aveva paura che Mike non avesse sentito e che lei dovesse ripetere quella maledetta frase.

Mike, però, la sentì. Forte e chiaro. "Perché?"

"Non mi sono sottomessa al sistema." Disse Claire.

Mike la guardò per attimi interminabili. Poi, esplose. "Sei sempre stata alle regole, cazzo!" Sbraitò. "Non potevi sottometterti anche a questo sistema, eh?" Chiese retoricamente.

"Sto alle regole giuste, Mike." Disse Claire. "Di quelle sbagliate non mi interessa."

"Beh, vedi di interessarti anche a quelle sbagliate!" Urlò Mike. "Perché ora è in gioco la tua salute." Disse picchiettando l'indice sul petto di Claire.

Quel semplice gesto faceva un male atroce. Non tanto per i lividi e le ferite che portava un po' ovunque, tanto per il tocco. Il tono di Mike era incazzato, e il suo gesto era incazzato, ma il suo tocco era dolce, caldo. E a Claire questo fece male. "Ti interessa davvero?" Chiese senza riflettere.

Mike seguì attentamente il movimento delle labbra rotte della ragazza, e pensava che quel taglietto, in mezzo quelle labbra a cuoricino stonava. Pensava che lì, proprio lì, dove c'era quella spaccatura, c'andasse bene un bacio. Magari uno suo. "Cosa?" Chiese velocemente, per non far notare la sua distrazione.

"Di me. Ti interessa davvero di me?" Chiese Claire, abbassando lo sguardo.

Mike si sedette sul letto di Claire, per poi stendersi accanto a lei. La guardava, la ammirava. Come poteva, una creatura talmente fragile, essere al così forte? I capelli biondi erano ovunque, tranne che al loro posto. Mike sorrise impercettibilmente, e spostò i capelli che le erano ricaduti davanti al viso malmesso. Le accarezzò la guancia, appena, con un dito, con la paura di farle male. Claire alzò improvvisamente lo sguardo, e Mike venne catapultato in tutto quel... nero. Non sembrava avere fine. C'era davvero tanto nero, dentro Claire. "Sì, piccola. Mi importa di te, e me ne importerà sempre." Pronunciò quelle parole in un sussurro, appena udibile. Erano così vicini, in quel momento. Così intimi. Così intimi in un momento che proprio non lo era. Si sorrisero. Claire passò una mano sulla guancia di Mike, che pizzicava un po' per via della barba, e poi passò un dito, piano, sotto gli occhi di lui.

"Mike, ma perché hai sempre le occhiaie?" Chiese Claire, interrompendo l'atmosfera. "Dormi male?"

"Uh..." balbettò lui. "Non penso siano occhiaie." Fece una smorfia. "Non lo so, di preciso." Sorrise.

E Claire gli sorrise di rimando. "Ora è meglio che vado, però. Torno oggi pomeriggio, okay?" Chiese Mike, alzandosi dal letto. Lasciò un fugace bacio sulla fronte di Claire, e si avviò verso la porta.

"Oh, Mike!" Lo richiamò Claire, prima che Mike aprisse la porta. Mike si girò sorridendo e lei gli sorrise. "Se ci tieni davvero a me, smettila di bucarti."

Mike si congelò sul posto.

Cuore di lattaWhere stories live. Discover now