capitolo 17

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Mike, anche quel pomeriggio, si ritrovò fuori la stanza 675 a litigare con Jacques. "Fammi passare." Impose.

"Oh, ragazzino, piantala." Erano le quattro e ventotto. "Non è ancora il momento per le visite." Disse Jacques.

"Sono due fottuti minuti." Ringhiò Mike.

"La signorina Montemblè è impegnata." Disse Jacques.

Mike alzò gli occhi al cielo. "Jacques, si vede dalla finestrella che non sta facendo un cazzo."

E Jacques lo sapeva che Claire non stava facendo nulla, ma la presenza del moro gli faceva rodere il fegato. "Aspetta l'orario delle visite." Disse dopo un po'. Perché gli faceva così male la bocca dello stomaco?

Quattro e ventinove. "Ora posso entrare?" Chiese Mike, sbuffando.

"No!" Disse Jacques. Mike iniziò a spostare il peso del corpo da un piede all'altro.

"Perché sei sempre vicino la camera di Claire?" Chiese Mike, guardando Jacques torvo.

"Perché lei è pericolosa." Disse la prima cosa che gli piombò in mente.

"Soffre solo di disturbi di personalità, ed è anoressica.." Indugiò Mike.

"Hai dimenticato il fatto che è un'autolesionista. Potrebbe farsi del male. Che cazzo di fidanzato sei?" Mike avvampò a quelle parole.

"Oh, beh." Balbettò un po'. "Non sono il suo... fidanzato."

"Ma ti piace." Disse Jacques fra i denti. "Quindi dovresti essermi grato, mi sto prendendo cura di lei."

"Ma se la picchi da mattina a sera!" Sbraitò Mike.

Jacques si spostò dalla porta, e fece passare Mike. "Fino alle sei e mezza. Non un minuto di più." Disse gelido.

"Vatti a fare un giro, Jacques, ora ci sono io." Disse Mike. Jacques sentì un vuoto nel bel mezzo del petto, ma non ci diede peso. Camminò velocemente fino fuori la struttura, e si accese una sigaretta.

Mike chiuse la porta e si sdraiò accanto a Claire, nel letto. Le lasciò un dolce bacio sulla testa. "Come stai?" Chiedeva tutti i giorni.

"Una merda." Rispondeva, sempre, lei.

"Jacques oggi è strano." Disse il moro.

Claire si girò, e Mike dovette lottare con tutto se stesso per non baciare quelle labbra a cuoricino. Era così vicina. "Perché?" Chiese Claire, che non aveva notato nulla di strano in lui.

"Boh, quello è più matto di quelli che stanno qui." Mike fece una risatina, e Claire si incupì. "Piccola, non parlavo di te." Disse Mike subito dopo.

E come faceva, Claire, a non credergli? Con quella voce calda, e i suoi vezzeggiativi le stava mandando in panne il cervello. Arrossì appena, il che era un evento. Non arrossiva più da tanto, tantissimo tempo. Era così nera, in quel posto, che a volte le sembrava che la vecchia Claire non fosse mai esistita. E invece era proprio lì, dentro di lei, e veniva solo fuori con Mike.

Si poteva quasi dire che Mike era la sua cura. Faceva venire fuori il bianco, le guance rosse, i sorrisi timidi, i modi garbati. Mike non l'aveva mai vista, la nuova Claire, quella avvolta nell'oscurità.

E anche Mike con Claire cambiava. I problemi sparivano, e comparivano sorrisi e risate. Quei due stavano bene insieme. Erano a proprio agio, erano loro stessi. Erano Claire e Mike, o Mike e Claire, e tutti e due odiavano questa divisione, volevano essere un "noi". La paura di distruggere l'altro, però, li tormentava. Questo li aveva fottuti.

Claire si voltò di nuovo. Diede le spalle a Mike, e si incastrò alla perfezione contro il corpo di lui. "Dormiamo un po'." Disse.

Mike non obiettò, le occhiaie di Claire erano ben evidenti. "Va bene, piccola." Disse.

Claire chiuse gli occhi e, per la prima volta dopo chissà quanto, si addormentò. Un sonno senza sogni né incubi. Mike appena sentì che il suo respiro era diventato regolare, si alzò su un gomito. Era ancora più bella quando dormiva. Prese ad accarezzarle i capelli, piano, senza accorgersene. Le accarezzò con un dito la guancia violacea e contrasse la mandibola.

Jacques era tornato dalla pausa che si era preso, si era di nuovo messo dietro la porta 675.

Non sentendo rumori all'interno della stanza, aprì piano la porta e sbirciò all'interno. Mike era dietro Claire, e Claire combaciava perfettamente col corpo del moro. Mike le accarezzava i capelli, il braccio, il collo, la guancia.

Chiuse piano la porta, anche se avrebbe voluto sbatterla, anche se avrebbe voluto sfondarla e poi riempire di botte entrambi. Chiuse piano la porta, e si portò le mani fra i capelli biondi.

Si stava innamorando di una paziente, di quella paziente.

L'abissale differenza fra l'amore di Jacques e quello di Mike, era semplice:

L'amore di Jacques era malato,

Quello di Mike era la forma più pura dell'amore.

Mike lasciò un bacio sul capo della bionda, per poi sussurrarle all'orecchio: "Ti amo, piccola. Non te lo scordare."

"Ti amo, Mike." Disse Claire.

Mike strabuzzò gli occhi.

Cuore di lattaWhere stories live. Discover now